Tutti dovremmo essere femministi

“Una donna ha bisogno di un uomo, come un pesce ha bisogno di una bicicletta”. Femminismo. Sembra una parola veramente terribile. Solo a nominarlo, vi si immagina in lontananza un branco di donne assestate di sangue, misogine, con il fuoco ed i forconi intente ad ammazzare il primo uomo che passa. Non è così. Il femminismo è definito esattamente come “la posizione, o l’atteggiamento, di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica di entrambi i sessi.” Quello che non è stato capito non solo dagli uomini. “Perché dovremmo essere tutti femministi? Non è una questione riguardante solo il “gentil sesso”?”: decisamente no. Questo concetto si lega infatti automaticamente ad una concezione emotiva che ne esclude l’uomo per la sua “virilità”.
“Se sei un maschio non può piacerti il rosa. Se sei un maschio non piangi. Se sei un maschio non guardi i film d’amore o leggi i romanzi rosa.” Ebbene, nel ventunesimo secolo, si parla ancora di questo.
Ma perché? Cosa definisce realmente l’essere “maschio”?
Chiedersi oggi cosa significhi essere un vero uomo, o una vera donna.. è imbarazzante. Ma rispondiamo alla grande domanda della massa: l’unica cosa che esiste, è l’essere. Esiste prendere posizioni, avere ideali. Avere responsabilità. Possedere tenacia e coraggio, impegno. Non si tratta di una pura difesa della donna nei confronti di questi “uomini crudeli che ci spezzano il cuore”. Si tratta di equità. Il punto focale della questione non è che “le donne sono meglio degli uomini”. Il reale problema sono i luoghi comuni e la mentalità. L’attore britannico Benedict Cumberbutch ha rifiutato di girare un film, poiché due sue colleghe partecipanti a quest’ultimo, erano inferiormente pagare rispetto a lui.  Dall’ex presidente statunitense Barack Obama, agli attori Mark Ruffalo, Ryan Gosling, fino al Dalai Lama, vi è stata non solo una vicinanza al ruolo della donna nella società, ma questi uomini si sono autodefiniti “femministi militanti”. Perché le donne sono considerate diverse? Perché siamo diverse? Non può essere un punto d’incontro puramente storico, è una scusa: abbiamo il diritto di voto dal 1946, protestiamo e ci ribelliamo con tutta la nostra forza dal 1400.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post