Week-end di pellegrinaggio a Montevergine

La partenza del pellegrinaggio a piedi per il Santuario di Maria SS. di Montevergine è avvenuta alle ore 15.30 di venerdì 4 luglio presso il sagrato della Basilica di Caiazzo, l’arrivo nella prima mattinata di domenica 6. Come tradizione vuole, il parroco don Antonio Chicerchia ha raggiunto i devoti in autobus insieme ad altri concittadini per officiare la celebrazione eucaristica. Dopo aver invocato la benedizione del Signore e la protezione della Madonna, i fedeli si sono rimessi in viaggio, questa volta in pullman, verso Caiazzo, dove il pellegrinaggio si è concluso intorno alle 19, quando i pellegrini hanno attraversato il centro cantando tra applausi e commozione.
Il pellegrinaggio da Caiazzo a Montevergine è un evento straordinario che si perde nella notte dei tempi, sospeso per alcuni anni nel dopoguerra e ripristinato con grande impegno e con fede profonda. Il cammino del pellegrinaggio è arcaico e tradizionale e attraverso di esso il credente rinnova il suo amore verso Dio e la Madonna. Il Santuario, situato ad un’altezza di 1270 metri, che fin dall’epoca medievale fu un fortissimo richiamo per i pellegrini, ancora oggi conferma così il suo ruolo storico di meta devozionale. Infatti anche quest’anno i pellegrini caiatini, tra cui molti giovani e anziani, hanno percorso i settantacinque chilometri che separano Caiazzo da tale luogo di culto; il tutto accompagnato da tanta fede e da un’eccezionale forza di volontà. Non poche, naturalmente, sono le critiche: esibizionismo, eccesso di protagonismo, fanatismo religioso. Ma niente di tutto ciò anima i devoti caiatini. Essi, fin dalla partenza che è animata da una nenia, pregano e cantano lungo la maggior parte del percorso, che prevede una prima sosta di ristoro e riposo, dopo circa venti chilometri di cammino, in un edificio scolastico di Sant’Agata dei Goti. Si riparte poi a notte inoltrata per camminare tutto il giorno, attraversando San Martino Valle Caudina, per arrivare al mattino successivo ai piedi del Monte (il cosiddetto Ospedaletto), scalato appunto all’alba della domenica insieme ad altri caiatini che giungono per l’ultimo tratto del percorso, il quale prevede una breve sosta presso la “Sedia della Madonna”. E infine, da qui, circa due ore di cammino per giungere alla gradinata del santuario, salita in ginocchio, tra commozione e lacrime. Molto suggestivo anche l’abbandono del santuario, a seguito delle Confessioni, del Rosario e della Santa Messa; abbandono a ritroso, che si svolge senza mai dare le spalle alla Madonna, inneggiando il canto finale “Statte bon Madonna mia, l’ann ch vèn c turnamm a venì”.
L’evento suscita sempre più clamore e coinvolge un numero crescente di fedeli. Nel 1998, anno di ripristino del pellegrinaggio, i fedeli erano circa venti. Essi si scontrarono con le diffidenze e le incredulità dei loro concittadini, ma gli instancabili caiatini sono andati avanti, per crescere in numero e devozione ogni anno. Animati da una profonda fede combatteranno le incertezze e le cattiverie avvertite non poche volte tra la gente di Caiazzo, e tra sofferenza e speranza, gioia e dolore, continueranno a passeggiare, pregare e cantare alla volta del santuario.
 

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