Michele Vigliotti sale sul podio del concorso letterario dall’Ass. Naz. Bersaglieri d’Italia
Il Preside Michele Vigliotti – Rettore del Convitto Nazionale – centra un altro bersaglio, stavolta di carattere personale.
Infatti risulta premiato al concorso bandito dall’Associazione Nazionale Bersaglieri d’Italia.
Sabato 31 ottobre, a Caserta, nella sede del Circolo Unificato dell’Esercito, ritirerà il premio al 3° classificato.
Il premio è dedicato alla medaglia d’oro sottotenente O. Rinaldi e comprende sia una sezione di poesia che una di narrativa;in quest’ultima ha concorso il Preside con un racconto dal titolo “ La sagra di Giarabub”.
L’azione si svolge durante la 2^ guerra mondiale, nel corso della rovinosa ritirata delle nostre truppe in Libia. Lì un avamposto, Giarabub appunto, difeso da 800 soldati italiani e da ascari eritrei, fu investito da soverchianti forze alleate ( canadesi ed australiani, insieme agli inglesi) motorizzate e potentemente armate.
Agli ordini del maggiore Castagna i nostri soldati decisero di resistere all’ombra del tricolore, e non scappare come tante altre guarnigioni. L’assedio fu durissimo; gli inglesi pensavano di avere facilmente ragione del presidio italiano, ma incontrarono una resistenza feroce. I nostri soldati risposero coi moschetti, le bombe a mano e le baionette ai cannoni e ai carri armati nemici.
Affannati, senza acqua e munizioni, quei valorosi cantavano “Colonnello non voglio pane/ dammi piombo pel mio moschetto/ che la terra del mio sacchetto/ per oggi mi basterà.. Colonnello non voglio acqua/ dammi il fuoco distruggitore/ che la sete del mio cuore/ per oggi si placherà…”
A centinaia morirono i difensori di Giarabub, fino a che gli inglesi , ammirati, offrirono una resa con l’onore delle armi. Il maggiore ferito in barella e i suoi intrepidi soldati sfilarono dinanzi agli inglesi irrigiditi nel presentat’ arm.
L’ufficiale inglese comandante prese la sciabola spezzata di Castagna e sulla lettiga depose la sua, estremo segno di rispetto.
Nel racconto lo scrittore immagina che un plotone di bersaglieri si trovi a passare, durante il contrattacco italo/tedesco, nei dintorni di Giarabub ed ascolti le voci dei soldati morti che cantano nel buio:
“Colonnello non voglio il cambio
qua nessuno ritorna indietro
non si cede neppure un metro
se la morte non passerà….
Dei morti per la patria “la tomba è un’ara” diceva Simonide “né il tempo che tutto cancella, né la ruggine che tutto corrode, potranno cancellarne il ricordo”.