Campagna contro la pena di morte nel mondo
L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro”, in collaborazione con la lega internazionale Nessuno Tocchi Caino, nella costante opera di formazione soprattutto di una coscienza civile e di una cittadinanza consapevole attraverso la cultura, ha organizzato venerdì 27 maggio 2016, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana, un convegno sul progresso dei diritti dell’uomo, dal titolo “Diritti Umani – La Campagna contro la pena di morte nel mondo”.
L’evento, dopo i saluti di don Nicola Lombardi, Direttore ISSR “S.Pietro”, e di Pio Forlani, Ammiraglio della Marina Militare, vedrà la partecipazione di Antonio Stango, Coordinatore VI Congresso Mondiale contro la Pena di Morte, nonché Membro della Commissione Questioni Internazionali Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, di Valerio Spigarelli, già Presidente Unione Camere Penali Italiane, di Gennaro Iannotti, Avvocato, e di Domenico Letizia, Direttivo di “Nessuno tocchi Caino”.
La storia millenaria della pena di morte dura, purtroppo ancora oggi, in numerosi Paesi, alcuni dei quali definiti “civili”, come gli Stati Uniti d’America o il Giappone, "ricchi", come l’Arabia Saudita o la Cina, "Paesi in via di sviluppo", come l’India o il Brasile.
Il primo Stato nell’epoca moderna ad aver abolito la pena di morte fu il Granducato di Toscana nel 1786, salvo reintrodurlo circa quattro anni dopo, ma l’Italia postunitaria ci riprovò riuscendoci con l’introduzione del nuovo codice penale Zanardelli del 1889. Il fascismo e la Seconda Guerra Mondiale rividero la presenza della pena capitale e, seppur eliminata con l’entrata in vigore della Costituzione Italiana, si è dovuto attendere il 1994 per eliminarla anche dal Codice Penale Militare di Guerra e il 2007 per eliminare il relativo residuo in Costituzione.
Al di là della storia italiana (ricordiamo che siamo la patria del saggio più conosciuto dell’illuminismo “Dei delitti e delle pene”, anno 1764, fautore del nascente diritto penale che introduce la proporzione fra delitti e pene, del contraddittorio, della prevenzione dei delitti) che ancora vede protagonista il nostro Paese nella lotta contro la pena di morte, la strada è tuttora molto lunga. Secondo i dati di Amnesty International 58 Paesi al mondo, su un totale di meno di 200, mantengono legalmente questo tipo di sanzione capitale. Le resistenze sono molto forti, è vero, ma lo sono e lo devono essere a maggior ragione le opere di sensibilizzazione sui territori.
Marco Rossi
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