29 febbraio: capita solo ogni quattro anni
Ogni quattro anni, si sa, capita un anno bisestile ossia un anno con un giorno in più che viene messo in coda al mese di febbraio, il più corto dell'anno.
Cosi che ogni quattro anni secondo il calendario, detto "giuliano" perché introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.c., ricorre un giorno in più.
La spiegazione di questa apparente stranezza é da ricercare nella durata dell'anno solare che dura circa 365 giorni e 6 ore e non precisamente 365 giorni esatti.
Dunque, ogni quattro anni, si accumula un anticipo del nostro calendario che bisogna recuperare introducendo un ritardo ad hoc. Appunto il 29 febbraio.
Ma la questione non si risolve così semplicemente poiché la durata dell'anno solare, ossia il tempo che la Terra impiega per girare intorno al Sole, non é precisamente pari a 365 giorni e 6 ore ma, per la precisione, di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
Ciò significa che ogni 400 anni il nostro calendario si trova in ritardo di tre giorni.
Questo ulteriore problema, notato dal Papa Gregorio XIII, fu risolto dallo stesso nel 1582 eliminando dal calendario tre giorni ogni quattrocento anni introducendo, di fatto, il calendario gregoriano che ancora oggi utilizziamo.
Nella buona sostanza, gli anni precedenti a quello di inizio secolo, cioè quelli divisibili per cento, non sono considerati bisestili a meno che non siano divisibili anche per 400. In questo modo, ogni 400 anni ci sono 3 anni bisestili in meno, eliminando così i tre giorni di anticipo che l'introduzione degli anni bisestili aveva comportato.
Il nome "bisestile" dell'anno deriva dal sistema, assai differente, che avevano gli antichi romani di dividere l'anno.
I romani, difatti, usavano un complicato sistema in cui ogni mese veniva diviso in calende, idi e none. Nel calendario giuliano si stabiliva che negli anni da 366 giorni, il “giorno” in più dovesse essere inserito a febbraio il sesto giorno prima delle calende di marzo, cioè il 24 febbraio. Legalmente, il 24 febbraio veniva considerato un “giorno doppio”, formato da 48 ore. In questi anni, quindi, c’erano due “sesti giorni prima delle calende di marzo”, da cui “bisextus” (due volte il sesto) e quindi bisestile.
Il primo “29 febbraio”, cioè il giorno in più secondo i moderni calendari, probabilmente comparve nel medioevo, quando i giorni dei mesi cominciarono ad essere contanti in modo sequenziale e non più alla maniera romana.
Molte le credenze e le superstizioni legate al 29 febbraio. Si dice, infatti, "anno bisesto, anno funesto".
La cosa, probabilmente, ci arriva ancora una volta dai Romani, visto che il periodo dell'anno che coincide con febbraio era dedicato ai riti funebri.
Che accade ai nati il 29 febbraio?
Simpaticamente sono presi in giro dicendo loro che invecchiano solo un anno ogni quattro.
Ai risparmiatori incalliti, tale adulazione può tornare utile per non fare loro il regalo di compleanno.