La buona scuola

La scuola è la palestra presso la quale si formano le future generazioni. Logico, quindi, che il dibattito su questa fondamentale Istituzione sia sempre vivo e coinvolge sia il personale docente e non docente, circa un milione di lavoratori che a vario titolo vi operano, ma ancora di più l'utenza tutta costituita dagli studenti e le loro famiglie.
A luglio scorso si votò la così detta legge 107, approvata ponendo un voto di fiducia, ossia uno strumento che da eccezionale sta diventando la prassi parlamentare, che ha inteso dare maggiori poteri ma anche maggiori responsabilità ai Dirigenti scolastici di ogni ordine e grado.
Tale legge, fortemente avversata da buona parte dei docenti, ha fatto scaturite la opposizione delle sigle sindacali scolastiche che si sono attivate per indire quattro referendum, da votare nella primavera 2017 se si raggiungerà il quorum necessario, per l'abrogazione di alcuni aspetti della norma in premessa.
In particolare, sarà proposto:
L'abrogazione dei poteri attribuiti ai Dirigenti che ora consente loro la chiamata diretta dei docenti con lo strumento dei contratti triennali prescindendo da punteggi e titoli abilitanti nella specifica materia di insegnamento.
L'abrogazione dell'alternanza scuola-lavoro che costringe (pena la bocciatura) gli studenti degli istituti della scuola media superiore a non ben definiti stages lavorativi, da farsi anche in orario scolastico, per un totale di 400 ore in tre anni per gli alunni dediti a percorsi tecnico professionali e di 200 ore per gli studenti dei licei, questi ultimi dediti a studi il cui sbocco non è certamente lavorativo nell'immediato.
L'abrogazione della facoltà data ai Presidi di concedere aumenti a singoli
insegnanti (7 -8 per scuola) in modo discrezionale.
L'abrogazione della possibilità data alle scuole, anche se pubbliche, di poter accettare finanziamenti da parte di privati con il rischio che si instaurino perversi meccanismi premiali solo per alcune scuole. Insomma, tutti argomenti di grande interesse, su cui gli italiani dovrebbero riflettere, per dare il migliore indirizzo alla scuola italiana del prossimo futuro.

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