Interrogazione parlamentare per il settore castanicolo dell’Alto casertano
Approda in Parlamento lo stato di crisi in cui, ancora quest'anno, versa il settore castanicolo casertano a causa dell'attacco del cinipide. L'On. Camilla Sgambato (Pd) ha sottoscritto, insieme al Presidente e al Vice Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Ermete Realacci e Tino Iannuzzi, un'interrogazione parlamentare al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie per sollecitare il loro intervento a favore dei produttori di Terra di Lavoro per rilanciare un comparto agricolo che è centrale per l'economia locale. "La produzione di castagne nei diversi comuni dell'Alto Casertano non può essere oltremodo danneggiata da un fenomeno naturale che ha finito per rappresentare un freno allo sviluppo del comparto e, nel contempo, un handicap per le produzioni di un territorio ad alta vocazione castanicola.
Il Governo è chiamato ad indicare e condividere con Sindaci ed Associazioni agricole un percorso da seguire per superare l'attuale stato di sofferenza che vive da ormai troppo tempo, e non solo da quest'anno, la castanicoltura casertana", dichiara la deputata Sgambato (Pd).
Eccolo il testo integrale dell'interrogazione:
— Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie . — Per sapere – premesso che:
da numerosi articoli di stampa, dai media web e da un allarme lanciato da Coldiretti si apprende che nel 2016 il raccolto nazionale di castagne è in forte calo a causa dell’attacco del «cinipide galligeno del castagno», un insetto di origine asiatica;
il sopraddetto imenottero attacca i germogli del castagno causando la formazione di galle arrestandone la crescita vegetativa e provocando una riduzione della fruttificazione con il deperimento della pianta;
la Campania è oggi la regione più colpita e si prevede un taglio di produzione stimato al 90 per cento assieme a una già segnalata diminuzione produttiva in tutto il Sud. L’entità del danno in questa area del Paese è molto grave, trattandosi della prima regione produttrice di castagne, tra cui spiccano produzioni di valore quali la castagna di Roccamonfina, in provincia di Caserta e l’IGP di Montella, in provincia di Avellino, la castagna dei Monti Picentini e il marrone di Roccadaspide, entrambi in provincia di Salerno;
la lotta al cinipide, compiuta nei casi migliori con il parassitoide Torymus sinensis antagonista, non è poi omogenea in tutta Italia. Mentre al Nord essa sta producendo risultati soddisfacenti, al Centro-Sud, oltre all’andamento climatico non ottimale, si è verificata una recrudescenza dei danni del cinipide, perché arrivato in queste aree più recentemente e non ancora debellato, essendo l’azione di contrasto al parassita ancora in corso;
il raccolto di castagne nazionali, fortunatamente nell’anno corrente di qualità comunque ottima, rimarrà purtroppo inferiore ai 20 milioni di chili del 2015 e ben al di sotto delle medie storiche. Basti dire che nel 1911 la produzione dell’«albero del pane», così come veniva definitivo il castagno, ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era il triplo rispetto a quella attuale;
nel corso del 2015, nonostante la parziale ripresa della produzione nazionale, l’Italia ha importato oltre 32 milioni di chilogrammi di castagne, ne importavamo 6 milioni di chilogrammi nel 2010, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori e con scarsa chiarezza verso in consumatori –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della grave situazione del settore castanicolo nazionale;
se intendano assumere iniziative urgenti per attuare una campagna informativa nazionale riservata agli operatori del settore castanicolo con l’obiettivo di limitare la diffusione del cinipide del castagno, sollecitando la diffusione del parassitoide antagonista, specie nelle regioni meridionali;
se non ritengano di mettere in campo iniziative utili ad assicurare controlli sull’origine delle castagne, specie di importazione, così come dei prodotti a base di castagna con un codice doganale specifico, oggi assente in normativa, a tutela della produzione nazionale e del suo valore;
se non si ritenga utile assumere iniziative, anche a livello di Unione europea, per individuare specifiche e nuove forme di indennizzo e di aiuto alla lotta biologica nel settore castanicolo, costituito da centinaia di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, gravemente minacciate dal cinipide delle castagne, che rappresentano uno degli ambiti di eccellenza della produzione agricola ed alimentare nazionale. (4-14465)
Realacci, Tino Iannuzzi e Sgambato