Peter Hammill concerta in Europa

In un periodo di crisi che priva i giovani di valori veri, spingendoli ad attaccarsi a ideali come quelli delle orde jihadiste diffusi in veste di trappola dall’esca religiosa, c’è tanto sollievo invece vederne parecchi altri tornare alle icone musicali dei genitori. Ecco a Roma le rassegne dell’Auditorium come Luglio suona bene hanno confermato il tutto esaurito per veterane come Suzanne Vega, Patty Pravo, Loredana  Berté e per i loro coetanei: il cantautore Roberto Vecchioni, l’Orquesta Buenavista Social Club nel corso del tour d’addio alle scene internazionali, i rivoluzionari Kraftwerk, la coppia d’assi del jazz Herbie Hancock e Wayne Shorter, oppure la voce dei Led Zeppelin – Robert Plant.
  Un'altra star britannica, coeva con Robert, Peter Hammill (ambedue classe 1948)  anch’esso separatosi da tempo dal gruppo di lancio – Van der Graaf Generator, è venuto a incantare il pubblico giovane con ballate progressive rock di altri tempi. La location – il palazzo-museo medioevale Bruckenthal di Sibiu ha creato un ambientazione molto intima, complice il numero ristretto di posti – inizialmente previsti 300 al chiuso, ma poi, allargati a tutt’un cortile. Anche se così si esponeva alla minaccia della pioggia persistente fino all’ora di inizio, ma poi  fortunatamente clemente per tutta la durata del concerto. Per tutto quello che ha offerto anche durante quest’estate – la rassegna Artmania in primis, Sibiu si conferma Capitale della Cultura Europea – ruolo che nel 2007 ha ufficialmente ricoperto grazie anche alla saggia amministrazione comunale capitanata dal sindaco Klaus Johannis – grande favorito alle prossime elezioni presidenziali in Romania.   
 Vista la scarsità delle sue date concertistiche (solamente tre quest’anno – il successivo spettacolo  a  Città del Messico, dopo un 2013 di …intervallo),  l’attuale serata inclusa in Artmania 2014  si può considerare un evento assolutamente da non mancare. Un concerto a sorpresa anche perché uno si aspettava vederlo impostato sull’ultimo album Other World, il 32-mo della carriera solistica  di Hammill, uscito nel 2014.  Invece la serata è stata una significativa  rassegna di 15 brani del periodo Van der Graaf Generator e della successiva Band – tutti appartenenti al genere di élite “art rock”,  che ha permesso al songwriter britannico Peter Hammill di distinguersi anche come pluristrumentista, oltre che compositore e interprete vocale di tutti i brani, nonchè produttore di eccezione. Soltanto che nell’one-man show di Sibiu, il menestrello Peter Hammill ha cantato (spesso spingendosi oltre i limiti della sua voce – imbiancata più dei capelli) con il solo accompagnamento del pianoforte e successivamente della chitarra. Col passar del tempo la scaletta approfondiva la tematica del genere divisa tra tenerezza, rabbia, energia (vampirica – siamo in Transilvania, no?), rassegnazione, meditazione e trascendentalismo: Just Good Friends, A Better Time, Strangers Still, The Comet, The Course, The Tail,  Shingle Song, Amnesiac, A Way Out, Time Heals, Energy Vampires, Modern, The Mercy, Traintime, Still Life, A Louse Is Not A Home. Palese l’assomiglianza di A Better Time con Blowin in the Wind, così come la gravità degli accordi di Strangers Still che annunciava una scaletta rappresentativa anche per le liriche “serie” ma pessimistiche, romantico-filosofiche, visto che i versi toccano argomenti come l’annientamento, la falsità nella vita (“life is false, it's killing me”), l’esclusione dal sociale (”Out of joint, out of true, out of love, / Out of the blue, out of order, out of orbit) situazione che solo il passar del tempo potrebbe rimediare, se non una soluzione più radicale: “Maybe I should de-louse this place / Maybe I should de-place this louse” … Un modo – quello dell’artista anziano impegnato nel sociale che sicuramente funge, più di ogni altro, da convincente esempio per l’entusiasta e tanto ricettivo pubblico giovane.

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