La tragedia di Simone, una intera comunità giovanile in lacrime
La morte del giovane ventunenne Simone, avvenuta domenica scorsa, è un gesto al quale è difficile dare una spiegazione ed un senso, soprattutto quando si è molto giovani. La sua scomparsa ha lasciato i moltissimi amici senza fiato, sbigottiti per una scelta così drastica. Il dolore per la morte di un figlio giovane è già per due genitori un anticipo della fine. La consapevolezza che quella vita destinata a prolungare il mistero delle generazioni si è tragicamente spezzata segna, agli occhi di un padre e di una madre, rappresenta una ferita mortale non solo per le leggi della natura e ma spesso anche nel rapporto con la fede. “Perché nostro figlio?”. Sembrerebbe una di quelle domande senza risposte razionalmente accettabili. Eppure, bisogna imparare che alla luce della fede anche il peggiore degli eventi può diventare occasione provvidenziale. È un cammino difficilissimo come solo può immaginare chi ha vissuto la morte di un proprio figlio. La perdita di una persona amata, quale che sia stata la causa della morte, provoca sempre un indicibile sofferenza ed apre un percorso che è doloroso sia fisicamente che nell'area delle emozioni. Ogni morte lascia un vuoto incolmabile: ci si sente come amputati di una presenza unica che non potrà più essere rimpiazzata. Le emozioni di chi sperimenta il suicidio di un familiare sono simili a quelle che attraversano anche le persone che subiscono perdite diverse, ma lo stato di shock e di isolamento sociale, le sensazioni di colpa e di abbandono sono ancora più forti e durano più a lungo. Al dolore e alla sofferenza si aggiungono un continuo interrogarsi e un arrovellarsi sui mille possibili "perché?". Il fatto che, in qualche modo, la morte sia l'effetto di una scelta, provoca una serie di domande che una morte per malattia o incidente non suscita. Per molti, inoltre, si aggiunge la tormentosa sensazione di essere stati abbandonati e rifiutati. I familiari superstiti di un suicidio si ritrovano spesso ad affrontare non solo tutte le reazioni tipiche che seguono la morte di una persona cara, ma anche una serie di problematiche specifiche. Simone aveva ventidue anni, una vita da vivere, eppure ha deciso di farla finita. San Nicola la Strada si sta stringendo in queste ore attorno alla famiglia del giovane che qualche ora fa ha deciso di suicidarsi impiccandosi ad un ramo di un albero di un terreno a pochi passi dalla sua abitazione. Simone era conosciuto anche perché figlio di un noto imprenditore locale, proprietario di uno storico e frequentato pub (il 2 + 1) tra San Nicola la Strada e Caserta ed anche per questo la sua morte ha lasciato tutti basiti, esterrefatti. Quando i familiari hanno trovato Simone, il suo cuore batteva ancora. Disperata è stata la corsa in ospedale, presso la struttura di Maddaloni, dove però i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. I familiari sono in attesa del nulla osta per poter porgere l’estremo saluto al giovane.