Recensione al libro: ”Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”, di Roy Lewis
Il libro di cui sto scrivendo questa breve recensione mi è stato consigliato da alcune colleghe, ciò nel malcelato intento di farmi apprezzare maggiormente la considerazione verso le donne.
In verità, non credo affatto che ce ne fosse bisogno. Comunque, il libro in questione si intitola:”Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”, di Roy Lewis, pubblicato dalla casa editrice Adelphi.
Il libro è scritto sottoforma di un resoconto, da parte di uno dei protagonisti:Ernest, della storia evolutiva di una famiglia di uomini-scimmia nel periodo del Pleistocene, precedente quello in cui l’uomo scimmia diventa Homo Sapiens. Non mi addentro in questioni che riguardano la datazione e l’evoluzione dei primi australopitechi, fino al momento in cui si può considerare concluso il lunghissimo periodo evolutivo per arrivare a catalogare i primi Homo Sapiens della storia.
La famiglia di Ernest, con a capo il padre Edward, attraversa e sperimenta nel breve spazio del libro, il lunghissimo periodo in cui i primi ominidi lottano per sopravvivere in un mondo a loro ostile. Ciò avvenne dal primo momento in cui le prime proto scimmie decisero di scendere dagli alberi, di assumere la posizione eretta e di contendere direttamente il dominio del territorio circostante con gli animali più feroci e potenti del tempo: i grandi carnivori!
Guidati dal padre di Ernest, la piccola famiglia di uomini-scimmia sperimenta le varie fasi che li porteranno alla fine della narrazione alla soglia dell’agognata evoluzione in veri e propri uomini, perdendo tutte le caratteristiche delle scimmie da cui discendono.
Ovviamente, l’autore, in tono scherzoso e allegro, porta avanti la sua tesi, secondo la quale la femmina del Pleistocene si evolve e raggiunge all’interno della famiglia quel ruolo che permette all’uomo scimmia di perdere i suoi caratteri scimmieschi e di acquistare quelli subumani.
Questo momento fondamentale per l’uomo-scimmia di perdere questo carattere animalesco viene fatto coincidere con la decisione del padre di Ernest di proibire le relazioni incestuose tra consanguinei per cercare di accoppiarsi con partner al di fuori dello stretto nucleo familiare.
Dal momento che Ernest trova la sua dolce metà, di nome Griselda, inizia la delizia e la croce per l’uomo-scimmia del passato e per l’uomo moderno. L’irrompere prepotente del ruolo sempre maggiore delle femmina nell’organizzazione della società degli uomini-scimmia decreta la fine della prepotenza del maschio sulla femmina.
Da quel momento l’uomo-scimmia è costretto sempre di più a fare i conti con le esigenze particolari della sua compagna, con tutto quello che ne consegue.
E’ un libro divertente e istruttivo, per chi lo legge con l’intenzione di capire il comportamento umano nelle sue due componenti:maschile e femminile. Nonostante si parli di evoluzione umana, con tutto ciò che comporta il linguaggio particolare usato dagli specialisti delle varie discipline correlate al lunghissimo progredire della società umana, l’autore riesce con ammirabile destrezza a renderlo fruibile a chiunque.
Non c’è bisogno di essere oltremodo istruiti sulle fasi e sui termini specifici usati dagli esperti per evidenziare il percorso di milioni di anni che ci hanno condotto fino ai giorni nostri.
L’uomo e la donna si sono evoluti insieme, pur nella loro biologica diversità, essi hanno attraversato le varie Ere geologiche per permetterci oggi di capire e di godere della diversità di genere insita in ognuna delle due specificità umane: l’uomo-donna, la donna-uomo.
Consiglio il libro a tutti i lettori che vogliono capire da dove veniamo e il percorso che ancora possiamo e dobbiamo compiere per un completo riconoscimento delle qualità dei due generi che compongono la razza umana!