La “grande guerra” fu solo orrore

In una città dalle profonde radici militari come la nostra, non potevamo sperare di farla franca, ed anche noi dovremo sorbirci le pompose commemorazioni e celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale: la cosiddetta “Grande Guerra”, in merito alla quale forse a qualcuno va chiarito che l'aggettivo “grande” non va certo ad esaltare l'accaduto, bensì a ricordare il “grande” numero di morti, la “grande”, enorme tragedia.
Infatti, come opportunamente ricorda l'ex deputato Sergio Tanzarella in un articolo pubblicato su “Adista” nel giugno scorso, “l’attivismo celebrativo si era già messo all’opera nel 2012 con la mostra “Verso la grande guerra” al Vittoriano di Roma. In quella occasione, l'allora sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e presidente del Comitato per la commemorazione Paolo Peluffo, ebbe modo di affermare che «la grande guerra è stato un passaggio fondamentale nel processo di costruzione del nostro Paese, perché è nell’affratellamento delle trincee il primo momento vero in cui si sono “fatti” gli italiani». Una tesi stantia che cerca, così, di riabilitare e giustificare quel massacro, collegandolo al completamento dell’unità nazionale”. Una linea ribadita anche dal Comitato per il Centenario della Prima Guerra Mondiale: «Quello della grande guerra è un anniversario particolarmente importante per la costruzione della nostra identità europea». 700mila morti, 500mila feriti gravi e mutilati, una tragedia immane che viene vista, commemorata e celebrata come uno scotto inevitabile da pagare per la crescita del Paese! A conferma di questa visione che noi riteniamo distorta e mistificatoria, nella lettera di due pagine ricevuta circa un anno fa dal Comune di Caserta, per il tramite della Prefettura, in cui si spiegavano le attività promosse dal Comitato per il Centenario e si invitava la città ad organizzare eventi, non vi è traccia della parola “Pace”. La stessa parola fa timidamente capolino nella delibera di giunta comunale n.164 del 27 ottobre, nella quale il Comune rende noto il programma delle commemorazioni in città che si terranno nel prossimo fine settimana.
Speranza per Caserta non ci sta, e sa che sono migliaia i cittadini che la pensano allo stesso modo, che assisteranno con sguardo basito ed incredulo all'esaltazione dei valori militari, della difesa dei confini, del patriottismo, con l'inopportuna e deleteria presenza ancora una volta dei ragazzi delle nostre scuole! Sarebbe bastato un minuto di silenzio, una preghiera (cristiana o laica non ha importanza), ed un unico, semplice messaggio: ricordiamo, dopo cent'anni ed in eterno, questo lutto abnorme, affinché tutto ciò non accada mai più. Per questo ci piace concludere come chiudeva il suo articolo il professor Tanzarella: “L’orrore non andrebbe mai celebrato, ma riconosciuto, ricordato e condannato”   

 

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