Abbazia di San Pietro ad Montes, una realtà di incuria e degrado
Profonda, vergognosa, incredibile incuria. Questo è quanto traspare da sei foto che alcuni volontari della Pro Loco «Casali del Carolino» aps hanno recentemente scattato all’interno dell’Abbazia di San Pietro ad Montes nella frazione casertana di Piedimonte di Casolla.
Il monumento, di fondazione benedettina, dell’XI secolo, sorto sulle rovine di un tempio romano, di cui conserva materiale di spoglio, dedicato a Giove Tifatino, presenta affreschi dell’XI-XII secolo di maestranze campane e bizantine (probabilmente armene). Nella sua magnificenza, che tanto lo avvicina a Sant’Angelo in Formis, nonostante sia stato brillantemente restaurato solo qualche anno fa, vive nell’incuria più totale. Assolutamente chiuso al pubblico ed aperto solo in rare, rarissime occasioni.
La recente missione dei volontari della Pro Loco mette in luce la pessima gestione operata sulla struttura dall’attuale concessionario che si dimostra, ancora una volta, non all’altezza di curare un’opera di tale pregio che, tra l’altro, non è di sua proprietà. L’Abbazia è, infatti, parte del Fondo degli Edifici di Culto (FEC) – fondo immobiliare gestito dalla Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto, organo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno – ed è concesso, attualmente, in uso gratuito. Più volte la Pro Loco aveva denunciato le condizioni in cui il monumento vigeva alla competente Prefettura di Caserta – che gestisce il complesso dei beni provinciali del FEC – ottenendo promesse di intervento nei confronti del gestore ma, nei fatti, non raggiungendo alcun risultato.
Attualmente l’Abbazia è chiusa e l’ultima apertura al pubblico risale solo alla scorsa primavera, nell’ambito di un’iniziativa in difesa dei beni storici ed artistici del territorio. All’interno, l’umidità riscontrata è fortissima e l’odore pungente dimostra come la chiusura generi un’atmosfera malsana all’interno delle sue mura. L’umidità e la cristallizzazione superficiale dei sali stanno rovinando gli affreschi e – come si può vedere dalle foto – ne stanno provocando il distacco dalla parete di appoggio. Bolle nell’intonaco degli affreschi e distacchi lungo i bordi pregiudicano seriamente la conservazione delle opere pittoriche – già in condizione dilavata, causa umidità, rispetto alla qualità post restauro – e mettono in serio pericolo tutto il patrimonio artistico medievale ivi conservato.
La Pro Loco «Casali del Carolino» aps denuncia ancora una volta questo terribile stato di fatto e chiede alla Prefettura di Caserta di voler intervenire definitivamente rimuovendo la concessione di gestione del bene attualmente in atto ed affidandola a chi – sia esso un privato od ente senza scopo di lucro – si dimostri in grado di fornire una progettualità coerente e concorrente alla salvaguardia ed alla pubblica fruizione del bene.
Pro Loco «Casali del Carolinio» aps