Tutto sul Festival dell’Erranza 2015 – Rassegna internazionale di cultura
Piedimonte Matese 13-15 settembre – Passaggi di umanità – I motivi che ci hanno spinto a creare il primo Festival dell’erranza sono simili a quelli che inducono un viandante a porsi in cammino.
All’inizio la sua mente è affollata di emozioni contrastanti, ma dopo i primi passi, quando l’incedere avrà trovato il suo ritmo, le idee si saranno disposte in modo nuovo. Questo sarà il momento per riflettere sulla propria scelta. A noi è capitato qualcosa di simile. Dopo aver percorso un discreto cammino, conosciamo oggi la ragione della nostra scelta. Eccone una sintesi.
Il Festival dell’Erranza è il luogo doves’incontreranno viaggiatori, sportivi, filosofi, religiosi, scrittori, artisti per indagare sull’arte di girare il mondo, sulla necessità di mettersi in cammino, sulla tendenza al nomadismo, sull’entusiasmo all’esplorazione, sull’impulso al viaggio, sulla fatica del migrare, sull’impegno agonistico dello sportivo.
Ascolteremo leloro narrazioni che solleciteranno la nostra attenzione verso i temi centrali della modernità.
Nell’organizzare gli incontri abbiamo voluto armonizzare il contributo artistico con quello di ricerca,la riflessione filosofica con il resoconto di viaggio.
Nella sua prima edizione, il Festival si svolge alle falde dell’Appennino Campano, nel borgo antico di Piedimonte Matese, contiguo alla cittadina di Alife, tappa della Via Francigena del Sud.
Il tema di questa edizione è dedicato ai “passaggi di umanità”. Gli ospiti, seguendo ognuno la propria sensibilità, proveranno a interrogarsi sulla crisi di passaggio che investe la nostra contemporaneità, chiedendosi dove questa intende condurci, cosa emerge attraverso essa e quali sono i “passaggi” per affrontarla.
Il Festival dell’Erranza compie in questo modo il suo primo passo con decisione e con cuore puro.
Ideatore e Direttore artistico
Roberto Perrotti
email: direzione@festivaldellerranza.it
tel: 330974111
Festival dell’Erranza
Piedimonte Matese (ce),
13 al 15 Settembre 2013
Complesso monumentale del Chiostro di S. Domenico
Venerdì 13 settembre
Ore 17.30 Apertura
Ore 18.00,Marco Guzzi, poeta e filosofo, Passaggi di umanità
Marco Guzzi (1955), poeta e filosofo, ha fondato nel 1999 i Gruppi di liberazione interiore “Darsi pace”, nell’orizzonte di una riconiugazione tra fede cristiana e modernità (www.darsipace.it).
Dal 1985 al 1998 ha infatti condotto alcune delle principali trasmissioni di dialogo col pubblico di Radio RAI, quali Dentro la sera, 3131, e Sognando il giorno. Dal 1985 al 2002 ha diretto i seminari poetici e filosofici del Centro Internazionale Eugenio Montale di Roma. Dal 2004 dirige presso le Edizioni Paoline la collana “Crocevia”.
Dal 2005 insegna presso il “Claretianum”, Istituto di Teologia della Vita Consacrata dell’Università Lateranense, e dal 2008 nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana.
Nel 2009 Benedetto XVI lo ha nominato Membro della Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Ha pubblicato più di 20 volumi, gli ultimi titoli sono: Per donarsi – Un manuale di guarigione profonda (Paoline 2007); Yoga e preghiera cristiana – Percorsi di liberazione interiore (Paoline 2009); Dalla fine all’inizio – Saggi apocalittici (Paoline 2011); Dodici parole per ricominciare – Saggi messianici (Ancora 2011); Il cuore a nudo – Guarire in dialogo con Dio (Paoline 2012); Buone Notizie – Spunti per una vita nuova (Messaggero S. Antonio 2013).
Ore 19.30,Manlio Santanelli, drammaturgo, Le vie carovaniere dell’anima
Manlio Santanelli nasce a Napoli nel 1938. E’ drammaturgo e scrittore. Dal 1961 al 1980 lavora alla Rai come sceneggiatore radiofonico e televisivo. Il suo primo testo teatrale, “Uscita d’emergenza”, fu rappresentato per la prima volta al teatro San Ferdinando di Napoli il 7 novembre 1980, interpreti Bruno Cirino e Nello Mascia, e ottenne importanti riconoscimenti quali il premio “IDI” (Istituto del Dramma Italiano) e il premio “ANCI” (Associazione dei Critici Italiani). Dopo “L’isola di Sancho”, nel 1985 esce “Regina Madre”, testo tradotto in 19 lingue e oggi rappresentato in molti paesi. Nelle sue commedie si avvertono gli influssi del teatro dell’assurdo, per quell’apparente stato di immobilità e di apatia, unito alla follia delle situazioni narrate, rotte da un’ironia tutta napoletana.
Ore 20.30, Antonello Cossia, attore, Solo andata di Erri De Luca, Recita con Francesco Sansalone e Mario Laporta
“Ho pensato di morire però ho cercato di nuotare più che potevo, anche se la terra non si vedeva e da tutte le parti c’era solo mare”.
”Ero insieme ad alcuni connazionali e ci hanno tenuti prigionieri per alcuni giorni, minacciando di tagliarci il lobo dell’orecchio e le dita se non avessimo consegnato loro i nostri soldi”.
Parole desunte dagli articoli pubblicati in questi caldi giorni di giugno, in cui le preoccupazioni per il caldo, insieme alle previsioni per le vacanze, non ci fanno pensare a coloro che il mare lo affrontano per disperazione, fame, speranza di una vita migliore.
Questo testo di Erri De Luca è una dedica che cerco di fare al buonsenso, alla partecipazione, all’attenzione da rivolgere verso coloro che stanno peggio di noi.
Non lo faccio per spirito di carità, ma sbatto la voce in palcoscenico per rabbia contro le ingiustizie.
La musica di Francesco Sansalone sarà strumento emotivo che porterà temperatura, mentre le immagini di Mario Laporta, ricorderanno che la poesia è necessaria quando essa è anche realtà, così come testimonia la sua personale documentazione fotografica sui viaggi dei migranti clandestini.
“La nostra Patria è una barca, è cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata”.
Antonello Cossia studia nel 1984, Danza Moderna frequentando numerosi stages in Italia e a Parigi. Frequenta i laboratori di ReinaMirecka, Leo De Berardinis, Renato Carpentieri, YoshiOida, MamadouDioume. Partecipa per sei anni al progetto Teatro Laboratorio di Antonio Neiwiller. Come attore collabora con i registi: Claudio Collovà, Alfonso Santagata, Mario Martone, Renato Carpentieri, Daniele Segre, Ninni Bruschetta, Toni Servillo. Realizza con Raffaele Di Florio e Riccardo Veno gli spettacoli: Il Passaggio delle ore, Fratelli, Qui davanti ad una notte sul mare, Segni, La discesa, Lo sguardo escluso, Penultimi. Come musicista realizza gli spettacoli: La storia di Uosso, La sala Azzurra. Scrive e interpreta il monologo “A fronte Alta – un sogno del millenovecento cinquantasei” edizioni Guida 2007. Nel 2010 dirige e interpreta Figlio del Tricolore.
Sabato14 settembre
Ore 18.00 , Emanuele Trevi, scrittore, Le vie del nomadismo
Emanuele Trevi (Roma, 7 gennaio 1964) è critico letterario e scrittore. Figlio dello psicoanalista junghiano Mario Trevi, ha scritto diversi saggi e curato numerosi libri classici. È stato direttore creativo della Fazi Editore e ha curato una collana presso Quiritta Editore di Roma. Ha tenuto e redatto colloqui con Raffaele La Capria e Mario Trevi. Collabora con RAI-3 Radio e scrive su Nuovi argomenti, Il caffè illustrato, la Repubblica, la Stampa e il Manifesto. Ha pubblicato, fra l’altro:
Istruzioni per l’uso del lupo, (Elliot);
Musica distante: meditazioni sulle virtù, (Mondadori);
I cani del nulla. Una storia vera, (Einaudi);
Senza verso. Un’estate a Roma, ( Laterza);
L’onda del porto. Un sogno fatto in Asia,( Laterza);
Invasioni controllate, (Castelvecchi);
Letteratura e libertà, (Fandango Libri);
Il libro della gioia perpetua, (Rizzoli);
Qualcosa di scritto, (Ponte alle Grazie).
Ore 19.00,Davide Gandini, scrittore, La dritta via era smarrita
Davide Gandini (Pavia, 17 ottobre 1963) insegna discipline giuridiche ed economiche all’Istituto Superiore “Giancardi” di Alassio e al Liceo delle Scienze Umane “Redemptoris Mater” di Albenga. È segretario generale del Piccolo Cottolengo genovese di don Orione. È priore del Capitolo ligure della Confraternita di San Jacopo di Compostela di Perugia.
Ha pubblicato: Il Portico della Gloria. Lourdes, Santiago de Compostela, Finisterre a piedi (E.D.B. 1996, sesta ristampa 2011), con Invito alla lettura di Vittorio Messori e Introduzione di Paolo Caucci von Saucken; Per la speranza degli uomini. Vita di don Giovanni Calabria (Marietti editore, Genova, 1999) ; La strada buona. Appunti dopo Santiago ( con Paolo Asolan) (Marietti editore, Genova, 2008); La strada buona. Canti pellegrini europei e sudamericani. CD musicale.
Ore 20.00,Duccio Demetrio, filosofo, Passaggi sulla terra offesa
Duccio Demetrio, professore ordinario di Filosofia dell’Educazione presso l’Università di Milano Bicocca. Si occupa di teorie e metodi della formazione. Ha fondato la rivista Adultità nel 1995 e la Libera Università dell’autobiografia di Anghiari, nel 1998. Ha dato vita al Centro studi Adultità Ettore Gelpi, nel
2002, presso la Statale di Milano. Nel 2006 fonda la Società di pedagogia e didattica della scrittura Graphein; e, nel 2010, l’ Accademia del silenzio presso la Casa della cultura di Milano.
Fra le sue opere: Raccontarsi (Cortina 1996); Manuale di educazione degli adulti (Laterza,1997); Elogio dell’immaturità (Cortina,1998); Autoanalisi per non pazienti (Cortina ,2003); La scrittura clinica (Cortina,2008); Filosofia del camminare (Cortina,2005); Perché amiamo scrivere (Cortina,2011).
Ore 21.00,Riccardo Ceres, cantautore, Se non si parte non si riparte, Concerto
“Se non si parte non si riparte” è uno spettacolo contro la crisi che seriamente non si prende sul serio, come il suo autore Riccardo Ceres. Lo spettacolo nasce dall’esigenza di girare il più possibile sul territorio nazionale per promuovere il nuovo disco di Riccardo “e il mondo non c’è più” disponibile da Novembre 2012 in tutti i peggiori negozi di dischi.
Riccardo Ceres, cantautore, compositore, scrittore, attore e molto altro ancora è per nostra fortuna figlio delle indimenticabili melodie che hanno reso la musica italiana famosa in tutto il mondo tra gli anni ’50 e ’70, ma anche di Tom Waits, Bukowski, Miller, Ciampi che hanno sicuramente ispirato la sua scrittura e che gli hanno fatto prendere l’appellativo di “cantautore pulp”. Scanzonato, irriverente, serio, romantico, malandrino, grottesco, divertente, tutto questo è Riccardo Ceres, un autore ostinato che non smette di credere nella musica italiana e che volentieri ammicca al blues ed al jazz. Di lui si è detto che sia l’erede di Buscaglione, oppure il figlioccio di Tom Waits e a proposito di Waits, se avete amato i suoi “Heartattack and vine” e “Swordfishtrombones” e vi siete chiesti come sarebbe stato se quei dischi fossero stati scritti, pensati e suonati nella nostra lingua, allora non potete certamente fare a meno di questo concerto.
Domenica 15 settembre
Ore 18, Scritture in transito Nando Vitali dialoga con Carla D’Alessio
Il sapere orizzontale dei media, che ha coinvolto l’arte e la cultura in generale, è necessario affiancare un’idea di bellezza fatta di cura e partecipazione. Scrivere è momento di conoscenza. Se si potesse paragonare la lettura, che ne è la forma speculare, alla masticazione, ne dovremmo auspicare una masticazione lenta. Slow food che fermi nella bocca e sotto al palato i sapori, scomponendoli affinché alla prima degustazione ne segua una seconda nutritiva per l’intero corpo.
Il passaggio rapido delle merci culturali impedisce questo processo di acquisizione. Il nostro compito è quello di rallentare il transito, per farne una fotografia sulla quale soffermare lo sguardo e appoggiare i sensi, per dare solidità alla scrittura e al suo contenuto d’idee.
La bellezza è cura del particolare e dedizione. Cerca nella sostanza (il cartaceo in questo senso è l’ideale) la sua misteriosa origine, le motivazioni per le quali la nostra specie la persegue come una necessità.
In definitiva, è come se a un sapere orecchiabile, si opponesse una forma testo che si tramandi nella maniera epica di un racconto che sfidi il tempo.
Nando Vitali, nato a Napoli, nel 1953.
Scrittore, editore, docente di scrittura e lettura creativa. Ha collaborato con “Il Mattino” di Napoli e “Il Manifesto”.
Attualmente collabora con “La Repubblica”.
Conduce da circa 18 anni il laboratorio di scrittura e lettura creativa “L’isola delle voci” www.isoladellevoci.it
Scrive, ”Quasi un dizionario “, ( Compagnia dei trovatori);
”Chiodi storti”, (Compagnia dei trovatori), (Premio Molinello).
”Effetto domino” (Treves).
”I morti non serbano rancore”, (Gaffi). Ha fondato e dirige la rivista letteraria “Achab”.
Carla D’Alessio è nata a Caserta nel 1978. Laureata in Lingue e letterature straniere all’Orientale di Napoli e diplomata in tecniche della narrazione alla Scuola Holden di Torino, ha esordito con il racconto Formine incluso nell’antologia Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi Stile Libero, 2004), partecipando poi a una decina di raccolte. Ha pubblicato i romanzi L’altra Agata ( l’Ancora del Mediterraneo, 2008) e Le sette vite dell’amore (Mondadori, 2011).
Ore 19.00, Stefano Faravelli, viaggiatore e scrittore, Il viaggiatore osmotico
Mimesi e osmosi nella pratica del viaggio con il taccuino.
“Nessuno è più adatto a gustare un paesaggio di colui che lo osserva per la prima volta, poiché la natura si presenta allora in tutta la sua estraneità, non ancora infiaccata da un troppo frequente sguardo”. Baudelaire
Viaggiare con il taccuino, disegnando come faccio da anni ,è il mio modo di risarcire il mondo – dall’usura dello sguardo “infiacchito”.
Il medium del disegno e della pittura è particolarmente adeguato a cogliere questo rivelarsi del mondo e a penetrarne la stupefacente novità.
A condizione di essere sulla cosa stessa perché ciò che conta è afferrare “l’unità sostanziale del mondo percepibile” , come insegnava il filosofo e teologo russo Pavel Florenskji , “senza mediazioni”.
Ciò è possibile solo quando “l’anima si fonde con i fenomeni percepiti”.
Il disegno rende possibile questa fusione in quella sorta di andirivieni , estremamente complesso, dello sguardo, della mano, degli impulsi che viaggiano nella corteccia cerebrale e che sono tutt’uno con la cosa vista , con la luce che c’è la fa vedere ecc… quando disegno un paesaggio ,un bambù, divengo quel paesaggio, quel bambù.Identico atteggiamento MIMETICO ( non inteso come un superficiale cambiarsi d’abito) andrà adottato a livello antropologico.Solo così può esserci un reale svelamento dell’uomo all’uomo.
Stefano Faravelli nato a Torino nel 1959. Dopo un’infanzia a contatto con la natura e gli animali, è precoce la scoperta della pittura e del disegno così come l’amore per l’Oriente. Oltre all’Accademia di Belle Arti di Torino, frequenta l’istituto di orientalistica dove si laurea con una tesi in filosofia morale. La vocazione di peintre-savant lo spinge presto verso i carnet di viaggio. Nel 1994 esce Sindh. Quaderno indiano. Al primo ne seguiranno altri su Cina, Mali, india, Egitto (Ed. EDT). Dal 1987 al 1997 collabora come scenografo, pittore e creatore di marionette col Teatro dei Sensibili. È visitingprofessor dell’USI, Università della Svizzera Italiana, e della Scuola Holden di Torino. Intensa la sua attività espositiva in Italia e all’estero come pittore.
Ore 20.00,Giorgio Serafino, viaggiatore e scrittore, Sulla route 66
Giorgio Serafino è nato nel 1975 a Civitanova Marche. Nel 2010 decide di “scappare” intorno al mondo con la sua compagna, Giuliana Foresi, in sella ad una vespa 50 special del 78, chiamata “ il Generale Lee”. Dopo la Route 66, hanno attraversato la Thailandia, il Laos, la Cambogia, il Sud Africa, la Namibia , la Botswana e l’India. Mentre negli anni precedenti ha viaggiato in Brasile, Marocco, Europa e Canada. Con “ L’America in Vespa”, Mursia Editore, Giorgio Serafino vince il Premio Nazionale di Giornalismo e di Letteratura di Viaggio (autore under 40). Attualmente scrive per la rivista di moto “ IN MOTO”, Conti editore
Ore 21.00,Eugenio Bennato, cantautore, Attraverso il mediterraneo, Concerto
Eugenio Bennato (Napoli, 16 marzo 1948) Fa parte della scuola di cantautori napoletani. È uno dei fondatori della Nuova Compagnia di Canto Popolare (1969) e di Musicanova (1976) insieme a Carlo D’Angiò. È autore di diverse colonne sonore tra cui quella dello sceneggiato televisivo, L’eredità della priora (1980), e “La stanza dello scirocco”, per il quale vinse nel 1999 il Nastro d’Argento per la miglior colonna sonora.
Il suo brano, Sole sole, è presente nella colonna sonora del film Rimini Rimini, nel 1989 canta, in coppia con il fratello Edoardo, Le città di mare.
Nel 1990 partecipa al Festival di Sanremo assieme a Tony Esposito. In seguito torna alla sperimentazione e alla ricerca nel campo della musica popolare. Nel 1998 fonda il movimento, Taranta Power, con l’intento di promuovere la taranta attraverso musica, cinema e teatro. Nel 1999 esce l’album, Taranta power. Compie una tournée internazionale nell’est Europa: Belgrado, Sarajevo, Ragusa (Croazia), Tallinn, Varsavia, Praga, Pristina, Skopje.
Tra il 2000 e il 2001 pubblica, Lezioni di tarantella e Tarantella del Gargano. Nello stesso periodo inizia la tournée italiana che prosegue in Marocco, in Tunisia, Canada, Australia, Argentina, U.S.A, Spagna, Francia e Algeria. In quell’anno fonda a Bologna la “Scuola di Tarantella e danze popolari del Mediterraneo”, prima scuola in Italia rivolta al recupero e allo studio di balli popolari del sud Italia.
Nel giugno 2002 esce l’album, Che il mediterraneo sia. Inizia così una nuova tournée internazionale conclusasi nel 2004 al Festival del Cinema egiziano al Cairo.
Partecipa al Festival de Brugges in Belgio, al Festival di Norimberga in Germania, al Festival di Salamanca e Villanova in Spagna, al B.B.C.Chappel Union in Gran Bretagna, al Festival duvent in Corsica e al Roman Forum di Shangai in Cina.
Realizza la colonna sonora del cartone animato “Totò Sapore e la magica storia della pizza”, partecipando nel 2006 alle musiche del film, Il padre delle spose.
Insegna, nello stesso anno, al Laboratorio di Etnomusicologia presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Nel 2007 esce l’album, Sponda sud. Ha collaborato poi al disco, Evoluzione dei Demonilla.
Torna al Festival di Sanremo 2008 con il brano, Grande Sud.
Comunicato stampa
E’ nato da poco un festival che ha già una gran voglia di camminare. Il suo ideatore, non a caso, lo ha battezzato, Festival dell’Erranza. “I motivi che hanno ispirato la creazione di un festival del genere sono simili a quelli che inducono un viandante a mettersi in cammino”. Con queste parole, Roberto Perrotti, direttore artistico del festival, sintetizza il suo pensiero. Lo psicologo e scrittore ha voluto fondare un luogo, dove viaggiatori, sportivi, filosofi, religiosi, scrittori, artisti possano incontrarsi per riflettere insieme sull’arte di girare il mondo, sulla necessità di mettersi in cammino, sulla fatica di migrare, sulla fascinazione delle vie carovaniere.
Nella sua prima edizione, il festival si terrà, dal 13 al 15 settembre, alle falde dell’Appennino Campano, nel borgo diPiedimonte Matese, contiguo alla bimillenaria cittadina di Alife, tappa della Via Francigena del Sud. Tre intensi giorni d’incontri e di spettacoli, nei quali si ascolteranno le narrazioni di numerosi autori che potranno accrescere l’attenzione verso i temi centrali della modernità.
Calendario, dunque, di tutto riguardo. Emanuele Trevi, apprezzato critico letterario, finalista Premio Strega, parlerà delle “ Vie del nomadismo”; Duccio Demetrio, noto filosofo dell’Università di Milano, rifletterà, invece, sul “Passaggio sulla terra offesa”. Marco Guzzi, poeta e filosofo, fondatore dei gruppi di liberazione interiore “Darsi Pace”, parlerà dello smarrimento esistenziale della nostra epoca, indicando una direzione, “ un passaggio” possibile. Per il teatro ci sarà, Manlio Santanelli, fra i più sensibili drammaturghi italiani, la sua “Regina madre” è rappresentata e tradotta in diciannove paesi. Il drammaturgo s’interesserà delle “ Vie carovaniere dell’anima”. Sempre per il teatro, Antonello Cossia rappresenterà un’opera di Erri De Luca, “Solo Andata”. Saranno presenti scrittori del livello diNando Vitali e di Carla D’Alessio, i quali dialogheranno sul tema delle “ Scritture in transito ”. Spazio poi ai grandi viaggiatori:Stefano Faravelli, della Scuola del Viaggio, Davide Gandini, del Centro Studi Compostellani di Perugia e Giorgio Serafino, che ha attraversato in vespa l’America e l’India. A completare la rassegna, due incontri musicali a tema: “ Se non si parte non si riparte” con Riccardo Ceres e Metropolis Due e “ Attraverso il Mediterraneo” con il Maestro, Eugenio Bennato.
Alla manifestazione parteciperanno, Barbara Rossi Prudente, regista; Caterina Di Matteo, attrice; Alberico Bojano, storico eNatalino Russo, giornalista e scrittore. Gli organizzatori parlano già di future edizioni, di appuntamenti nazionali e di altro ancora.
Il Festival dell’Erranza, con il suo sito, www.festivaldellerranza.it compie il suo primo passo, mostrando di avere obbiettivi e finalità ben chiari.
FESTIVAL DELL’ERRANZA2014
11- 14 settembre
La Dimora e l’Altrove.
Siamo soddisfatti di essere giunti alla seconda edizione del Festival dell’Erranza. Il progetto, anche per quest’anno, prevede l’incontro con viaggiatori, scrittori, antropologi, religiosi e artisti, per dialogare sull’ampia semantica dell’erranza. L’attuale edizione darà il suo benvenuto, fra gli altri, a ospiti internazionali e sarà arricchita da installazioni, laboratori, collegamenti skype e da un’Ape Car colma di libri. Il tema di quest’anno riguarderà la Dimora e l’Altrove. Si rifletterà sull’idea di confine, di sosta e di residenza, che esprime il concetto di sicurezza e di possesso. La Dimora, luogo dal quale s’intende allontanarsi ma al quale si anela ritornare, sarà posta a confronto con l’esperienza dell’Altrove che stimolerà le nostre capacità percettive: i “nuovi mondi”, per quanto enigmatici, consentiranno di valutare “ l’universo fuori di casa nostra”. Indagare la relazione Dimora/Altrove ci aiuterà, di certo, a estendere la riflessione sul senso dell’errare. Siamo grati alla Banca Capasso Antonio e in particolare al dott. Salvatore Capasso, Amministratore delegato, per aver promosso l’evento e al Sindaco di Piedimonte Matese, avv. Vincenzo Cappello, per ospitarci nel magnifico chiostro di San Domenico. Con decisione e con cuore puro, come nel nostro stile, riprendiamo il cammino. La Direzione Artistica Il tema Gli autori sono invitati a riflettere sul senso della Dimora, ad ampliarne il significato e a coglierne le molteplici inferenze. Saranno pensate le relazioni esistenti fra la Dimora e L’Altrove. (La Dimora esprime l’idea del “confine”, del luogo di sosta, di residenza, di nascita. Racchiude il concetto di sicurezza, di possesso, di potere. E’ il luogo dove si anela ritornare, dal quale si intende allontanarsi. Spazio mitico, rifugio per il nostro corpo, perimetro sacro che ci rappresenta e ci identifica. Area da preservare a costo della vita, luogo da difendere e che ci difende. Le espressioni seguenti saranno da meditare: “Prendo casa”, “ Persona senza fissa dimora”, “Residenza abitale, occasionale, permanente”. Da valutare anche i seguenti termini: indugio, pausa, tardanza, permanenza.) Si rifletterà sull’esperienza dell’Altrove, che potrà determinare una rottura con la quotidianità, sia sul piano interpersonale sia spaziale. L’incontro con l’Altro, stimolerà le capacità percettive, attentive e ricettive.
(Nella relazione con l’Altrove, lo sguardo si modificherà, si osserverà con l’occhio dello straniero, si vedrà, in altre parole, soltanto ciò che già si conosce.
I “nuovi mondi” potranno apparire bizzarri, incomprensibili, enigmatici; consentiranno, in ogni modo, di valutare “ l’universo fuori di casa nostra”.
Nondimeno la relazione con l’Estraneo potrà evocare emozioni profonde e paure nascoste. L’Alterità potrà presentarsi in più forme, assumere il carattere romantico, malinconico, esotico, spirituale, spaventoso.
Dal confronto con la Diversità, dallo specchiarsi in essa, potranno nascere emozioni nuove, che esprimeranno la sorpresa di “ essere noi quel luogo”.
Questa esperienza si presenterà ambigua: il viaggiatore da un lato ricerca la diversità, dall’altro respinge gli elementi non familiari.)
La Dimora e L’ Altrove torneranno a confrontarsi, esprimendo il loro alto portato semantico.
Autori
Eraldo Affinati
romano, insegna italiano e storia presso la succursale della Città dei Ragazzi. È considerato un maestro del reportage narrativo contemporaneo, tanto da vincere numerosi premi per i suoi saggi e romanzi tra cui: “Campo del sangue” (Mondadori 1997) diario di un viaggio compiuto con mezzi poveri da Venezia ad Auschtwiz, sulle tracce del nonno e di sua madre, o “Berlin” (Rizzoli 2009), un ritratto della capitale tedesca strutturato secondo una scansione quotidiana. Il suo ultimo libro è “Elogio del ripetente” (Mondadori) una disamina della scuola italiana basata sulla sua esperienza personale.
Marco Aime
è un antropologo e scrittore italiano.
Laureatosi nel 1988 presso l’Università di Torino, nel 1999 diventa ricercatore presso l’ateneo di Genova dove dal 2000 è docente di Antropologia culturale. Ha condotto indagini sul campo in vari Paesi dell’Africa occidentale e la sua passione per l'antropologia nasce dai primi viaggi extraeuropei compiuti negli anni degli studi: tra i quali un trekking tra le montagne dell’Hindukush e del Karakorum (Pakistan) nel 1983. E proprio il viaggio, insieme a quello della differenza e dell’identità, costituisce l’infrastruttura epistemologica delle sue ricerche.
Autore di molteplici libri, tra cui “L’altro e l’altrove. Antropologia, geografia, turismo” (Einaudi) ha vinto il Premio Chatwin (del quale ora è giurato) e il Premio Albatros con il libro di racconti “Taxi Brousse”.
Franco Mario Arminio
classe 1960 è nato e vive a Bisaccia, nell’Irpinia d’Oriente. È poeta, scrittore e regista italiano, e si è autodefinito «paesologo», per indicare la sua predilezione per i reportage narrativi dai piccoli paesi italiani soprattutto del Mezzogiorno.
Collabora con “il manifesto”, e “Il fatto quotidiano” ed è animatore del blog “Comunità Provvisorie”. Ha pubblicato sei libri in versi, mentre in prosa ha pubblicato tra gli altri: “Vento forte tra Lacedonia e Candela” (Laterza, 2008) che ha vinto il Premio Napoli, “Cartoline dai morti” (Nottetempo, 2010) che gli è valso il Premio Stephen Dedalus per la sezione “Altre scritture”, “Terracarne” edito da Mondadori che ha ricevuto il premio Carlo Levi e il premio Volponi
Nel 2013 è uscito il suo ultimo libro di prosa “Geografia commossa dell’Italia interna” (Bruno Mondadori).
Alessandra Augelli
dottore di ricerca in Pedagogia e docente a contratto di Pedagogia interculturale presso l’’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Piacenza, è una consulente pedagogica che svolge attività di formazione sui temi dell’affettività e della relazionalità, privilegiando le metodologie narrative ed autobiografiche e si occupa soprattutto di educazione familiare con particolare attenzione all’età preadolescenziale e giovanile.
Contenuti privilegiati della sua ricerca sono il cammino e l’erranza come metafore
formative. Vince nel 2012 la prima edizione del Premio Riccardo Massa con il saggio “Erranze. Attraversare la preadolescenza” in cui affronta il tema della preadolescenza con uno sguardo fenomenologico-esistenziale. Nel 2013 pubblica “In itinere. Per una pedagogia dell’erranza” (ed. Pensa Multimedia).
Paolo Brovelli
milanese, classe 1966, giornalista e traduttore, fondatore di LangLab, agenzia di servizi linguistico-culturali di Milano, all’attività editoriale unisce da sempre una grande passione per la linguistica, la fotografia e il viaggio. Ha al suo attivo viaggi in Europa, America Latina, Africa e Asia. È autore di foto e articoli di viaggio, traduzioni di libri di viaggio, e due libri, sempre di viaggio: “Sulle Ali di un Ape”, un viaggio da Lisbona a Pechino su di un Apecar, e “Il viaggio dell’infame”, alla scoperta del Brasile. Vive tra Milano, Città del Messico e il resto del mondo. Da qualche anno collabora con un tour operatore milanese come consulente culturale e accompagnatore turistico.
Mauro Buffa
è nato e vive a Trento, laureato in giurisprudenza, ha lavorato come giornalista per la carta stampata, televisione e radio occupandosi principalmente di temi sociali, cinema e letteratura. Appassionato cicloturista, ha compiuto vari viaggi in bicicletta in giro per l’Europa alla ricerca di emozioni sportive, storiche e letterarie privilegiando i percorsi lungo i fiumi come il Reno, il Danubio, la Drava e l’Adige. Nel 2010 ha pubblicato con Ediciclo il libro “Sulla Transiberiana. Sette fusi orari, 9200 km, sul treno leggendario da Mosca al mar del Giappone”, in cui racconta del suo viaggio in treno da Mosca a Vladivostok. Nel 2012 invece ha si è dedicato alla Transmongolica, con il volume “Sulla Transmongolica”. 9000 km in treno da Mosca a Pechino sulle orme di Gengis Khan”.
Selene Calloni Williams
è laureata in psicologia con una tesi sullo Yoga Integrale di SriAurobindo e ha conseguito un master postuniversitario in screenwriting presso la Edinburgh Napier University. Autrice televisiva di programmi sul viaggio antropologico e documentarista del viaggio, ha scritto diversi libri sullo sciamanismo, lo yoga e il confronto tra le tradizioni filosofiche orientali e occidentali, per i tipi Mediterranee e altri editori italiani. Attualmente vive tra la Scozia e la Svizzera italiana, dove tiene seminari di meditazione, mindfulness e costellazioni familiari ad approccio immaginale. La diffusione dello Yoga Sciamanico è una delle sue missioni principali, e per farlo nel 2003 ha fondato la Scuola di Nonterapia.
Riccardo Carnovalini
nato a La Spezia nel 1957, da oltre trent’anni viaggia a piedi tra l’Europa e l’Italia, fotografando ciò che vede e pubblicando migliaia tra articoli e foto su riviste e libri. Ha collaborato con i maggiori editori italiani e stranieri e con la rai, conducendo anche programmi televisivi e radiofonici. È presidente dell’Associazione “CamminAmare” – legata a una “passeggiata” di 4000 km lungo la costa da Trieste a Ventimiglia – e dell’Associazione “Sentiero Italia”.
Il suo archivio ha 150 mila fotografie sul paesaggio italiano (www.paesaggioitaliano.it) e rappresenta un punto di riferimento per diverse case editrici.
Arianna Corradi
veronese trapiantata in Piemonte in Val di Susa, tra i passi alpini del Moncenisio e del Monginevro, per la passione del viaggio a cavallo nella natura, è guida del gruppo di “cavalieri alpini” di Alpitrek . Nel giugno del 2007 all’età di ventinove anni, è stata protagonista di un viaggio solitario, durato quattro mesi, lungo la via Francigena da Susa a Canterbury, realizzando un sogno che aveva fin da bambina, accompagnata dal suo cavallo Borbera.
L’impresa è raccontata nel libro “Quel sogno di partire a cavallo” (Edizioni Equitare).
Giovanni D’Andrea
è nato a Napoli da padre partenopeo e da madre danese. Dopo la maturità classica, si è iscritto nella gente di mare, conseguendo i titoli professionali fino al grado di Direttore di macchina per la pesca mediterranea e oceanica, suo attuale status lavorativo. Ha operato in campo ambientalistico come responsabile del settore mare e coste per la delegazione regionale del WWF; ha inoltre conseguito varie abilitazioni subacquee fino al grado di guida subacquea. Parimenti ha sempre coltivato curiosità scientifica e culturale per il territorio regionale, iscrivendosi ad associazioni nazionali. Socio del Club Alpino Italiano, ha fatto parte del suo Gruppo speleologico. Prodotte varie pubblicazioni su studi condotti volontariamente, è dal 1996 socio della Società Speleologica Italiana e dal 1998 socio della Società Geografica italiana.
Riccardo Finelli
modenese, classe 1973, giornalista e scrittore, ha lavorato presso la “Gazzetta di Modena”, “Telemodena”, “Uomini e trasporti”. Attualmente è Capo ufficio stampa di una multiutility e scrive soprattutto narrativa di viaggi, raccontando le proprie esperienze in terre di confine, lontano dal turismo di massa: ha pubblicato “Storie d’Italia” (2007), “C’è di mezzo il mare” (2008) e “150 anni dopo” (2010), e per la Neo Edizioni i volumi “Coi binari fra le nuvole (cronache dalla Transiberiana d’Italia)” (2012) – cronaca di un cammino lungo la ferrovia in odore di dismissione “Sulmona-Carpinone” – e “Appenninia” (2014), viaggio su due ruote lungo lo spartiacque della catena appenninica, da Passo Giovi a Melito di Porto Salvo.
Mauro Ferraris
torinese, trent’anni fa lasciò Torino e le rivolte studentesche del ‘68 per rifugiarsi nel silenzio dei monti e decisivo fu l’incontro con i Lakota Sioux di Fort Laramie, nel Sud Dakota, tanto che tornato in Italia, Ferraris esportò sulle Alpi lo stile della prateria fondando l’Alpitrek, scuola molto speciale di equitazione alpina ispirata alle tradizioni delle popolazioni degli indiani d’America ma anche a quelli delle sierras messicane o delle steppe russe, tutti popoli in armonia col loro ambiente. Dopo aver per anni raccolto le storie delle truppe alpine a cavallo di muli, raccolte nel libro “L’Ultima Volta”, Ferraris ora vive sui monti torinesi tra stage di equitazione, corsi e traversate europee.
Angelo Floramo
nato a Udine nel 1966, ha origini balcaniche da parte di padre. Laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università di Trieste in filologia latina medievale, è collaboratore dell’Archivio Storico Italiano (Firenze); socio fondatore di MediEuropaMediAetas, Centro Internazionale di Studi Medievali per l’Europa Centrale, Orientale e Sud Orientale e dell’Accademia di Studi Medievali JaufréRudel di Gradisca d’Isonzo. Direttore della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, associa un’intensa attività di convegnista al ruolo di professore di liceo a Gemona. Ha pubblicato diversi saggi critici, monografie e articoli scientifici in riviste specializzate nazionali e internazionali e nel 2012 il suo primo libro di narrativa: “Balkan Circus” (Ediciclo/Bottega Errante 2012).
Anna Maspero
laureata in lingue e letterature straniere, dopo aver lasciato il suo lavoro di insegnante, ha fatto del viaggio uno stile di vita, visitando innumerevoli paesi, da sola o accompagnando gruppi lungo i sentieri meno battuti in tutti i cinque continenti. Seguendo le orme del nonno che emigrò in Perù cento anni fa, ha visitato tutta l’America del Sud e si è innamorata della Bolivia, dedicandole la guida “Bolivia, dove le Ande incontrano l’Amazzonia”.
Collaboratrice della Casa editrice Polaris, scrive per diverse riviste ed espone in mostre fotografiche. Cura il blog www.annamaspero.com in cui raccoglie saggia sul viaggiare e nel 2013 pubblica “Il Mondo nelle Mani, divagazioni sul viaggiare”, un vademecum per nomadi e stanziali.
Dopo ogni viaggio torna alla sua cascina in Brianza.
Paolo Mastroianni
è nato a Caserta nel 1966, è ingegnere oltre che scrittore. Ha pubblicato Altrove (Effigie, 2006): sei storie di vite che si intrecciano in una struttura a mosaico e si snodano dal casertano a Londra, passando per Budapest. È di prossima uscita Midland Metro (Effigie 2014), romanzo ambientato nel cuore delle Westmidlands inglesi, laddove l’immigrazione è cominciata con uno scarto di circa sessanta anni di anticipo rispetto all’Italia, dandoci così la possibilità di prevedere ciò che, in parte, è accaduto, sta accadendo e accadrà. Con la naturalezza di un demiurgo, Paolo Mastroianni dà voce alla frustrazione, all’angoscia, al vuoto e soprattutto alla forza e alla speranza di personaggi veri, e seppur lontani, il lettore si identifica fortemente con essi e si ritrova, alla fine del viaggio, cambiato. Se non magicamente migliore, di certo con il desiderio di diventarlo.
Rita Mazzei
insegna Storia moderna all’Università di Firenze. Si occupa della circolazione di uomini, beni e idee nell’Europa della prima età moderna, con particolare riguardo alle relazioni fra Italia e Polonia. Tra le sue svariate pubblicazioni “Itineramercatorum. Circolazione di uomini e beni nell’Europa centro-orientale: 1550-1650 (Lucca 1999); “Per terra e per acqua. Viaggi e viaggiatori nell’Europa moderna” (Carocci editore) in cui analizza non solo la mobilità delle persone in quel periodo ma anche la circolazione dei beni, dei saperi, delle pratiche intellettuali, delle tecniche e delle mode, e “Donne in viaggio. Viaggi di donne. Uno sguardo
nel lungo periodo”, in cui si ricostruiscono le esperienze di viaggio di donne di status diverso tra il Medioevo e il ‘900.
Antonio Moresco
mantovano, esordisce all’età di quarantasei anni con la raccolta di racconti “Clandestinità” (1993). Dopo l’infanzia in un collegio religioso e una lunga militanza nella sinistra extraparlamentare, alla fine degli anni Settanta intraprende un sofferto e lungo apprendistato letterario, di cui dà conto in “Lettere a nessuno”(1997), denunciando le difficoltà di accesso all’editoria.
La sua opera ruota attorno alla trilogia dal titolo “L’increato”, che comprende “Gli esordi”, “Canti del caos” e “Gli increati”, attualmente in fase di stesura.
Fondatore nel 2003 del blog Nazione indiana, nel 2005 ha creato la rivista “Il primo amore”.
Stefania Nardini
giornalista e scrittrice, è nata a Roma e vive tra Marsiglia e il suo casale in Umbria. Dopo anni come inviata del Mattino e del Messaggero, si dedica alla scrittura narrativa ed è autrice di “Roma nascosta” (ed. Newton Compton), di Matrioska (Pironti 2001), che le è valso il primato di essere la prima scrittrice italiana a essere tradotta in Ucraina, “Gli scheletri di via Duomo” (Pironti 2009) e di “Jean Claude Izzo, storia di un marsigliese” (Perdisa Pop 2010) che l’ha consacrata biografa ufficiale del grande autore francese, e grazie alla quale ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Il suo ultimo romanzo è “Alcazar” ambientato nella Marsiglia degli anni ’40 (E/o Edizioni). Per anni ha curato la pagina culturale del Corriere Nazionale. Suoi racconti compaiono in diverse antologie.
Simone Perotti
giornalista, scrittore, skipper e istruttore di vela, nasce a Frascati da famiglia ligure nel ‘65 e dopo Roma e Milano, oggi vive in Val di Vara,nell’entroterra ligure. Trascorre circa quattro mesi l’anno in mare, cura il suo blog e collabora da anni con riviste di settore e quotidiani. Ha scritto diversi libri: “Zenzero e Nuvole” (1995 – 2004); “StojanDecu, l’Altro Uomo”(2005 – Premio Volpe d’Oro); “Uomini Senza Vento” e “L’Equilibrio della farfalla”, noir mediterranei e ambientalisti; e infine i saggi “Adesso basta”, “Avanti tutta” e “Dove sono gli uomini?”.
A breve partirà il “Progetto Mediterranea” una spedizione nautica, culturale e scientifica della durata di 5 anni (2014-2019) che percorrerà circa 20.000 miglia attraverso Mediterraneo, Mar Nero e Mar Rosso Settentrionale a bordo di Mediterranea, un ketch armato a cutter di 60 piedi disegnato da Michel Bigoin.
Carla Perrotti
milanese, giornalista, viaggiatrice e documentarista, è stata la prima donna ad aver attraversato da sola con i Tuareg in Sahara il deserto del Ténéré in Niger a seguito di una carovana del sale, nell’ottobre del 1991, ed è l’unica donna al mondo ad avere attraversato a piedi e in solitaria sette deserti realizzando il suo sogno di “un deserto per continente”.
Nel 1984 entra a far parte del “Sector No Limits Team”; nel ‘96 attraversa per 350 Km una parte del deserto del Kalahari in Botswana viaggiando per 15 giorni in completa autonomia di acqua e cibo; nel 1998 porta a termine con successo la traversata in solitario ed in autosufficienza del deserto del Taklimakan in Cina.
Dalle sue varie avventure sono nati diversi libri, quasi tutti pubblicati da Corbaccio.
Filippo Tuena
scrittore nato a Roma nel 1953, vive a Milano e ha origini triestine, pugliesi e svizzere. Proprio in Svizzera ha appena pubblicato il suo ultimo libro “Quanto lunghi i tuoi secoli (Archeologia personale)” un viaggio nella memoria della sua famiglia nei Grigioni.
Laureato in Storia dell’arte, ha iniziato proprio scrivendo saggi sull’arte, mentre ha pubblicato il suo primo romanzo nel 1991: “Lo sguardo della paura” che gli è valso il Premio Bagutta-Opera Prima. Il suo ultimo romanzo “Ultimo parallelo” (Rizzoli 2007) ottiene invece il Viareggio. Da allora ha pubblicato tra gli altri il libello ironico “Manualetto pratico a uso dello scrittore ignorante” (Mattioli 2010) e dirige la collana di libri di viaggi e avventura ‘Tusitala’ per “Nutrimenti’.
Luca Vagniluca
antropologo e documentarista, dopo aver viaggiato a lungo tra Africa e Asia, producendo reportage, foto e articoli giornalistici e aver partecipato nel 1996 a un progetto di ricerca sullo sciamanesimo nella regione himalayana del Nepal, fonda nel 1998 insieme alla moglie archeologa l’associazione “91° parallelo” specializzata in documentari e ricerche sul campo.
Da qualche anno periodicamente parte con tutta la famiglia che comprende anche due bambini per i viaggi più avventurosi, perlopiù a bordo di un Iveco 4X4.
Rassegna stampa edizione 2014
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FESTIVAL DELL’ERRANZA 2015
11-13 Settembre
Lo Straniero e le Nuvole
Lo straniero, che ci viene incontro, non è solo l’emigrante, il forestiero, il rom, è, prima di ogni cosa, l’Altro da noi, e per questo un uomo enigmatico, fonte d’interrogazione.
Egli ci offre l’occasione per far luce, con gli strumenti che disponiamo, sulla sua oscurità, sui misteri di cui è portatore.
Lo straniero, considerato in senso lato, non può ritenersi un approdo definitivo, la sua presenza, piuttosto, ci induce a un cammino di conoscenza, a un’erranza continua per ridurre le distanze rispetto alla sua estraneità.
Egli, provenendo dall’esterno, ci presenta il problema della sua ospitalità e della sua accoglienza, assieme a quello della sua minaccia.
Lo straniero, dunque, ha in sé due caratteristiche insolubili: da un lato è un ospite, dall’altro un nemico.
In altre parole, è il portatore di un dono (la nostra identità potrà definirsi attraverso la relazione con l’estraneo), che si accompagna tuttavia a un’inquietante carica di minaccia.
Al tempo stesso, egli suscita in noi ammirazione e timore.
Ci capiterà di investigare, dinanzi a tanta diversità, quali siano le cose che egli ami di più.
Charles Baudelaire, poeta errante, questo, tra l’altro, chiese allo straordinario straniero, nel poemetto, Lo straniero.
L’uomo enigmatico rispose che non amava gli amici, la patria o l’oro, amava “le nuvole meravigliose che passano laggiù”.
Le nuvole che passano sulla nostra testa sono anch’esse enigmatiche, indecifrabili, imprendibili, in continuo movimento come lo straniero.
Nell’ammirare la loro forma, il loro colore, le loro movenze, tentiamo di carpirne un segno.
Non possiamo fare almeno di interrogarle.
Le nuvole volano nel cielo sopra di noi, nei disegni dei bambini, nei nostri sogni.
Aprono squarci di luce, gettano ombre.
Il nostro destino è legato alla loro rotta: dobbiamo imparare a decifrarle, a cogliere la loro mutevolezza, la loro minaccia, il loro linguaggio, la loro straordinaria erranza
In questa luce, si potrà cogliere la polivalenza dello straniero e investigare il significato dell’ospitalità e dell’accoglienza.
Nondimeno, nell’avvicinare lo straniero e l’enigma del suo discorso, ci si renderà conto che egli è privo di quegli ancoraggi sui quali la nostra esistenza è incardinata.
I suoi valori sociali ed estetici sono diversi dai nostri.
Gli autori, ospiti della terza edizione del Festival dell’erranza 2015, sono invitati a riflettere sulla relazione che intercorre fra lo Straniero e le Nuvole.
Luogo: Chiostro di San Domenico, Piedimonte Matese.
Autori:
– Carmine Abate *;
– Marino Magliai*;
– Carmen Pellegrino*;
– Aldo Masullo *;
– Fabrizio Coscia*;
Ipotesi:
– Alex Zanotelli;
– Enzo Bianchi;
– Dacia Maraini;
– Erri De Luca;
– Riccardo Iacona;
– Lilly Gruber;
– Loredana Lipperini;
– Federico Rampini;
– Massimo Cacciari;
– Philippe Forest;
– Davide Rondoni;
– Valerio Magrelli;
– Gianni Iasimone;
– Vincenzo Vitiello;
* disponibili
Spettacoli e installazioni
Ipotesi:
– Simone Cristicchi;
– Eduardo Bennato – Mostra;
– Archivio Fratelli Treves: Il Gran tour *;
– Emergency;
– Medici Senza Frontiera;
– Vinicio Capossela.