Abbronzatura e rischi per la salute
Inizia la bella stagione e la tentazione di abbronzarsi rapidamente e intensamente diventa forte.
I moderni canoni estetici, difatti, impongono tintarelle sempre più marcate e la tentazione diventa forte affinché si ottengano tali risultati in breve tempo.
Un tempo, viceversa, era esattamente il contrario e avere la pelle bianca era sinonimo di nobiltà ed agiatezza poiché in contrapposizione ai ceti meno abbienti che, per ragioni di obbligata permanenza al sole in quanto al lavoro nei campi o sul mare, erano invece abbronzati.
L'esposizione al sole, premesso che trascorrere alcune ore all'aria aperta non può fare che bene a meno di condizioni mediche particolari che ovviamente qui non possono essere considerate, non è pratica scevra da rischi per la salute se condotta senza alcun criterio.
Tale questione è oggi ben nota ai quei lavoratori che, per la specificità della propria occupazione come ad es. gli addetti al settore della agricoltura, della pesca o dell'edilizia, restano molto esposti al sole sviluppando danni estetici alla pelle o vere e proprie patologie.
La luce del sole, difatti, è formata da raggi di diversa lunghezza d'onda. Particolarmente d'interesse per la nostra abbronzatura sono i raggi ultravioletti.
Questi, invisibili a occhio nudo ma di contenuto energetico superiore alla luce visibile, sono i responsabili di una più elevata stimolazione dei melanociti, cellule della pelle che producono la melanina, ossia la sostanza che dona la tanto desiderata abbronzatura.
Tuttavia i raggi ultravioletti, a causa del loro elevato contenuto energetico, possono essere in grado di produrre seri danni alla pelle.
Difatti, la più elevata energia portata dai raggi UV rispetto alla luce visibile risulta dannosa per il delicato meccanismo del DNA, ossia il codice genetico delle cellule della pelle che regola la loro normale replicazione, che da tale apporto di energia può venire scombinato.
Tale energia se nel breve termine causa fastidiosi eritemi o dolorose scottature, nel lungo termine può condurre a ben altre conseguenze.
L'azione dei raggi ultravioletti, difatti, può condurre a sconvolgere il DNA e causare errate duplicazioni cellulari che conducono a ispessimento del derma, alla comparsa di inestetismi quali profonde rughe, allo sviluppo di gravi tumori.
Tali possibili conseguenze, oramai da anni accertate dal mondo scientifico senza possibilità di errore, devono far riflettere gli appassionati della tintarella immediata e tutti i costi.
I consigli restano quelli di esporsi al sole ma con cautela, evitando le ore centrali della giornata e graduando progressivamente la permanenza al sole, nonché proteggendosi con le apposite creme solari che dovranno essere scelte con fattore di protezione in relazione al proprio fototipo, ossia fondamentalmente al colore della propria pelle (ma anche alla più o meno marcata presenza di nei), nonché dello stadio di abbronzatura.
Analogamente è necessario proteggere gli occhi con occhiali da sole le cui lenti, oltre ad avere la colorazione esteticamente desiderata ma dovendo avere anche la funzione di filtro UV ed essere esenti da difetti ottici, dovrebbero essere scelti tra quelli di marchi noti e qualità certificata.