“Il tempo resterà”: l’immortale Pino Daniele
4 gennaio 2015: un’intera città immersa nel dolore. La notizia arriva da Roma alle 22.45, giungendo successivamente a Napoli, fra le sue mura, nella sua casa. Pino Daniele, cantautore e musicista partenopeo, nasce nel ’55 da una famiglia di operai, nel quartiere Porto di Napoli. Impregnandosi dell’arte e del folclore del suo popolo, e vivendo a pieno la vita del centro storico, Pino è innamorato della sua città, di tutte quelle alte scale in pietra, dei suoi scorci inconfondibili, del sole che illumina la sua gente. Profondamente appassionato alla musica sin da bambino, si esibì per la prima volta a dodici anni ad una festa di compleanno; ma fu solo al liceo, pienamente influenzato dall’ambiente del ’68, che imparò da autodidatta a suonare la chitarra: strumento prediletto con cui anni dopo, racconterà a tutto il mondo della sua amata Napoli, dei suoi ricordi e dei suoi pensieri. Per esaminare infatti l’emblematico personaggio che è stato Pino Daniele, le sue passioni, le influenze maggiori, nonchè per commemorarlo, verrà proiettato in anteprima il 19 marzo al Teatro San Carlo di Napoli, un documentario sulla sua vita: Il film, disponibile nelle sale italiane i giorni 20, 21 e 22 marzo, è diretto da Giorgio Verdelli e prodotto da Rai Cinema e Sudovest, pregno di commenti e ricordi da parte di suoi colleghi e amici. Il re del blues italiano degli anni 70-80, poeta e artista degli anni d’oro del cinema napoletano con Massimo Troisi e Lello Arena, è costantemente apprezzato dai suoi coetanei ed anche dai più giovani, facendosi prendere d’ispirazione per il suo essere sacro e profano, per la sua visione realista, ma allo stesso tempo colorata della vita, perché in fin dei conti “A vita è 'nu muorzo, nun me fà' 'ntussecà'”. (da Ammore Scumbinato, 1989)