La preside Mazzarella al convegno “Una nuova società… per una nuova educazione”
Dal 28 gennaio e fino al 5 febbraio 2017 a Caserta, Aversa ed in date e con modalità diverse a Roccaraso, Forio-Isola d'Ischia e tante altre città italiane, si terrà la settima edizione del “Festival della Vita”. Per la prima volta il festival sarà anche in Polonia, nella Città di Cracovia, nel mese di marzo 2017. “Vivere è… conoscere” è il tema della settima edizione del Festival della Vita, progetto culturale promosso dalla Società San Paolo, in collaborazione con diverse realtà operative associative ed ecclesiali del territorio nazionale. La sessione ordinaria del Festival della Vita 2017 avrà il suo culmine domenica 5 febbraio 2017, 39a Giornata Nazionale per la Vita, appuntamento voluto dalla Chiesa italiana per richiamare il valore della vita sempre e comunque. Tra i tanti appuntamenti in programma particolarmente rilevante è la Lectio Magistralis del prof. Alberto Garcia direttore UNESCO Chair in Bioethics and Human Rights in occasione della nascita della bandiera italiana (1897 – 7 gennaio – 2017), che si terrà a Caserta, venerdì 3 febbraio 2017. Il Festival della Vita vuole contribuire alla divulgazione della conoscenza, specie tra le nuove generazioni, del tricolore che rappresenta da sempre il simbolo d’identità nazionale. Fra i numerosi eventi organizzati a Caserta sottolineiamo quello che si terrà Domenica 5 Febbraio 2017 alla Libreria Feltrinelli di Corso Trieste dove, alle ore 10.00, ci sarà un incontro pubblico che avrà come tema: “Una nuova società… per una nuova educazione” con gli interventi della Professoressa Antonia MAZZARELLA, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo D.D. “Mazzini” di San Nicola la Strada, e di Mario NOCERA, anch’egli dirigente scolastico, Alfredo OMAGGIO, professore di filosofia, Vincenzo DE ROSA, professore di scienze e Raffaele MAZZARELLA, direttore del Festival della Vita. L’evento è stato promosso dall’Associazione “LiberaLibri” di Caserta. Il progetto culturale del “Festival della Vita” è uno strumento del messaggio che la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) emana in occasione della Giornata annuale nazionale per la Vita e di promozione di una rete tra diverse espressioni della società, impegnate quotidianamente nei diversi campi del sapere umano, a dare il proprio contributo per una Vita sempre più autentica e vissuta nella consapevolezza del prezioso dono che ognuno di Noi ha ricevuto da Dio. Le Istituzioni (fra cui la famiglia, che è il nucleo fondante della Comunità) devono comprendere che c’è bisogno, da subito, di procedere al recupero della gioventù a rischio non solo nei quartieri a più alto rischio criminalità ma dappertutto. L’aspetto economico, ai nostri giorni, occupa il centro di tutte le attenzioni e interessi delle persone e delle istituzioni. La famiglia e l’educazione risentono, anche loro, dei contraccolpi di questo predominio dell’economico e del consumismo. Si dice che lo sviluppo economico non vive di sola famiglia o di sola scuola ma di più complicate politiche di investimento che migliorino le condizioni in cui le famiglie e le scuole operano, perché agiscano più positivamente sullo sviluppo. Produrre crescita economica non significa produrre famiglie solide e affettivamente felici, educazione di qualità, democrazia e dignità per tutti, famiglie e scuole impegnate e solidali. Spesso è esattamente il contrario. È vero che l’educazione e la formazione non hanno luogo soltanto nella famiglia e nella scuola, ma è pur vero che gran parte degli aspetti vitali devono essere modellati in famiglia e nella scuola. La prima condizione dell’educare in famiglia consiste nello scoprire insieme il senso della vita, l’accoglienza delle domande fondamentali, la scoperta della vita come dono prezioso e mistero. La società che pure è formata di famiglie appare oggi lontana o assente dai problemi della famiglia e dei giovani. La scuola, nella maggior parte dei casi, si limita a curare l’apprendimento ma contribuisce poco alla formazione ai valori ed alla vita affettiva dei ragazzi. Il modello che la società propone alla famiglia è il supermercato, tutto pare sottoposto ai criteri del commercio, alle regole del marketing. Quando, però, la trasmissione culturale dei valori si blocca, il radicamento storico si vanifica, la fede si secolarizza, i legami familiari si infrangono e il codice dell’amore si corrompe, allora la libertà minaccia di degenerare in anomia che è il punto in cui la massima libertà si converte in massima illibertà. Le famiglie e la scuola entrano, allora, in un lento e inavvertito scivolamento verso una concezione dell’educazione come adeguamento acritico agli standard sociali. L’educazione, secondo i padri Antonio e Marco Cavanis, ha come punto solido di riferimento la disciplina o se vogliamo la fatica. Non è in gioco il mito dell’arrivismo o l’orgoglio della prestazione. La fatica è formazione alla collaborazione, al pensiero e all’azione di cooperazione, è esercizio della libertà e della responsabilità verso scelte dal preciso profilo etico. Nella famiglia e nella scuola hanno rilevanza decisiva le convinzioni personali dei genitori e degli educatori e il fascino della loro testimonianza di vita. La presenza dei genitori o degli educatori indica il cammino, l’autorità e l’autorevolezza dei genitori sui figli, o degli educatori sui ragazzi, ha come fondamento l’onora il padre e la madre. La società attuale non ha però, più un “centro”, e tende ad essere una società “senza padre”, senza guide e senza significato. Perché la vita abbia senso i ragazzi hanno bisogno di sapere se la verità ha il volto oscuro del destino o quello luminoso del bene vissuto e testimoniato da chi li guida, hanno bisogno di esperienze significative più che di tante parole, desiderano essere aiutati nella formazione della loro coscienza. Non è facile, ma vale la pena tentare il tutto per tutto smascherando, per il loro bene, “i falsi dei, aiutandoli a discernere e a difendersi dall’imbambolamento promosso dal dio maggioranza”.