A proposito del trasferimento dell’ISSR
Suscita non poca perplessità la spiegazione di S.E. Mons. D'Alise quando afferma che la decisione di allocare gli ISSR di Terra di Lavoro in quel di Capua è, sostanzialmente, una decisione “democratica” perché presa comunemente e unanimamente da tutti i Vescovi del casertano.
Genera fastidio, di contro , l'accusa, irrazionale che chi non la condivide fa solo “terrorismo”. Oltre che essere fuori luogo, essa è pesante ed ingiustificata, specie per l'esperienza quotidiana di noi casertani,
Per il passato, infatti, siamo stati troppo abituati alle scelte “democratiche” dei poteri politici per non diffidare, oggi, anche di quelli “clericali”.
Basterebbe, per i primi, ricordare le passate scelte fatte dai potentati aversani, piedimontesi, sammaritani, maddalonesi, napoletani, salernitani ( senza bisogno di far nomi) sulla pelle di Caserta Capoluogo per rendersene conto: niente Conservatori, Tribunali, Tar, Sezione Corte dei Conti, università varie, infrastrutture, interramento stazione, insediamenti produttivi, poli di sviluppo, etc.
Certo mai la Città contro quelle scelte si ammantò di “terrorismo”,
Solo per la SUN accadde il miracolo. Sotto la guida di un Vescovo coraggioso, e di 75 mila firma, e di serrate si contrastò questa catena di scelte “democratiche”
La si portò nel casertano sconfiggendo la scelta dell'insediamento sulla direzione Nola-Marigliano.
Ma fu un sussulto unico e miracoloso.
D'allora più niente : la riprova è che ci stanno sottraendo il Policlinico destinato a Loreto Mare e il nome stesso della Sun con quello vergognoso e incomprensibile di” Università della Campania” . Ora l'ISSR: continua la maledizione tutta casertana di essere “nullatenenti di vocazione e di professione”.
Ecco perchè, Eccellenza D'Alise, siamo scettici e diffidenti sulle scelte “democratiche.”
Ci piacciono, invece, quelle scelte logiche che valutano e pesano l'impatto socio-economico – insegnanti, amministrativi, addetti ai servizi, studenti, gestione e organizzazione – ; che interrogano i collegamenti, i trasporti , la logistica; che pesano la valenza socio-culturale; ecco perchè, diciamo: Caserta.
Dirlo non è “terrorismo” ma solo sollecitare una riflessione su un errore madornale come quello attuale, in contrasto , anche , con decisioni prese precedentemente in merito.
Non vorremmo che i poteri clericali , ad imitazione di quelli politici, facessero scelte “democratiche” sulla pelle di Caserta acuendo una crisi atavica.
Da tempo il nostro territorio, già allo stremo, sta implodendo per tante ragioni socio-economiche ben note dentro le quali il dramma occupazionale dei giovani e delle prospettive ad essi negate si aggroviglia e si aggrava sempre più per la corruzione diffusa, per il proseguire degli scempi ambientali e paesaggistici, per lo sprezzo della salute dei residenti, per l’avvelenamento costante delle sue terre.
Ma non si allarmi Eccellenza. Tranne sporadici sfoghi , questa città dormirà: istituzioni, poteri politici, ordini professionali, amministratori si volteranno da un' altra parte perchè le scelte “democratiche” in questa città vanno accettate. Sic transit civitas casertana.