#vorreiprendereiltreno: la guerra contro le barriere architettoniche
Tutto è iniziato un po’ per gioco e un po’ per provocazione il 20 Giugno scorso, quando Iacopo Melio, studente ventiduenne toscano, ha risposto al tweet dell’ex ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza.
Il tweet del ministro recitava “Buongiorno, oggi di ritorno da Roma con un treno magnifico partito alle sei #ioprendoiltreno farò lezione alle 11 alla Scuola Sant'Anna” con in evidenza l’hashtag, ovvero quell’etichetta preceduta dal simbolo # io prendo il treno. Immediata la risposta di Iacopo, che in quanto studente comune replica che per la maggior parte delle persone i treni non sono mai magnifici, figuriamoci per un ragazzo con disabilità fisiche.
Sì perché Iacopo, con la sua sedia a rotelle, spesso è costretto a rinunciare ai viaggi in treno o in autobus perché i trasporti pubblici italiani non sono attrezzati per permettergli di salire a bordo. E se non sempre presentano pedane per l’accesso, figuriamoci se offrono bagni idonei ad accogliere una carrozzina.
Il tweet di Iacopo “i treni di noi plebei non sono mai magnifici, soprattutto per noi disabili che di rado troviamo attrezzati. #vorreiprendereiltreno” ha scatenato in pochi giorni una vera e propria battaglia contro le barriere architettoniche, con centinaia di utenti del social network che hanno voluto dimostrare la loro vicinanza a Iacopo e a tutti quelli che quotidianamente sono costretti a imprese per azioni semplici come prendere il treno o l’autobus, scattandosi una foto con l’hashtag vorreiprendereiltreno.
Tutto questo è stato riportato sul blog del giovane universitario web writer, in un articolo che prende una piega più leggera, riflessiva, a tratti divertente e amara allo stesso tempo dal titolo “Sono single perché non piglio l’autobus!”
Un importante spunto di riflessione per tutti ma soprattutto per le autorità competenti, che ci mostra come ancora oggi, nel 2014, in un paese arretrato come il nostro un ragazzo viene privato non solo di un servizio fra tanti come quello dei trasporti pubblici, ma anche di tutte le situazioni che potrebbero derivarne.
Naturale l’indignazione conseguente, ci si chiede come può un servizio pubblico condizionare la vita di un cittadino in questo modo quando dovrebbe in realtà semplificarla.
#vorreiprendereiltreno e non meravigliarmi che sia accessibile a tutti, perché non dovrebbe essere un caso raro ma la normalità in un paese che osa definirsi “civile”.