La stagione turistica 2016 tra luci e ombre

Più di 55 milioni i turisti attesi dagli operatori del settore nel periodo da giugno a settembre, nonostante la grave situazione economica interna e le preoccupazioni per la sicurezza dovuta agli eventi terroristici.
Naturalmente la parte del leone la faranno quegli imprenditori e quelle aree geografiche, come il medio adriatico, dove si è molto investito nell'industria del turismo e dove cioè, a fronte di un risorse naturali certamente meno accattivanti di altre zone d'Italia, hanno saputo creare strutture alberghiere, servizi e occasioni di svago interessanti e coinvolgenti.
Zone come Rimini e Riccione, dovrebbero insegnare come si fa poiché hanno dimostrato che è anche possibile offrire qualità e varietà ai turisti anche in aree geografiche senza particolari bellezze naturali e senza essere sopra le righe con i listini.
Di ciò si deve dare atto anche alle amministrazioni pubbliche di quelle aree che hanno incentivato, o quanto meno non ostacolato, l'iniziativa privata del settore.
Il "Bel Paese" potrebbe vivere di turismo ma, per colpa di politiche ed amministrazioni miopi e di una crescente complessità burocratica generale, per non parlare della pressione fiscale, che vede oramai lo Stato come socio di maggioranza di ogni attività economica, sembra quasi esibire un perverso risultato autolesionista.
Così, mentre sull'adriatico continuano a prosperare l'industria del turismo, con tutto ciò che significa anche per l'indotto, in altre zone d'Italia alberghi e hotel vengono chiusi o versano in gravi difficoltà.
Eppure non mancherebbe la voglia di fare specie tra i giovani, i più colpiti dalla piaga della disoccupazione.
Incentivare la formazione nel settore turistico e alberghiero, riproporre (ed, anzi, rafforzare) le iniziative di accesso agevolato al credito di impresa e agli altri vantaggi fiscali e contributive per le nuove aziende, semplificare (ma davvero….!) le complesse procedure burocratiche autorizzative, sono le strade da percorrere per capovolgere la situazione.
E pensare che la nostra bella Italia avrebbe tanto da offrire e, invece, restiamo dietro a Paesi che, casomai, hanno giusto quattro pietre in mezzo a un deserto…..

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