Sergio Mattarella, una vita al servizio delle istituzioni

La candidatura di Sergio Mattarella è stata proposta dal segretario del Pd, Matteo Renzi, all’assemblea dei grandi elettori democratici giovedì scorso e approvata con un voto unanime. La scelta del giudice della Consulta è arrivata dopo un ampio giro di consultazioni condotte dai vertici dem con tutti i gruppi politici rappresentati in Parlamento. Attorno all’uomo politico palermitano è stato così possibile coagulare l’adesione dei grandi elettori di Pd, Ap, Sel, Sc, Pi, Gal, Cd e delle Minoranze linguistiche. Nel suo discorso ai grandi elettori del Pd, il segretario Renzi ha motivato la candidatura di Mattarella con sei motivi: è stato ministro per i Rapporti con il Parlamento; tutta la sua vita è stata segnata dall’impegno contro la mafia; ha avuto il coraggio di dimettersi da ministro della Pubblica istruzione, nel luglio del 1990, per dire “no” alla legge Mammì, che sanciva il duopolio Rai-Mediaset; ha dato il nome alla legge elettorale maggioritaria che ha introdotto in Italia i collegi uninominali; è stato ministro della Difesa negli anni ’90 durante la guerra nei Balcani, esperienza che gli ha permesso di instaurare rapporti internazionali e abolire la leva obbligatoria; dal 2011 è giudice della Corte costituzionale, incarico che gli dà il profilo di custode non rigido bensì aperto e attivo della Costituzione, caratteristica molto importante in un momento in cui è in atto un processo di riforma della Carta fondamentale. Con la candidatura e l’elezione di Sergio Mattarella al Colle, il Pd ha dato prova di responsabilità e di saper anteporre gli interessi dell’Italia a quelli di partito.

 

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