Immigrato armato di coltello ferisce un poliziotto
La scorsa notte, a seguito di una segnalazione di presenza di persona armata di coltello, una pattuglia della Polizia di Stato dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura, interveniva nella centralissima piazza Carlo III di Caserta, riscontrando la effettiva presenza dell'uomo che , effettivamente , era armato di coltello. Solo al termine di una violenta colluttazione gli agenti riuscivano a disarmare l'immigrato ed a trarlo in arresto; nella circostanza però un poliziotto restava ferito dovendo così ricorrere a cure sanitarie presso il locale ospedale.
Sull' ennesimo episodio di cronaca nera che ormai affligge quotidianamente la città di Caserta è intervenuto Giuseppe Raimondi, Segretario Generale regionale del Coisp, che ha dichiarato:
" In primis voglio esprimere la massima solidarietà al collega ferito, ed i più vivi complimenti in quanto unitamente al suo compagno di pattuglia, incurante del pericolo e senza causare lesioni al loro antagonista, sono riusciti a bloccare il balordo di turno evitando così che con il coltello potesse arrecare ulteriori danni a passanti. Auguro al collega, che tra l'altro ho il piacere di conoscere di persona, una veloce guarigione perché la collettività ha bisogno di eroi, che compensino le mancanze della politica e della Amministrazione. Occorre però accelerare – prosegue Raimondi – , fare qualche passo avanti ed adeguare la Polizia di Stato italiana agli standard europei e mondiali, dotare gli agenti di nuovi strumenti di difesa , tipo la pistola Taser, che consenta di risolvere situazioni sopra descritte senza pericolo per l'operatore ed anche per la persona da bloccare."
Sulla vicenda è intervenuto anche Claudio Trematerra, leader provinciale del Coisp, che ha aggiunto: " Mi associo agli auguri di Raimondi per una veloce guarigione del collega ferito. Il questore di Caserta sicuramente saprà valorizzare il suo gesto. Il discorso sulla sicurezza in Terra di Lavoro è però molto più complesso; pochi giorni fa abbiamo assistito alla violenta rapina in casa Zinzi, i cui autori sono stati già individuati grazie al fiuto degli investigatori casertani, nello stesso periodo i dipendenti della Reggia di Caserta hanno denunciato l'abbandono in cui versa la Reggia stessa, in mano ad un manipolo di clandestini, ambulanti e quant'altro. È ora che a Roma capiscano che bisogna incrementare l'organico e le dotazioni di una questura che si trova ad operare in una delle zone più difficili d'Italia, che lo Stato, con un progetto fallimentare, vorrebbe riconquistare. BASTA, servono fatti e non più parole".