I sindacati contro il direttore della Reggia di Caserta
E’ arrivata in questi giorni una lettera al direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, un bolognese che è stato messo da cinque mesi alla guida di uno dei tesori più preziosi del mondo, da parte dei rappresentanti dei sindacati Uil, Cgil e Ugl. In tale lettera, già pubblicata sul Mattino di Napoli, si esprime il comportamento di tale direttore di mettere in riga tutto il personale della struttura come per esempio non permettendo più i custodi di girare per la Reggia in borghese, senza la divisa ufficiale e un cartellino di riconoscimento, oppure come stabilire che i centocinquanta addetti alla vigilanza non possono più circolare con i loro veicoli all’interno della Reggia ma si devono servire di veicoli con lo stemma Reggia. Egli ha pure stabilito che la Reggia rimane aperta anche durante il giorno di riposo settimanale, il martedì, per tenerla aperta sette giorni su sette. Quindi al direttore Mauro Felicori si accusano una serie di nuovi cambiamenti che potrebbero mettere a rischio tale struttura anche se non si capisce tutto ciò dato che un direttore che prende sul serio questo importante incarico e lavorando anche lui fino a tarda sera senza vagare la sua mente davanti a un computer su internet. Non si può dare un duro attacco ad una persona solo perché vuole apportare miglioramenti con la passione a uno dei tesori più inestimabili che fino all’anno scorso non veniva curato come avrebbe dovuto e allora ecco viene da chiedersi ma dove erano i sindacalisti! Il direttore ha confessato pure cha alla mattina appena si sveglia, la prima cosa a cui pensa è proprio la Reggia. Infatti ad oggi i risultati lo premiano perché i visitatori a questa maestosa struttura sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015 dove c’era stato un calo dei visitatori a causa del degrado crescente e la magnifica area antistante piena di transenne, erbaccia e disseminata dai rifiuti. Noi cittadini possiamo solo rilevare come questo tesoro inestimabile è stato per molti anni in condizioni pietose e dobbiamo incoraggiare queste persone che cercano di fare la differenza senza interessi privati.