Ricordiamo il 25 aprile
“A nessun caduto di qualsiasi parte ed ai familiari che ne hanno sofferto la perdita si può negare rispetto e pietà”. È quanto ha affermato Raffaele della Peruta, consigliere comunale del Movimento Strada Nuova, nel ricordare la data del 25 aprile 1945. “Il 25 aprile” – ha aggiunto – “si celebra l’anniversario della Liberazione d’Italia dalla occupazione dall’esercito tedesco e dal governo fascista avuta luogo nel 1945. È quindi doveroso dedicare una pagina a questa ricorrenza perché ha segnato una svolta importante per il nostro paese. Un nuovo stato” – ha aggiunto – “basato sulla democrazia e sul rispetto delle libertà”. Le prime forme di opposizione erano emerse chiaramente, già all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943, a Cefalonia, a Porta San Paolo, in Sardegna e Corsica. Con alterne fortune, i militari italiani dettero subito prova dei loro veri sentimenti verso i nazisti, oramai chiaramente considerati come forza nemica ed occupante. “Bisogna guardare con rinnovata ammirazione” – ha sottolineato della Peruta – “a chi seppe prendere in mano le sorti dell'Italia in un momento terribile della nostra storia. Ai protagonisti di quella difficile ma esaltante lotta per la libertà va rivolto il nostro memore pensiero e rinnoviamo i sentimenti di profonda gratitudine. Ai più giovani noi dobbiamo additare l'insegnamento degli atti di eroismo e di estremo sacrificio, da Salvo D'Acquisto alle Fosse Ardeatine, senza dimenticare la fermezza ed il coraggio di migliaia di militari che, nei campi d'internamento, non cedettero né a lusinghe né a violenze. “Sono oggi fratelli” – ha proseguito della Peruta – “nella costruzione europea gli austriaci come i francesi, i tedeschi e gli inglesi, e nello stesso modo quei popoli dell’Unione entrati negli ultimi decenni. Cessati in Europa gli ultimi timori di totalitarismo, che solo in parte era stato sconfitto nell’aprile del 1945 (chiaro il riferimento al totalitarismo della ex Unione Sovietica, ndr.), la civiltà politica ha segnato ulteriori progressi, accantonando differenze reciproche e discriminazioni, che la guerra perduta e la guerra fredda avevano prolungato per decenni. Festeggiamo oggi” – ha concluso – “la libertà e la democrazia più compiuta, più vera, in un clima di solidarietà nazionale ed europea in cui non vi siano più vincitori né vinti, né tanto meno nemici, ricordando i tanti giovani che, in buona fede, da una parte e dall’altra, si sono sacrificati dimostrando una capacità di dedizione che, ci auguriamo, non debba essere più richiesta alle prossime generazioni, chiamate invece alla pace ed al lavoro”.