Esercito nella Terra dei Fuochi, tre arresti, c’è anche una donna
n cinque giorni i cento militari dell’Esercito impegnati nell’operazione “Strade sicure” dedicata alla Terra dei Fuochi hanno individuato oltre 40 siti, tra la provincia di Napoli e quella di Caserta in cui sono stati registrati reati ambientali, da roghi a sversamenti di rifiuti in discariche abusive. È un bilancio, provvisorio, dell’azione delle 24 pattuglie dell’esercito impegnate, ventiquattro ore su ventiquattro, in queste zone che si estendono per circa 200 km quadrati, sotto il comando del Colonnello Nicola Gorgoglione del 32° Reggimento Carri di Cordenons, della Brigata “Ariete”. Allo stesso tempo, circa 70 siti sono stati bonificati, fa sapere il capitano Raffaele Califano. “La situazione è complessa” – ha affermato il Colonnello Gorgoglione, dal 13 settembre 2013 al comando del 32° Reggimento Carri – “nonostante questo stiamo registrando i primi risultati positivi: una donna è stata colta in flagranza di reato mentre sversava rifiuti ed è stata arrestata, due roghi vicino ad abitazioni private sono stati spenti dai vigili del fuoco e sono stati fermati due cittadini orientali che stavano sversando rifiuti della produzione tessile, poi successivamente arrestati. "Destiamo curiosità", racconta il caporalmaggiore Federica Capasso. I cento uomini e donne destinati all'operazione sono quasi tutti campani, si tratta di una squadra che era già tecnicamente pronta quando è arrivata la richiesta delle Procure di Napoli e Caserta. Un valore aggiunto per districarsi tra le zone di periferie dove non si può chiedere troppo alla segnaletica stradale. I militari, Ipad alla mano, hanno una mappa precisa da seguire fitta di indicatori, sono i luoghi segnalati dal 2009 al 2013 da tutte le forze dell'ordine che hanno segnato dove si trovano discariche abusive, dove sono avvenuti e avvengono gli sversamenti di materiali inquinanti nel terreno, dove ci sono stati dei roghi. Ogni giorno, i militari dell'Esercito ne aggiungono qualcuno: “45 in 5 giorni” – a fatto sapere il capitano Raffaele Califano ma l'azione non si ferma alla mappatura. L'Esercito fa rilievi nelle discariche, controlla le macchine sospette, interviene in flagranza di reato, quando riceve segnalazioni. “Dopo aver fermato le persone e identificatole” – dice il colonnello dei bersaglieri Vincenzo Lauro del II FOD – “l'Esercito si mette subito in collegamento con il comando della forza di polizia che ha responsabilità sul territorio, per consegnarlo e procedere all'arresto”. Nelle discariche si va con la maschera a gas e ci si ritorna una seconda volta, poche ore dopo. Spesso accade che il primo passaggio venga osservato da chi pensa poi di poter agire indisturbato una volta che i mezzi verdi si sono allontanati. I militari sanno che si trovano ad attraversare zone continuamente monitorate dalla criminalità e sanno di essere controllati. I cittadini si fidano dei militari. Fanno segnalazioni oppure anche animatamente, raccontano le loro condizioni di vita e spesso descrivono lo scoramento e la rassegnazione. Combattere questi sentimenti è un altro dei compiti nell'agenda dei cento uomini e donne dell'Esercito.