Riecco l’Italia

Ieri al Marassi di Genova si è disputata l’amichevole tra Italia e Albania. Una partita che non ha aggiudicato punti ma ha regalato grandi emozioni, dentro e fuori dal campo. Innanzitutto va ricordato che il ricavato del match sarà devoluto alle zone maggiormente colpite dalle alluvioni che in quest’ultimo periodo stanno interessando la Liguria. Non sarà sfuggito a nessuno il clima di festa che si è respirato allo stadio (guastato solo dai cori offensivi contro la Serbia) che ha visto il suo culmine nell’invasione di campo (pacifica) da parte di tre tifosi albanesi, di cui uno, forse, rimarrà nella storia per essersi fatto autografare la bandiera dal capitano Cana. Altro momento emozionante è stato l’ingresso in campo di Francesco Acerbi, salito alla ribalta negli anni scorsi per la malattia che lo ha colpito e che, fortunatamente, ha sconfitto.
La gara è stata molto intensa, con continui capovolgimenti di fronte. Anzi bisogna rendere onore agli uomini di De Biase che, pur essendo inferiori sulla carta, hanno lottato su ogni pallone, sfiorando in più occasioni anche il gol. L’undici dell’Italia, invece, è cambiato molto rispetto alle gare precedenti, a causa degli infortuni e degli esperimenti voluti dal ct Conte. Addirittura ci sono stati ben 5 debuttanti e proprio uno di questi, Stefano Okaka, ha sbloccato il risultato e condotto gli azzurri alla vittoria.
Con questa prestazione l’Italia si è scrollata di dosso le critiche ricevute dopo il match di domenica contro la Croazia. Conte al termine della partita ha rivendicato per se e per il gruppo ciò che spetta loro di fatto e di diritto, il rispetto. Infatti, a chi gli ha ricordato di domenica lui ha risposto “abbiamo vinto 5 partite su 6 e siamo solo all’inizio” ed ha precisato di non vedere di buon occhio la lunga pausa dalla nazionale, che scenderà in campo nel prossimo mese di marzo.
La gestione Conte, non può essere negato, comincia a dare i suoi frutti. Al di là dei risultati, l’ex allenatore della juve sta dando un’impronta diversa al concetto di Italia. Pretende massimo impegno dai giocatori e, soprattutto, massiccio sostegno da parte dei tifosi, che già prima dello sciagurato mondiale brasiliano sembravano essersi disinteressati alla nazionale. Colpiscono, inoltre, le convocazioni. La squadra è un mix di calciatori giovani e di altri con tanta esperienza alle spalle. E non importa se loro giochino in club prestigiosi o meno, il ct (finalmente) guarda le prestazioni in campo

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