Napoli-Juventus: la storia infinita

La sfida Napoli-Juventus evoca sempre grandi ricordi ed è un match molto sentito da entrambe le tifoserie. È una partita da amarcord se si pensa agli intensi ed emozionanti “scontri” tra  il “Pibe de Oro” Maradona e “Le Roi” Platini, che hanno caratterizzato la fine degli anni ’80. Tuttavia negli ultimi decenni ha assunto anche un altro significato, ben più profondo e antico di quello calcistico. Napoli-Juventus si sta trasformando in una “battaglia” storica e culturale. A volte sembra rappresentare una “resa dei conti” di 150 e passa anni di unità d’Italia. Si passa, in un niente, dal dato prettamente calcistico a quello extra-calcistico. Dal fuorigioco al presunto saccheggio dei reali di Savoia ai danni di un meridione florido e all’avanguardia.
Negli ultimi anni nel Mezzogiorno stanno prendendo piede diverse teorie “revisioniste” riferite all’unità d’Italia. Quel guerriero saggio e forte di nome Garibaldi da salvatore della patria diventa meschino e mercenario. Il Sud oggi devastato dai politici e dai media, si racconta in alcune dottrine, incarnava la culla della civiltà italica. Ferrovie, setifici, buona amministrazione e primi esperimenti di illuminazione pubblica rappresentavano i gioielli di famiglia dei Borbone e, stando a sentire i “capi” dei movimenti neo-borbonici, in un baleno i Savoia, con la complicità del loro esercito e di Garibaldi, giunsero nel Regno delle due Sicilie distruggendo e saccheggiando tutto ciò che di buono avessero dinanzi agli occhi. Di contro i torinesi raccontano le gesta politiche di Camillo Benso, Conte di Cavour. Un uomo capace di aver costruito e gestito con brillantezza l’Italia unita, reduce dalle battaglie sanguinose e devastanti necessarie a “riappacificare” la penisola. Oggi (dopo le manovre di Marchionne sarebbe meglio dire ieri) Torino è la città della FIAT che ha dato occupazione a tantissime persone e, ricorda qualche esponente delle classiche teorie sull’Italia unita, soprattutto ad emigranti del Sud. Potrebbe sembrare strano ma, specialmente sul web, questo, purtroppo, a volte è il tenore dei commenti riferiti a questa partita.
Insomma è uno scontro che sa tanto di Sparta contro Atene, è un duello che prescinde dalle dinamiche calcistiche ma, soprattutto, è un pessimo spettacolo che non fa bene alle nuove generazioni. L’Italia esiste, e da ben 153 anni, è giusto che la verità vada sempre ricercata, per carità, ma il calcio è un’altra cosa. È uno sport che racchiude valori che certamente non sono quelli dell’odio, del rancore e del razzismo. I tifosi di entrambe le squadre dovrebbero concentrarsi solo sui 90 minuti e, tutt’al più, discutere di eventuali gol irregolari o di rigori indebitamente concessi o immotivatamente negati. Anche perché non vi sarebbe alcun motivo per ammainare il bel tricolore, non suonare lo stupendo inno di Mameli e non vedere giocare, ai prossimi mondiali, i giocatori napoletani e juventini più forti.

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