Resoconto serata di Letteratitudini di Gennaio 2017
Nel suo racconto di viaggio la prof. Marinella Viola parlando di New York ci ha precisato: – Chi ci vive, sa che è così caotica e frettolosa che non si riesce a fare attenzione a nulla e tuttavia:
New York viene chiamata la capitale del mondo, ma forse sarebbe più giusto definire New York il mondo in una capitale. Più che il suo potere economico infatti quello che colpisce durante un viaggio a New York è la varietà di culture che ci vivono, ognuna con i propri usi, costumi, abitudini e colori. New York raccoglie il meglio dell’arte, del design, dell’architettura e della musica di tutto il mondo, nonostante New York e tutti gli Stati Uniti d’America siano privi di storia, in effetti si fa riferimento ad una storia recente, ben lontana dalla culla della civiltà europea.
Nell’estrema varietà di cose da fare e da vedere, ci sono tuttavia alcune attrattive turistiche che non possono assolutamente essere trascurate, veri must di un viaggio a New York.
The american dream. Il viaggio alla scoperta di New York inizia dall’Oceano, proprio come i milioni di migranti che approdavano su queste isole nei secoli passati. Certo vestiti, bagagli e sentimenti sono ben diversi da quelli dei nostri antenati, ma il profilo della città che si ammira dall’ imbarcazione è lo stesso. Già a distanza si intravedono i mattoni rossi di Ellis Island prima di trovarsi a poche miglia dal simbolo stesso di NYC e probabilmente degli interi Stati Uniti: la Statua della Libertà, che dal 1886 accoglie con i suoi 100 metri di altezza chiunque voglia realizzare il proprio sogno americano.
La città dei grattacieli…Facendo un giro in barca si rimane folgorati dallo skyline della Grande Mela; poi tornati sulla terraferma ci si immerge nella Midtown, la zona dei grattacieli più famosi di NYC. Il Chrysler Building, il famoso palazzo di vetro delle Nazioni Unite, il Rockefeller Center e il Grand Central Terminal sono solo alcuni dei leggendari edifici in cui ci si imbatte durante il cammino in questa città, passata interamente con lo sguardo rivolto verso il cielo, dice Marinella sorridendo.
E dei musei… Sulle tracce delle bellezze architettoniche della città ci s’imbatte anche in alcuni interessanti musei. Un viaggio a New York è infatti anche l’occasione giusta per visitare alcuni dei più importanti musei del mondo. Nel ricco ventaglio di proposte, scegliamo di visitare i due principali musei della città; così dopo un attento tour all’interno del Guggenheim Museum, fra dipinti di Picasso, Van Gogh, Cezanne, Degas e Kandinsky, si può passare ai preziosi reperti egizi e romani, ai dipinti di Botticelli e Rembrandt e alle altre meraviglie custodite al Met. Il Metropolitan Museum of Art è una struttura molto vasta e ricca di capolavori provenienti dai quattro angoli del mondo a testimonianza delle principali culture e dei principali protagonisti dell’arte antica e moderna.
Il leggendario ponte di Brooklyn. Poi se si decide di uscire da Manhattan, per visitare alcuni quartieri dei 5 distretti che formano New York City si può attraversare l’East River passando per il leggendario Brooklyn Bridge. Lungo quasi 2 chilometri, il ponte è stato per lungo tempo il più largo del mondo e il primo a essere costruito con l’ormai famoso sistema di tiranti d’acciaio. La zona di Brooklyn Heights è dominata da grandi palazzi che si innalzano fino al cielo e che rispondono senza troppo timore reverenziale agli storici grattacieli di Manhattan che fanno bella mostra di sé dall’altra parte del fiume. Arte, cultura e storia del distretto ci sorprendono incredibilmente, mentre passeggiando fra la gente avvertiamo un’autenticità che a volte un po’ manca nella più frenetica e modaiola Manhattan.
Queens e Bronx. La stessa sensazione si avverte al Queens, un distretto in cui vivono più di 2 milioni di persone. Qui il mix di etnie e culture raggiunge livelli incredibili; per le strade del Queens si vedono visi e abiti di qualsiasi parte del mondo. Si può concludere tour per New York al Bronx, il distretto tristemente noto per i pericoli che nasconde ma che oggi inizia a offrire ai suoi abitanti una vita decisamente più tranquilla. Una rinascita quella del Bronx che parte dai famosissimi Botanical Gardens: nel bel mezzo della giungla d’asfalto la struttura ospita alcuni dei fiori più belli del mondo; colori e profumi esotici sono una bellissima carica di energia per questo distretto che racconta i pregi e i difetti degli States.
Le voci di Harlem Dopo aver camminato per chilometri, ci si può congedare da New York partecipando a una funzione religiosa in una parrocchia del quartiere di Harlem. Un tempo simbolo del degrado di New York, oggi Harlem è un quartiere molto diverso da quello che per anni i film ci hanno mostrato. Grazioso e a tratti molto elegante, il quartiere è noto in tutto il mondo per il Gospel. Assistere a questi emozionanti momenti di estasi collettiva è qualcosa di incredibile. In una città dove tutto corre velocissimo, questi momenti di devozione ci lasciano ancora una volta senza parole.
Questo il racconto della nostra Marinella Viola che ha, tra l’altro, fatto riferimento al gran divario sociale dei cittadini newyorkesi che si possono facilmente suddividere in ricchi e poveri. Per meglio dire ricchissimi che vivono una vita estremamente agiata e poveri che per mangiare sono costre\tti a rovistare nella spazzatura. Ricchi che godono dei migliori ricoveri in moderne cliniche, e poveri, che se privi dell’assicurazione, vengono lasciati in strada a soffrire e, a volte, anche a morire.
Ebbene è proprio su questo punto che è stato fatto un parallelo con il nostro scrittore della serata Francis Scott Fitzgerald, dato che la sua analisi psicologica si concentra in modo particolare sulle classi benestanti in cui emergono “eroi” pronti a rinunciare anche a se stessi pur di inseguire un sogno. Ma nel restare fedeli ai propri ideali vengono schiacciati da una società indifferente e apatica e finiscono con il soccombere.
Prototipo di quell’America disorientata dei ruggenti anni ’20 in cui l’obiettivo principale è quello di diventare ricchi, nella produzione scritta di Fitzgerald si riesce facilmente a cogliere il vissuto di un giovane fragile ed insicuro la cui infanzia e prima giovinezza sono contrassegnati dall’instabilità economica. I famosi ruggenti anni ’20 diventano oggetto di ‘denuncia sociale’ soprattutto in quello che può essere considerato il suo capolavoro, “Il Grande Gatsby”, in cui la decadenza dei valori e la perdita della spiritualità denotano il fallimento del sogno americano di un benessere alla portata di tutti ed in cui l’infinito abisso che separa i ricchi e i poveri mai sarà eclissato.
Mi fa piacere ricordare che il gruppo degli amanti della letteratura sta aumentando sensibilmente ed in questo primo incontro del 2017, oltre ai componenti storici tra cui: Matilde Maisto, ideatrice e coordinatrice di Letteratitudini, Raffaele Raimondo con la gentile consorte Lella Coppola, Felicetta Montella, Laura Sciorio, Marinella Viola, Arkin Jasufi, si sono aggiunti Mattia Branco, Raffaele De Lucia, Italia Iovine, Ciaramella Pina, Ciaramella Rita e sporadicamente Mina Iazzetta, Giovanna Paolino, Paola Starace, Franco Martino
In questo primo incontro del 2017, gli amici di Letteratitudini, hanno avuto il piacere di ospitare Alessandro Zannini, scrittore e giornalista, che ha collaborato con la Repubblica, Il Giornale di Napoli, il Corriere di Caserta, il Roma, La Gazzetta di Caserta. Ha pubblicato una raccolta di poesie: Sera e dintorni; la monografia Storia della fanteria, premio “Gen. Mario Rossi”; i romanzi: Sulle ali di un gabbiano, premio “Città di Atella”; “Fiori sulla corrida, “adottato” dall’Acadèmie Des Inscriptions Et Belles-Lettres di Parigi, dall’Istituto Italiano di cultura in Spagna, Francia e Portogallo; Il pozzo di Sichem, premio “Santa Margherita Ligure” e premio speciale al “Procida, Isola di Arturo – Elsa Morante”. Nel 1999 il Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri gli conferisce il Premio della Cultura per la “Pregevole attività svolta nel settore della Narrativa”. Come autore di racconti esordisce con Parlami, premio “Tèm Romanò”.
L’ultimo lavoro di Zannini è “L’amante di Cristo”, per il quale è in via di preparazione una appropriata presentazione.
La serata di Letteratitudini è terminata con l’appuntamento al 16 Febbraio p.v. durante il quale l’ingegnere Raffaele De Lucia e l’isp. in pensione di PS Enzo Papa. ci parleranno di Ugo Foscolo.