Il sistema 4G

La diffusione dell’inquinamento elettromagnetico, negli ultimi 10-15 anni, è andata sempre più crescendo, a causa dell’incremento del numero di telefoni cellulari, e più recentemente per la diffusione di apparecchi wireless o simili, come smartphone, tablet, pc portatili. Per il funzionamento degli apparati portatili, infatti, è stata creata una rete di stazioni radio base (SSRB), di proprietà dei vari gestori, che ha raggiunto una diffusione sul territorio molto ampia, con una copertura quasi totale e di conseguenza un aumento della diffusione dell’inquinamento elettromagnetico a radiofrequenza, sia per estensione che per intensità. Proprio per questo è stato condotto uno studio sulla città di Livorno, per  valutare tramite la stima sull’impatto attuale (inizio 2016) e l’impatto presente 4 anni fa (inizio 2012), tutto ciò per quantificare gli incrementi dovuti all’implementazione dei sistemi 4G. La quarta e più recente generazione per la gestione dei dati sulle reti cellulari, è più veloce e ha una capacità maggiore rispetto ai sistemi 3G per ora più diffusi. Dai risultati si è visto che esiste un inquinamento di fondo ormai diffuso abbastanza uniformemente in un centro abitato, sono valori relativamente bassi di campo elettromagnetico, molto inferiori ai limiti indicati dalle normative ambientali, grazie alla politica di prevenzione esistente in Italia. Quindi con l’introduzione delle nuove tecnologie 4G, è la più diffusa delle reti per la telecomunicazioni mobili, ha portato nella sola città di Livorno, l’incremento dei trasmettitori presenti da circa 700 a circa 1300. Questa diffusione ha portato come risultato una maggiore diffusione dell’inquinamento elettromagnetico, si passa quindi da un valore medio di 1,55V/m nel 2012 a 2,20 V/m nel 2016, questo incremento del 40% coincide quindi con l’introduzione delle tecnologie 4G. Quando la tecnologia aiuta e danneggia allo stesso tempo.

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