Moto rubata a Napoli: la Compagnia assicuratrice on line paghi!

La notizia è di quelle che fanno un po' arrabbiare ma, grazie alla ironia di alcuni illuminati magistrati napoletani, poi sorridere. Una moto assicurata contro il furto con una Compagnia che opera on line è rubata nel 2009 a Napoli.
Il cliente, risiedente a Milano, reclama la copertura assicurativa ma la Compagnia nega sostenendo che se avesse saputo che la moto circolava anche su Napoli, non avrebbe assicurato il mezzo.
L'assicurato non può fare altro che adire le vie legali contro la riottosa Compagnia assicuratrice ed il procedimento si incardina presso il Tribunale di Napoli, luogo in cui è avvenuto il furto.
Il 16 febbraio scorso, finalmente, la sentenza della XII Sezione civile del Tribunale di Napoli non solo ingiunge alla Compagnia di risarcire il cliente ma le addebita anche le spese di giudizio.
Tra le righe della motivazione del dispositivo, l'arguto Magistrato napoletano ricorda alla parte soccombente con pungente ironia: "Napoli è città facente parte, fino a prova contraria, del territorio nazionale e non di uno Stato con il quale siano rotte le relazioni diplomatiche".
Insomma, l'amara considerazione è che ancora ci sono entità commerciali e persone che considerano il sud Italia come un territorio avulso dallo Stato italiano. Poi, per fortuna, c'è chi ricorda a costoro che il meridione è parte integrante del bel Paese.
La vicenda, tuttavia, è solo una delle mille mila ambasce che gli utenti motorizzati vivono quotidianamente con le assicurazioni.
È pur vero che numerosi sono ancora i casi di truffa ai danni delle Compagnie assicuratrici ma è altrettanto vero che talune norme appaiono quanto meno vessatorie.
Non si comprende, ad esempio, perché chi risiede a Napoli dovrebbe pagare di più di chi risiede a Bolzano o Lampedusa se, ad esempio, è trent'anni che non fa incidenti e che non gli rubano nulla a ripetizione (ossia in modo maldestro se non addirittura sospetto).
Non è forse un automobilista modello (e un ottimo cliente per le assicurazioni…) al pari degli utenti di quelle altre aree nazionali?
Non si capisce perché, se si possiedono più mezzi e se ne utilizza solo uno alla volta mentre gli altri restano fermi in garage privato, si devono pagare più assicurazioni.
Quali danno a terzi potranno mai causare mezzi fermi in uno spazio inaccessibile?
Basterebbe seguire l'esempio degli USA dove la targa e quindi l'assicurazione, un po' come accade coi targhini dei ciclomotori anche qui da noi, segue la persona e non il veicolo.
Questi, e molti altri quesiti, restano incomprensibili agli utenti della strada e pur non giustificando in alcun modo le svariate truffe ai danni delle Compagnie assicuratrici,  forse ne sono in parte la premessa.

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