Attività Carabinieri

I Carabinieri della Stazione di San Cipriano d’Aversa (CE), in quel centro, unitamente  ai militari del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Casal di Principe (CE), hanno proceduto, il 5 marzo scorso, al fermo di p.g.  per sequestro di persona e violenza sessuale, del pregiudicato nigeriano Oko Onyika, cl. 1990, residente a Bari. L’uomo, nel pomeriggio del 3 marzo u.s., con la promessa di procurarle un lavoro come badante, avrebbe accompagnato una sua connazionale ventiseienne, in un’abitazione isolata e disabitata di Casapesenna (CE), dove, con violenza e minacce, impugnando una forbice e chiudendo a chiave la porta d’ingresso, l’avrebbe trattenuta contro la sua volontà, costringendola a subire atti sessuali.
La donna, però, era riuscita a fuggire nella mattina del 4 marzo, lasciando nell’abitazione i propri effetti personali, successivamente rinvenuti, unitamente alla forbice utilizzata dal nigeriano, sottoposta a sequestro dai militari dell’Arma, allertati dalla stessa vittima.  
I Carabinieri,  hanno subito rintracciato, e sottoposto a fermo l’uomo che è stato accompagnato presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale.
Nella mattinata odierna, la  competente Autorità Giudiziaria, concordando con le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri, ha convalidato il fermo  disponendo la permanenza in carcere dell’arrestato.

In Rimini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno eseguito una misura cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti Di Giunta Rita Emilia Nadia, cl. 1976, ex consigliere comunale di Castel Volturno (CE), ritenuta responsabile di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, in atto già sottoposta agli arresti domiciliari in Rimini.
La donna, tratta in arresto, unitamente ad altri indagati, lo scorso 18 gennaio, era stata ammessa al beneficio degli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame il successivo 7 febbraio.
L’odierno provvedimento scaturisce da una nuova richiesta di applicazione della misura di custodia cautelare in carcere avanzata dal Pubblico Ministero e accolta dal G.I.P. che ha ritenuto persistente ed eccezionalmente grave il quadro indiziario, nonché necessaria la risottoposizione alla custodia in carcere quale unica misura adeguata a fronteggiare il pericolo di recidiva.

Nei comuni casertani di Santa Maria La Fossa, Capua e Gasai di Principe, nell'ambito di un'articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i Carabinieri della Stazione di Grazzanise hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal locale Ufficio G.I.P. nei confronti di BIANCO Carlo ci. 70, MARTINO DE CARLES Fabio ci. '97, PISTONE Franco
ci. '90, CONCU Anthony cl.87, MAURO Simone ci. '95, DE FELICE Giulia ci. 97 ritenuti
responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata ai reati di lesioni personali
e truffa ai danni di compagnie assicurative (attraverso condotte di mutilazione fraudolenta della
propria persona e di denunce di falsi sinistri) (artt. 416, 582-585 e 642 c.p.). Alcuni degli indagati
sono chiamati a rispondere anche di altri gravi delitti, quali quelli di sequestro di persona (art. 605
c.p.), estorsione (art. 629 c.p.), furto commesso in edifici scolastici (artt. 624-625 c.p.) e
detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 d.p.r. 309/90).
L'attività d'indagine, condotta dal dicembre del 2015 al settembre del 2016, si è sviluppata
mediante attività tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché attraverso servizi di
osservazione e riscontro, che hanno consentito di edificare un solido compendio indiziario a carico
degli odierni indagati. In particolare, è stata accertata l'operatività, nella provincia di Caserta, di un'organizzata compagine associativa delittuosa, finalizzata alla commissione di truffe assicurative, realizzate mediante condotte di mutilazione fraudolenta e di denuncia di falsi sinistri: in particolare, i partecipi dell'associazione delittuosa provocano artatamente ed intenzionalmente lesioni personali fisiche a diversi soggetti, consenzienti e retribuiti con esigue somme di denaro, per lo più giovani tra i 18 ed i
25 anni, anche affetti da ritardi psico-fisici e da disabilità di vario genere – lesioni cagionate con
grande violenza ed efferatezza anche utilizzando bastoni e mazze di legno o di ferro – li conducono
presso i vicini nosocomi, ove li inducono a far attestare nei certificati medici redatti dal personale
sanitario in servizio presso il pronto Soccorso che le lesioni derivassero da sinistro stradale; tali
certificati, per il tramite di BIANCO Carlo, vertice dell'associazione, vengono consegnati ad alcuni
legali (allo stato rimasti estranei rispetto al presente procedimento, in quanto difettano gli elementi
in ordine alla loro consapevolezza della falsità dei sinistri oggetto di denunce o di atti di citazione), i
quali curano le pratiche risarcitorie, trasmettendo la denuncia di sinistro e la richiesta di
risarcimento alla compagnia assicurativa competente, così da conseguire le somme erogate a titolo
risarcitorio per sinistri mai avvenuti, da ripartire tra gli associati. Tale suddivisione dell'illecito
profitto è stata impedita per la tempestiva segnalazione alle competenti compagnie assicurative da
parte dei militari dell'Arma, in accordo con quest'Ufficio di Procura, circa la falsità dei sinistri
denunciati presso le stesse. Molte compagnie assicurative coinvolte hanno, infatti, sporto querela
per tali fatti. E' stato altresì accertato che le vittime dei falsi sinistri erano il più delle volte consenzienti a farsi procurare, in cambio di esigue somme di denaro, le lesioni personali. Talvolta, invece, è apparso
evidente che la volontà di tali soggetti era stata violentemente coartata: sono state, infatti,
documentate le gravi lesioni prodotte ai danni di un portatore di handicap che, incapace di
autodeterminarsi, è stato sequestrato dal "branco", minacciato e, poi, più volte malmenato al fine di
produrre richieste di risarcimento per suo conto.
Il gruppo associativo operava tramite varie figure:
– BIANCO, a capo della consorteria criminale, si occupava di emanare ordini e direttive in
posizione di superiorità o supremazia gerarchica gestendo gran parte degli episodi di procurate
lesioni da cui scaturivano le richieste di risarcimento. In un episodio, è emerso che il BIANCO
impartiva a MARTINO DE CARLES direttive su come colpire ragazzo, che già riportava una
lesione ad un dente, per assicurarsi il maggior grado di credibilità nella versione dei fatti da porre a
fondamento della richiesta di risarcimento dei danni da falso sinistro stradale. Lo stesso BIANCO
Carlo decideva la quota parte del compenso da attribuire ai sodali per le singole truffe, gestiva i
tempi ed i modi di ogni operazione truffaldina costituendo, per i sodali, punto di riferimento cui
rivolgersi per la consegna dei referti e per ottenere il compenso loro spettante.
– MARTINO DE CARLES Fabio e CONCU Anthony rivestivano il ruolo di organizzatori delle attività delittuose, reperivano i soggetti (lesi o da ledere) ed i mezzi necessari alla realizzazione del programma criminoso, venendo, per questo, compensati dal BIANCO Carlo. I due, oltre che partecipare materialmente alle lesioni, fungevano da anello di raccordo e collegamento con il passaggio successivo di istruzione della pratica risarcitoria, in cui opera quale dominus Bianco Carlo.
– PISTONE Franco, DE FELICE e MAURO, in qualità di partecipi, svolgevano il ruolo di c.d. "picchiatori": avevano cioè il precipuo compito di procurare, anche con l'utilizzo di bastoni e mazze di legno o di ferro, lesioni alle parti -in genere giovani tra i 18 ed i 25 anni-, e condurle, poi, presso un pronto soccorso al fine di certificarne la diagnosi e la prognosi da porre a fondamento delle istanze di risarcimento. Sul loro conto è emersa chiaramente la loro incondizionata disponibilità ad operare anche in modi brutali e violenti, per l'attuazione del programma criminale del sodalizio, rispondendo, anzitutto, a
MARTINO DE CARLES Fabio, il quale, a sua volta, si rapportava con BIANCO Carlo.
I soggetti colpiti dai provvedimenti cautelari agivano con modalità particolarmente spregiudicate e
violente, come è evincibile non solo dalle conversazioni telefoniche, ma anche dall'entità delle
lesioni che si ricavano dai referti medici.
Sono stati documentati cinque fittizi sinistri stradali.
Nel corso delle attività di indagine è emerso, inoltre, che alcuni degli indagati sono dediti al
compimento di qualsiasi attività criminale, in proprio o per conto di altri, al solo fine di trarre
profitto, dalla cessione di sostanze stupefacenti alla commissione di furti nelle scuole con
contestuale rivendita dei beni di provenienza furtiva.
In particolare, sono stati, inoltre, accertati quattro episodi di furto, tre dei quali ai danni di una
struttura scolastica del comune di Capua, nonché nove episodi di spaccio di sostanze stupefacenti
del tipo hashish e cocaina. Tali episodi criminosi, però, non rientrano nel progetto criminoso
dell'associazione, essendo piuttosto riconducibili ad attività poste in essere da due coindagati,
dediti a qualsiasi tipo di attività criminale, purché redditizia.
In particolare, il MARTINO DE CARLES, dopo aver forzato in tre circostanze le porte di ingresso
dell'istituto scolastico "Federico II" di Capua, si impossessava di materiale informatico per un
valore complessivo quantificato in oltre 8.000 euro.
II G.I.P., concordando con la richiesta di misura coercitiva avanzata da questo Ufficio, anche per
quanto riguarda la sussistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari, ha disposto, per BIANCO,
MARTINO DE CARLES, PISTONE e CONCU, la custodia cautelare in carcere, mentre per il
MAURO e la DE FELICE la misura cautelare degli arresti domiciliari.

I Carabinieri della  Stazione di Grazzanise stanno dando esecuzione a 6 misure cautelati (4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), emesse dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura, nei confronti di altrettanti indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla Truffa in danno di compagnie assicurative, al sequestro di persona, alle lesioni personali, alle estorsioni ed altro. L’indagine ha consentito, tra l’altro, di accertare come l’organizzazione cagionasse, attraverso i c.d. “picchiatori” armati di bastoni, lesioni ai soggetti coinvolti nei finti incedenti per condurli al pronto soccorso al fine di ottenere la necessaria certificazione medica da allegare alla richiesta di indennizzo.

I Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Aversa, in Marano di Napoli, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Napoli – ufficio G.I.P. su richiesta della locale D.D.A. partenopea, per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nei confronti di BUONOCORE Gianni Junior, cl. 94, del posto. Le indagini svolte dai militari dell’Arma di Aversa hanno permesso di individuare il Buonocore quale ulteriore compartecipe dei plurimi approcci di natura estorsiva compiuti nei confronti di una impresa edile di Parete (CE). L’arrestato è stato posto agli arresti domiciliari.  Per la medesima attività il 1 gennaio 2017 gli stessi carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa diedero esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati.
 

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