Recensione “Da zero alle stelle” di M. G. Farina
Mi accingo a recensire un libro che ho divorato, in effetti mi capita spesso di divorare i libri che mi piacciono ma, per il libro di M.G. Farina :”Da zero alle stelle”, edito dalla casa editrice: Eden Editori, il divoramento è successo in modo letterale non metaforico. Nel libro attraverso la presentazione di quattro artisti, tutti operanti nel campo musicale, l’autrice ci fa entrare nel suo vissuto, di ragazza prima e di donna poi, in punta di piedi, con circospezione e delicatezza. I quattro personaggi attraverso cui si dipana la narrazione biografica di Maria Giovanna Farina sono nell’ordine: Renato Zero, Alberto Fortis, Mariella Nava e Cristiana Pegoraro. Tramite le canzoni dei primi tre cantautori la scrittrice-filosofa, poiché l’autrice è anche e principalmente una filosofa, ci fa partecipi della sua crescita fisica ed emotiva, narrandoci le sue esperienze riguardo ai temi perenni dell’amicizia, dell’amore, del tradimento e della morte. Concetti fondamentali nella maturazione di ogni persona. Leggendo il libro pieno di citazioni prese da filosofi antichi e moderni, la filosofa-scrittrice si lascia condurre nel suo cammino di crescita personale dal filosofo che più l’ha segnata e colpita durante i suoi studi scolastici:René Descartes, cioè, Cartesio. Egli è ritenuto a ragione l’iniziatore della filosofia moderna. La filosofia pratica non solo teorica di quest’ultimo, ha segnato la formazione professionale e culturale della protagonista. Non è raro trovare nelle pagine di questo istruttivo libro delle vere e proprie “Perle di saggezza”, sparse con dosata misura dalla saggia scrittrice. Attraverso l’ultimo personaggio, la pianista e compositrice musicale Cristiana Pegoraro, l’autrice giunge al percorso finale di un’educazione musicale, che iniziato con l’ascolto delle canzoni di musica leggera dei tre artisti precedenti, sfocia infine nell’ascolto e nell’apprezzamento quasi inaspettato della musica classica suonata, scritta e interpretata magistralmente da Cristiana Pegoraro. In tutto il libro si percepisce, in modo chiaro e netto, il valore che M.G. Farina attribuisce ai concetti fondamentali da lei enunciati in quattro intermezzi, che si interpongono alla narrazione dell’incontro con i quattro artisti da lei presi a modello per narrare una parte della sua vicenda umana.
Nel leggere il libro più di una volta mi sono dovuto soffermare a riflettere su ciò che con delicata e perspicacia maestria la scrittrice è riuscita a mettere intelligentemente nero su bianco.
E’ una lettura piacevole e scorrevole ma, allo stesso modo ricca di spunti di riflessione per ogni persona che ama interrogarsi sul proprio destino, sulla ricerca della felicità, e sull’amara ma necessaria accettazione di una fine ineluttabile.
Il libro è consigliabile per qualsiasi tipo di lettore, però, io lo considero particolarmente adatto ai giovani che sono alla ricerca di una propria identità personale e culturale.
All’autrice va il mio più sincero elogio per avermi dato l’occasione di riflettere su me stesso in diversi momenti della lettura di questo interessante libro.