Convegno di presentazione del dossier di Legambiente, Ecomafia 2014

Dopo la conferenza stampa in Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana, in cui sono stati spiegati i “numeri” dell’ecomafia sul territorio italiano, comincia il percorso di promozione del Convegno di presentazione del dossier di Legambiente, Ecomafia 2014, e di conoscenza del disegno di legge N. 1345 “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” già approvato alla Camera dei Deputati e giacente ancora al Senato della Repubblica.
Organizzato dal circolo di Legambiente Caserta e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro”, il convegno che si terrà venerdì 14 novembre 2014, alle ore 17:30 presso la Sala Conferenze diocesana, oltre i saluti di don Nicola Lombardi, Direttore ISSR “S.Pietro”, e l’introduzione di Nicola D’Angerio, Presidente Legambiente Caserta, vedrà la partecipazione del Vicepresidente Nazionale Legambiente, Stefano Ciafani, del Vice Prefetto Commissario Terra dei Fuochi, Donato Cafagna, del Deputato M5S Co-firmatario DDL 1345, Salvatore Micillo, del Senatore PD Relatore in Commissione Ambiente del DDL 1345, Pasquale Sollo, e del Direttore Generale Giustizia Penale del Ministero della Giustizia, Raffaele Piccirillo. Modererà Michele Buonomo, Presidente Legambiente Campania.
Le cifre delle infrazioni accertate nel 2013, anno di riferimento del Dossier, sono implacabili, parlano di quasi 30.000 in un anno (più di 80 reati al giorno, oltre 3 all’ora), infrazioni con un commercio illegale che vale circa 15 miliardi di euro. E si parla solo di ciò che è stato accertato e delle sole illegalità ambientali che riguardano, in percentuale, l’intero ciclo alimentare, i delitti contro gli animali e la fauna selvatica, il ciclo dei rifiuti, il ciclo del cemento, gli incendi dolosi e colposi, la ”archeomafia” più altri reati ambientali. La gestione di tutti questi delitti è saldamente nelle mani della ecocriminalità, la quale, con 321 clan, ricava tutta la massa attiva dei guadagni illeciti, a cui bisogna purtroppo aggiungere ulteriori introiti per la pervasiva presenza criminale nei circuiti economici legali, come le energie rinnovabili e la green economy, le urbanizzazioni e ricostruzioni, l’enogastronomico e il made in Italy, i centri commerciali, la depurazione dei reflui, le grandi opere.
Grazie ad una politica debole, se non a tratti connivente con le sue 21 amministrazioni comunali sciolte per condizionamento mafioso in poco più di un anno, sembra quasi che buona parte dell’economia italiana sia stata lasciata completamente nelle mani di questo sistema criminale che controlla il territorio molto più dello Stato. In questo contesto più che emergenziale, è dubbio che nella nostra legislazione penale non esista ancora il reato di disastro ambientale ed è ancor più oscuro il motivo per cui il disegno di legge n. 1345 che introdurrebbe mezzi e azioni più efficaci alla lotta alla eco criminalità, giace ancora in un’ala del Parlamento Italiano.
Un piccolo accenno alla Terra dei Fuochi, con la sospensione dei campionamenti sui suoli a rischio, del mancato rispetto delle scadenze previste dalla legge, la mancata delimitazione dei siti inquinati con relativa bonifica, è un ulteriore indizio di una ambigua irrisolutezza dell’azione politica.
Il convegno del 14 novembre cercherà di fare maggiore chiarezza anche sulle politiche che il Parlamento adotterà sui delitti ambientali.

 

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