Mostra Pasolini a Roma
E’ iniziata il 15 aprile e si protrarrà fino al 20 luglio la mostra su Pier Paolo Pasolini al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Viene rappresentato il legame dello scrittore alla città di Roma, che più di tutte ha ispirato le sue opere, anche più della natia Bologna. La mostra si articola in sei sezioni che vanno dal 1950, anno in cui Pasolini arriva nella Capitale al 1975, anno della tragica morte ad Ostia.
La prima sezione riguarda gli anni 1950-1955. Pasolini arriva a Roma con la madre il 28 gennaio 1950 dopo che la denuncia per atti osceni con adolescenti gli ha causato l’espulsione dal PC e la rimozione dall’insegnamento nelle scuole pubbliche. Dopo i primi tempi in cui sono ospiti di alcuni amici, Pier Paolo e la madre, raggiunti dal padre, vanno a vivere nella zona di Ponte Mammolo, periferia povera della Capitale. Pasolini dichiarerà in seguito, riguardo questi primi anni: “io vivevo come può vivere un condannato a morte, sempre con quel pensiero come una cosa addosso, – disonore, disoccupazione, miseria”. Nonostante ciò, scopre il fascino di Roma oltre al mondo delle borgate, con il suo linguaggio e la sua vitalità che saranno le fonti principali della sua creazione. Scrive molto ed entra in contatto con Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda, Giorgio Caproni e Giorgio Bassani.
La seconda sezione, 1955-1960, inizia con la pubblicazione di “Ragazzi di vita” che suscita molto scalpore ma altrettanto successo. In questi anni Pasolini conosce Alberto Moravia ed Elsa Morante, instaurando con loro un’amicizia profonda e duratura. I guadagni favorevoli gli permettono di comprare la prima automobile e di trasferirsi a Monteverde, in via Fonteiana, con i genitori. Frequenta i ristoranti ed i caffè del centro di Roma ed alla morte di papa Pio XII scrive la poesia “A un papa” in cui accusa il Pontefice di passività verso la povertà e la sofferenza. La poesia provoca scandalo e la fine della sua rivista “Officina”, fondata nel 1955.
La terza sezione comprende gli anni 1961-1962, gli anni del viaggio in India e in Africa e gli anni della trilogia dei film “Accattone”, “Mamma Roma” e “La ricotta”, tutti ambientati nel mondo del sottoproletariato romano. Durante le riprese de “La ricotta” conosce il suo grande amore Ninetto Davoli.
La quarta sezione, 1963-1966, inizia con il trasferimento nella zona residenziale dell’Eur, in cui ambienta il film “Uccellacci e uccellini”. Roma resta sempre al centro della sua vita e attività, anche se ambienta al Sud Italia “Il Vangelo secondo Matteo”, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Venezia. Percorre con la sua auto l’Italia per un’inchiesta sul tema della sessualità attraverso Milano, Modena, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catanzaro e Palermo.
La quinta sezione comprende gli anni 1966-1969. Nel marzo 1966 Pasolini viene ricoverato d’urgenza per un’emorragia causata da un’ulcera e trascorre mesi in convalescenza. Inizia a disamorarsi di Roma e dell’Italia in generale che, “è diventata tutta piccolo-borghese, tranne Napoli, che non cambia mai”. Nel 1968, in occasione dei tumulti degli studenti, scrive una poesia “Il PCI ai giovani”, nella quale parla della propria simpatia per i poliziotti, in gran parte figli di contadini, piuttosto che per gli studenti borghesi figli di papà.
La sesta ed ultima sezione della mostra va dal 1971 al 1975. Gira in Italia Meridionale il “Decameron”, in Inghilterra “I racconti di Canterbury” ed in Egitto, Yemen, India, Iran, Eritrea, Afghanistan e Nepal “Il fiore delle Mille e una notte”. In questo periodo scrive il romanzo “Petrolio” e realizza il film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, durante le riprese del quale riceve minacce, pressioni e furto delle pellicole. La notte tra l’1 ed il 2 novembre 1975 il suo corpo senza vita viene trovato all’Idroscalo di Ostia ed ancora oggi le cause del decesso non sono del tutto chiare.
Una bella mostra, dedicata ad un personaggio di cui molte volte si fatica a parlare e che ancora non ottiene i riconoscimenti che meriterebbe!