Quattro sante in tre atti di Gertrude Stein
Sfidare, decostruire, restituire realtà, sono gli elementi fondamentali della messinscena, ispirata all’opera della scrittrice e poetessa statunitense. Due personaggi femminili “sfidano” il pubblico, ma anche il modo di iniziare lo spettacolo Quattro sante in tre atti di Gertrude Stein nell’adattamento e la regia di Giorgia Palombi, anche interprete con Susanna Poole e Sabrina Bonomi, che debutterà, giovedì 16 marzo 2017 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 19), al Teatro Elicantropo di Napoli.
Presentato da Maniphesta Teatro, l’allestimento stesso è sfidato nel suo svolgimento, nei suoi codici, nella sua forma. E il senso è sfidato, il senso profondo del fare teatro.
L’arma di questo confronto è il linguaggio che esplode ad ogni passo. Esplode la sintassi, che ci costringe a percorrere sempre lo stesso solco di percezioni e di significati, la forma della frase e della parola, la logica della comprensione, e, di conseguenza, i contenuti.
Le alchimie sperimentate con elementi del discorso mai accostati, ripetizioni, varie combinazioni e incastri, costituiscono una violazione della grammatica, che non rappresenta un espediente per stupire, ma un mezzo per ritrovare la libertà attraverso un rinnovamento decostruttivo che si rinviene in tutte le opere di Gertrude Stein.
In questi tre quadri con breve intermezzo, ispirati all’opera Quattro santi in tre atti l’autrice, e con lei la regista Giorgia Palombi e l’attrice Susanna Poole, ci invitano ad una non storia drammatica e comica, intrisa di atmosfere da tableaux vivants, dove maestra di cerimonie di un rap ante litteram è Teresa d’Avila.
Ma perché i santi di Spagna? Per Gertrude Stein “la condizione degli artisti totalmente dediti alla loro arte corrisponde in pieno alla vita dei santi, la purezza della devozione dell’artista nei confronti dell’arte riflette lo stato della vita religiosa, gli artisti e gli scrittori esprimono la spiritualità contemporanea”.
Il primo dei tre atti dello spettacolo è una provocazione sul rapporto tra emozione dello spettatore ed emozione dell’attore. Attingendo a un saggio della stessa autrice, in cui sono spiegate le motivazioni profonde del teatro come la Stein lo concepiva, la messinscena cerca di dimostrare la differenza tra uno shock vissuto nella vita reale e la funzione di un’azione scioccante in scena.
Il secondo è un vero e proprio estratto/assaggio del testo della Stein Quattro Santi in tre atti, dove le protagoniste sono Santa Teresa e Santa Sistemazione.
Il terzo quadro offre un chiarimento di quanto proposto nei primi due. Giorgia Palombi e Susanna Poole vestono i panni di Gertrude Stein e di Alice Toklas, sua compagna nella vita e sua musa ispiratrice, per far comprendere al pubblico che “il tempo è così come potrebbe essere lasciato stare, quando era stato che fu quando se n’andò via”.