Celiachia: cura e nuovi traguardi scientifici

Fino a pochi anni fa la celiachia era considerata una patologia rara, questo probabilmente perché molti casi restavano senza diagnosi vista la variabilità della sintomatologia. Oggi, grazie alle nuove frontiere raggiunte dalla ricerca, ma anche a causa dell’abnorme quantità di glutine presente nella nostra dieta,  sappiamo che si tratta di una patologia sempre più diffusa che si può manifestare a qualsiasi età.
La patologia è scatenata da una predisposizione genetica che causa una risposta immunitaria contro le gliadine, sono proteine che si trovano nel glutine, il glutine rappresenta la parte proteica di molti  tipi di cereali. In questi pazienti, l’ingestione di alimenti contenente glutine, scatena una serie vasta e variabile di sintomi. Solo se coesistono predisposizione genetica e ingestione di glutine si può manifestare la patologia. Oggi l’unica cura disponibile è la rimozione del glutine dalla dieta, usando come fonte di carboidrati, cereali  trattati allo scopo di renderli privi di glutine, ma anche alimenti che ne sono naturalmente privi, come: riso, mais, miglio, grano saraceno, patate, manioca, amaranto, sorgo, quinoa.
Sul sito celiachia.it è presente una lista di alimenti contrassegnati dai simboli:    = Permesso  = Rischio   = Vietato. Come spiegato anche dal sito:
Gli alimenti permessi possono essere consumati liberamente dai pazienti celiaci, in quanto naturalmente privi di glutine.
Gli alimenti a rischio potrebbero contenere glutine in quantità superiore ai 20 ppm (parti su 1 milione) o a rischio di contaminazione e per i quali è necessario conoscere e controllare gli ingredienti ed i processi di lavorazione. I prodotti di queste categorie che vengono ritenuti idonei dall' AIC (Associazione Italiana Celiachia) vengono inseriti nel Prontuario AIC degli Alimenti.
Gli alimenti vietati contengono glutine e pertanto non sono adatti per i pazienti affetti da celiachia.
Per tutti i prodotti alimentari che contengono una quantità di glutine inferiore a 20 ppm e quindi ritenuti idonei per l’alimentazione dei celiaci (secondo quanto indicato dal Ministero della Salute), l'Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha registrato un marchio a tutela dei consumatori: la spiga sbarrata.
Attualmente sono in corso studi per testare il possibile effetto “protettivo” di alcune molecole  sulla sintomatologia celiaca, si parla di “vaccini per celiaci”.
In particolare sono in corso studi rivolti alla sperimentazione di una molecola denominata Larazotide Acetato (AT1001), che sembrerebbe agire contro la zonulina (è una proteina che regola la permeabilità intestinale e che risulta essere alterata nei pazienti celiaci). La Larazotide Acetato, bloccando la zonulina,  dovrebbe impedire  l'apertura delle tight-junctions (giunzioni che si trovano a livello intestinali e servono per limitare l’assorbimento di determinate molecole) e quindi bloccare il passaggio del glutine.
La molecola,  tutt’oggi oggetto di studio, sembrerebbe proteggere solo parzialmente dai danni causati dall’ingestione di glutine. Attualmente l’unica cura disponibile è la dieta aglutinata.

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