Le antiche terme di Triflisco

Quella che noi oggi conosciamo con il nome di Triflisco, un tempo era indicata come la collina di Palombara, ed era famosa già nella lontana epoca romana.
Questa particolare frazione di Bellona era molto conosciuta in tempi remoti grazie alla sua naturale conformazione territoriale: numerosi canali d’acqua attraversano Triflisco, da quelli generati dal Volturno a quelli invece alimentati da fonti acquifere naturali, che provengono dalle falde della più nota Riardo, e sono da sempre conosciuti per particolari poteri curativi.
In antichità, infatti, molti abitanti del luogo, o confinanti, erano soliti recarsi nella località di Triflisco per beneficiare degli effetti salubri delle sue acque, tanto da portare alla creazione di vere e proprie terme dove i bagnanti provavano a curare le diverse patologie di cui erano affetti.
Dalle malattie legate al tratto urinario a quelle epatiche, fino a passare per quelle del tratto digerente o ai dolori ossei dovuti all’artrosi: tutto questo poteva essere curato con le acque di Triflisco, la cui efficacia trova tutt’oggi fondamento scientifico.
Grazie alla sua naturale mineralità, infatti, l’acqua conserva proprietà idrochimiche salutari in grado di aiutare a combattere queste diverse patologie.
Già gli antichi conoscevano il segreto di queste acque, e una delle prime citazioni dei poteri curativi dell’acqua di Triflisco risale addirittura a Plinio il Vecchio, che si riferiva alla località scrivendo di “acque mediche nei pressi del tempio di Diana Tifatina” – ovvero l’attuale basilica di Sant’Angelo in Formis – confermando l’utilizzo di questa località per scopi specificamente termali.
Ma è tra il 1500 e il 1600 che le acque di Triflisco vedono un’affluenza sempre maggiore, e tra coloro che si recavano regolarmente sul posto compare anche un nome importante, quello del cardinale Bellarmino, che dopo essersi trasferito a Roma era solito chiedere ai pellegrini provenienti da Capua un po’ di quell’acqua fredda cui era tanto affezionato.
Dal 1800, poi, furono installati degli impianti in grado di riscaldare l’acqua e rendere Triflisco un vero centro termale, largamente sfruttato fino alla metà del ‘900, quando l’interesse per la particolarità dell’acqua iniziò a virare verso l’industria di imbottigliamento, progetto che però non ha mai visto la luce.

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