Anche Caserta contro il gioco d’azzardo

Con un ritardo degno di un treno regionale, è arrivata la delibera di giunta comunale con la quale l'amministrazione del capoluogo, facendo seguito ad una delibera di consiglio comunale votata all'unanimità il 17 marzo scorso, ha aderito al “Manifesto dei Sindaci per la legalità controil gioco d'azzardo”.  Ma l'iter di questa proposta, lanciata da Speranza per Caserta e condivisa, lungo il percorso, dalla totalità del parlamentino cittadino, risale ancor più indietro nel tempo, in quanto la mozione fu depositata con prima firmataria l'allora consigliera Norma Naim addirittura il primo ottobre 2013. Dopo l'approvazione di marzo, nonostante i ripetuti solleciti da parte dei consiglieri di Speranza Valentino ed Apperti, nulla era stato fatto, e bisogna riconoscere i giusti meriti alla nuova Assessora alla Cultura, Nicoletta Barbato, per aver “riesumato” la delibera dal fondo di qualche cassetto ed averla proposta alla Giunta Comunale per chiudere l'iter. Ma cosa prevede, nel dettaglio, il “Manifesto” a cui il Comune aderisce? Una serie di misure e di richieste agli enti sovraordinati, per tentare di debellare o quantomeno limitare un fenomeno in drammatica crescita, di cui si parla ancora pochissimo ma che già assume numeri e contorni spaventosi: quello del “gioco d'azzardo patologico”, di cui ha parlato recentemente con bravura nel suo libro “Le Giocatrici” la scrittrice casertana Marilena Lucente. Già quasi 600 comuni in tutta Italia, sottoscrivendo il documento, hanno chiesto di una nuova legge nazionale, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, leggi regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo; potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e parere preventivo vincolante di comuni e  autonomie locali per l’installazione dei giochi d’azzardo. Inoltre i comuni si impegnano a costruire reti sovraterritoriali con le ASL e con Prefettura, Questura e DIA,  ad erogare formazione propria, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura, e ad utilizzare tutti gli strumenti per esercitare e attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo, come statuti comunali, piani di governo del territorio con norme specifiche per le sale gioco, regolamenti (di polizia locale, del commercio, della pubblicità), ordinanze basate sulla necessità di proteggere i più deboli e garantire la sicurezza urbana, controlli della polizia locale sulle sale gioco e su coloro che le frequentano, ai fini della prevenzione nei confronti della malavita organizzata. Insomma, l'adesione al manifesto è non è un punto di arrivo, ma il nastro di partenza di un percorso lungo e difficile, che l'amministrazione ha il dovere di percorrere.

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