Superstizione

Perché tocchiamo ferro? Perché si dice che gatti neri portano male? E la sfortuna dello specchio rotto? Sono tante le scaramanzie e le superstizioni. Ad esempio “Vietato Transitare Sotto La Scala” questa frase risalirebbe al Medioevo quando appoggiata alle mura, la scala formava un triangolo, simbolo inviolabile della Trinità. L’elemento della scala, appare in quasi tutte le religioni. Nell’antico Egitto, Orus era detto anche “dio della scala” per il sostegno che dava ai defunti in cammino verso “l’eterna luce”. Nella Bibbia la scala sognata da Giacobbe porta in cielo, Maometto parlò di una scalinata lungo la quale le anime dei giusti salgono verso Allah. Partendo da questi significati, si sarebbe arrivati a credere che passare sotto (anziché sopra) la scala attirasse l’ira divina. Secondo un’altra spiegazione, l’origine di questa superstizione sarebbe invece più militare: i difensori dei castelli medioevali erano infatti soliti versare olio o pece bollente sugli assedianti che si accingevano ad arrampicarsi sulle scale. Da qui la paura di passare sotto una scala. La superstizione del “gatto bianco contro gatto nero”: il primo si dice che porta fortuna, il secondo sfortuna. Soprattutto quando taglia la strada a un passante. Che per scongiurare la malasorte deve fare tre passi indietro prima di riprendere il cammino. O aspettare che un’altra persona, passando di lì, attiri su di sé la sfortuna. È una credenza tipicamente latina (negli Stati Uniti essere seguiti da un gatto nero, per esempio, è considerato un buon segno) le cui radici affondano nel Medioevo, quando il gatto è stato associato al male e al demonio. All’origine di queste credenze ci fu la predisposizione alla vita notturna dei felini e la loro capacità di vedere nel buio. Oltre al fatto che fossero oggetto di culto pagano, tra gli Egizi in particolare. La tipica frase “Non Aprire L’ombrello” in casa si ritiene che aprire un ombrello in casa “attirava” la miseria sulla famiglia. Non solo perché spesso lo si teneva aperto quando c’erano perdite d’acqua dai tetti rotti, ma anche perché richiamava alla memoria il “baldacchino” che veniva tenuto sulla testa. La leggenda dello “Specchio Rotto Equivale a 7 Anni Di Sfortuna” è probabile che questa credenza sia legata al forte valore simbolico dello specchio ovvero un oggetto "magico" capace di duplicare le cose, ma anche le persone. Questa caratteristica può aver spinto le generazioni passate a pensare che infrangere l'immagine riflessa equivalesse in qualche modo a uccidere la persona stessa o a farle del male.
Come tutte le superfici capaci di riflettere le immagini, fin dall'antichità lo specchio è stato considerato carico di poteri magici. I Romani pensavano che esso permettesse di osservare tutto ciò che avveniva nelle parti più lontane dell'Impero. Religioni come Islam o Ebraismo, invece, consigliano di capovolgere gli specchi durante la veglia funebre, per evitare che essi impediscano all'anima del defunto di lasciare il mondo terreno. I 7 anni di disgrazie sono frutto della credenza degli antichi romani che la vita di un uomo si rinnovasse ogni 7 anni del prete quando portava l’estrema unzione ai moribondi. “Attenti Al Sale” la rarità e il costo elevato del sale, oltre alle sue proprietà, hanno generato nel mondo antico una serie di credenze. Tra gli antichi Romani spargere sale sulle rovine delle città vinte significava impedire loro di tornare a prosperare (il sale infatti rende sterile il terreno). Da qui l’idea che il sale caduto per terra porti sfortuna e povertà. E un tempo si pensava che chi rovesciava il sale fosse condannato nell’aldilà a raccoglierlo con le palpebre. Solo gettarsi alle spalle (scongiuro diffuso ma di origine incerta) tre pizzichi (numero magico) di sale allontanava la maledizione. Come uscirne da tutto ciò? “Toccando Ferro (O Legno)”  l'usanza di toccare ferro per scaramanzia è dovuto all’episodio di un santo inglese, Dunstano, cui il diavolo avrebbe chiesto di ferrare il suo cavallo. Il santo maniscalco avrebbe invece inchiodato il ferro agli zoccoli del diavolo, liberandolo solo in cambio della promessa che non sarebbe più entrato nelle case in cui fosse stato esposto un ferro di cavallo.  Altri rimedi sono, toccarsi i genitali significa, invocare la potenza della fertilità, toccare la gobba di un uomo vuol dire appropriarsi, della forza della sua anomalia. Toccare il cornetto è simbolo della virilità, della fertilità e, dal momento che per gli animali che posseggono corna queste sono un’arma, anche della forza. La simbologia del corno è diffusa in tutte le civiltà e culture, da quella ebraica e cristiana, a quella sumera, a quella indù e cinese, a quella degli sciamani (stregoni) siberiani. Quindi che dire buon venerdì 17, a tutti.

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