Perché è stato cambiato il testo preparato dal ministro Andrea Orlando?

La nuova norma che dovrebbe punire coloro che riciclano denaro frutto di attività illecite, per come formulata ora dal governo, non è un’arma efficace. Anzi: evasori fiscali e corrotti rischiano di rimanere impuniti. Il testo preparato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando era molto diverso. E a quel provvedimento bisogna tornare, facendo un passo indietro. Perché, come dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, "la vera lotta ha bisogno non di compromessi ma di scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione, le forme di illegalità e le mafie". Gli italiani onesti vogliono una legge sull’autoriciclaggio non “annacquata”, senza inciampi per chi indaga e scappatoie per i furbi, con pene certe e proporzionate. Alziamo la nostra voce affinchè ci sia detto con chiarezza che corruzione, truffa, appropriazione indebita, evasione fiscale, finanziamento illecito ai partiti siano puniti nella giusta misura e non come è formulata oggi perché la farebbe franca un evasore che, con i soldi sottratti al fisco, decidesse di comprare una villa o di usarli per se senza reimmetterli in attività economiche. L’attività dei giudici, poi, diventerebbe difficilissima perché sarebbero obbligati a dimostrare che quei soldi sporchi sono stati reimmessi nell'economia e non usati per godimento personale. Anche per i reati di mafia. Tutto ciò ha dell’incredibile e non è conforme alle aspettative degli italiani ONESTI.

 

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