Un ceppo di batteri resistenti agli antibiotici
Nel laboratorio di microbiologia clinica di Careggi a Firenze si è scoperto un ceppo di microrganismi della Klebsiella pneumoniae in grado di inattivare un antibiotico come la colistina, un salvavita usato per combattere molte infezioni provocate da batteri Gram-negativi ultraresistenti. Il ceppo della Klebsiella pneumoniae rappresenta una grave minaccia per la salute perché il suo clone è resistente agli antibiotici ad ampio raggio in tutto il mondo e può essere in grado di provocare la polmonite batterica. La scoperta di questo ceppo batterico resistente all’antibiotico colistina, usato per curare infezioni polmonari, ha un nuovo meccanismo di resitenza mediato da un gene mcr-2. Come abbiamo detto l’antibiotico colistina ha avuto un ruolo fondamentale nella cura di infezioni da batteri Gram-negativi ma adesso è anche resistente al ceppo di Klebsiella pneumoniae con una nuova variante genica del gene mcr-1, cioè mcr-2 appartenente alla linea clonale ST512 e produttore della carbapenemasi KPC,un enzima in grado di inattivare gli antibiotici della classe dei carbapenemi. Questa scoperta rappresenta un notevole passo della farmaco resistenza batterica soprattutto negli ospedali poiché il clone di K.pneumoniae ST512 produttore di carbapenemasi KPC è uno dei maggiori responsabili della diffusione epidemica per cui ben presto si potrebbe contrastare grazie a questo nuovo meccanismo di resistenza batterica.