Perché si verificano tanti terremoti in Italia
A più di un mese dall’ultimo evento sismico disastroso fra la zona di Norcia e di Amatrice, si è verificato un ennesimo evento sismico in Italia con una scossa di magnitudo 6.5 in Umbria con epicentro tra le zone di Norcia, di Preci e di Castel Sant’Angelo sul Nera facendo tremare di nuovo la terra. La scossa è stata avvertita in tutto il centro Italia da spaventare molte persone che sono scese per le strade. Per adesso non si hanno notizie di vittime né di dispersi ma solo di feriti di lieve entità. Il fortissimo terremoto ha raso al suolo tutta la zona di Castelluccio di Norcia e ha distrutto la Basilica di San Benedetto e la cattedrale di Santa Maria argentea di cui sono rimaste solo le facciate e parte delle loro strutture. Ma solo viene da chiedersi ma perché ad ogni terremoto c’è un crollo di città e di case come se fossero state rase al suolo da guerre!
Si può partire dal concetto che “non è il terremoto ad uccidere ma bensì le case” in quanto gran parte del nostro patrimonio edilizio, circa il 70% di tale patrimonio è stato costruito nel 1970, senza normative antisismiche. Ebbene l’ultima normativa antisismica risale al 2008 quindi significa che a partire dal Patrimonio Storico Edilizio,il più vulnerabile, per tutti gli edifici costruiti prima degli anni ’70 non vi siano stati accorgimenti tecnici antisismici essenziali. E purtroppo se pensiamo alla politica di prevenzione in Italia, che non è stata mai alla sua altezza, nel nostro paese continueremo a vedere crolli di edifici e vittime umane non appena la magnitudo locale salirà ai 6.0 anche se la politica non è la sola causa di mancate politiche di prevenzione ma bensì anche della società che tende a percepire la pericolosità di un evento ambientale solo se questo si manifesta davanti ai suoi occhi. Eppure si potrebbe prevenire risolvendo il problema della vulnerabilità del nostro patrimonio edilizio anche se è un operazione molto complessa perché oramai si è costruito senza accorgimenti tecnici necessari e l’edificio esistente si potrebbe di nuovo lesionare/crollare in funzione della tipologia dell’onda sismica. Una soluzione ottimale sarebbe quella di demolire e costruire di nuovo con i criteri dei regolamenti e delle normative antisismiche attuali ma non fattibile per un intervento economico di molti milioni di euro. Ma non solo bisognerebbe fare ciò in quanto si dovrebbe agire pure risolvere i problemi di vulnerabilità degli effetti di sito, che possono creare un oscillazione maggiore in un’area con particolari caratteristiche geo-morfologiche, e della liquefazione (terreno sabbioso, presenza di una falda superficiale e un’intensità del terremoto almeno pari a 5 gradi scala Richter). La terra trema e noi non possiamo fare niente né tantomeno prevederlo. Su tale questione si deve precisare che per definizione i terremoti sono dei movimenti, che agiscono ininterrottamente all’interno della terra, di grandi masse rocciose dette placche tettoniche che liberano energia. Per tale motivo è impossibile prevedere un evento sismico anche se negli ultimi anni si sono studiati dei metodi scientifici per supporre l’arrivo di un terremoto come quello dell’emissione del gas argon ma non sono sufficienti ad allertare tutta la popolazione in tempo utile. Comunque, come è stato già detto in precedenza, la colpa non è della terra, né degli edifici che crollano, piuttosto di chi li costruisce perché in Italia si spendono così tanti soldi ma mai per qualcosa di cui si ha bisogno. Invece di attivarsi solo dopo che i fatti sono accaduti si dovrebbe cercare di intervenire prima per evitare che vi siano altre tragedie cercando di intraprendere una politica di trasparenza nell’uso di fondi pubblici come quello di aiuto del FSUE (Fondo di Solidarietà dell’ Unione Europea) per la messa in sicurezza di zone a più alto rischio sismico.