Brasile 2014: i mondiali della discordia

Giovedì 12 Giugno prenderà il via la più importante competizione calcistica del mondo: la tanto seguita e osannata FIFA World Cup, più semplicemente conosciuta come i mondiali di calcio.
Ben 32 le nazionali di calcio che si sfideranno sul campo alla conquista del titolo mondiale, attualmente detenuto dalla Spagna dopo i mondiali in Sudafrica del 2010, e precedentemente conquistato dalla Nazionale Italiana nell’ormai lontana Germania 2006.
Questa volta si gioca in Brasile, e giovedì alle ore 20.30 italiane inizierà la cerimonia di apertura del torneo, durante la quale dovrebbe esibirsi la cantante americana Jennifer Lopez, una delle autrici dell’inno ufficiale di quest’anno “We Are One”.
Dalle ore 22 avrà luogo la prima partita del torneo, che vedrà come protagoniste la nazionale brasiliana e quella croata, in un match che potrà essere seguita in tv con un abbonamento Sky o su Rai 1 da tutti gli abbonati Rai.
Ma questo sarà anche un mondiale caratterizzato da forti proteste e scioperi, oltre alla scandalosa lentezza nei lavori non ancora portati a termine come stabilito nei progetti.
Per diversi giorni i lavoratori impiegati nei trasporti pubblici hanno scioperato paralizzando tutto il paese, cercando di attirare l’attenzione sui problemi che gravano sui manifestanti che richiedono al governo un aumento del salario e rivendicano il diritto innegabile alla casa.
Solo un tentativo di accordo con i sindacalisti da parte del governo ha portato alla fine temporanea dello sciopero, cercato per evitare le pesanti manifestazioni minacciate durante le partite dei mondiali di calcio.
Intanto Martedì diverse organizzazioni a favore dei più disagiati hanno collocato sulla spiaggia di Copacabana 15 palloni gonfiabili con una croce rossa disegnata sopra e la riproduzione di baracche in lamiere e cartoni che ricordano quelle che –purtroppo – sono le condizioni di vita nelle favelas.
Accordata anche la costruzione e l’assegnazione di case a basso costo per tutti i lavoratori senzatetto del paese, che manifestano indignati contro lo spreco di denaro pubblico a favore dell’organizzazione della Coppa del mondo.
Meno della metà dei brasiliani sono concordi alla World Cup nel proprio paese, ma la maggior parte continua a chiedersi se era proprio necessario spendere ingenti somme di denaro per ospitare la competizione mondiale, incuranti del peggioramento della soglia di povertà di gran parte della popolazione.

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