Aumento tariffa idrica del 50 per cento

“In merito alla tariffa del canone idrico, come cittadino di San Nicola la strada, vorrei aggiungere alcune piccole considerazioni, visto che rientro come tanti nella categoria di “cittadino tartassato”. È quanto ha affermato Pino Celiento ex consigliere comunale nella precedente consiliatura. “In breve quello che domando è comprendere se è possibile avanzare una “class action” o azione similare, per l’applicazione di una tariffa iniqua per il canone idrico. Guardiamo le dichiarazioni degli attori principali. Nella prima comunicazione al Corriere di San Nicola on line” – ha aggiunto Celiento – “in merito al canone idrico, il Sindaco Pasquale Delli Paoli (in un suo intervento, ndr.) giustificava l’aumento del 50% imposto con atto deliberativo di giunta, dicendo: omissis…. “ in circa 6 mesi siamo riusciti a quantificare in metri cubi il consumo delle famiglie sannicolesi. Ne sono stati consuntivati circa un milione e mezzo a fronte di un fatturato accertato da parte dell'ente gestore di circa due milioni e mezzo di metri cubi. Vi è una dispersione di circa un milione di mc a causa della fatiscenza della rete idrica e dei probabili prelievi abusivi che vanno riscontrati. Il costo di 0,60 a mc è stato richiesto dalla regione Campania perché stabilito con apposito atto deliberativo”. Successivamente” – ha proseguito l’ex consigliere comunale – “c’è stata una seconda dichiarazione del Sindaco che riporto fedelmente omissis… “Mi corre l'obbligo di confermare, ancora una volta, e spero veramente sia l’ultima, che l'aumento del costo per la fornitura dell'acqua è stato operato da parte di Acqua Campania, attuale Gestore Pubblico del prezioso liquido di cui l'ente locale fa parte”. Mi sembra” – tiene a precisare Celiento – “che siano due dichiarazioni non conformi tra di loro. (Agli interessati tutti gli articoli e le dichiarazioni in merito sono integralmente riportate sul “Corriere di San Nicola on line”.) Leggendo tra le righe di quanto dichiarato dal Primo Cittadino” – sottolinea – “si può sicuramente affermare che il gestore Acqua Campania non ha fatto una richiesta di incremento del canone; ha richiesto il pagamento del consumo dell’acqua erogata al nostro Comune: quindi diamo a Cesare quel che è di Cesare. Se, come dice il signor Sindaco, l’acqua utilizzata dai cittadini corrisponde ad un milione e mezzo di mc. mentre il consumo richiesto dalla società è di due milioni e mezzo mc., queste dichiarazioni fanno pensare, che c’è una dispersione/incongruo utilizzo di un milione di mc. di acqua. Quindi alla fine chi è il responsabile dell’incremento del canone idrico del 50%?” – ha concluso Celiento – “Il gestore regionale o l’amministrazione comunale? Bisogna dunque dire che il comitato cittadino “Città partecipata” aveva pienamente ragione nella sua prima dichiarazione. Ed allora perché devono sempre essere i cittadini a pagare? Perché l’inefficienza amministrativa non deve ricadere su coloro che gestiscono la res pubblica? Grazie per gli eventuali consigli/suggerimenti”.

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