I viaggi interstellari saranno possibili grazie al calzone fritto napoletano

Napoli, a quanto pare, sta diventando l'ombelico del mondo della scienza e, in particolare, della fisica. Un team di ricercatori della Università "Federico II" avrebbe trovato il modo di simulare, sia pure a livello atomico, un wormhole (NDR: letteralmente buco da verme) ossia uno di quei passaggi spazio temporali che nei film di fantascienza consentono di spostarsi tra punti distantissimi dell'universo pressoché istantaneamente.
La cosa, teoricamente possibile in quanto conseguenza della teoria della relatività generale di Albert Einstein, non era mai stata simulata praticamente prima d'ora.
I fisici napoletani vi sono riusciti mettendo in comunicazione due foglietti di grafene, una sostanza di particolare purezza, con un tunnel costituito da altri atomi e osservando che un segnale elettrico passa da un foglietto all'altro tramite il passaggio,  allorquando si pone una impurità ad uno degli imbocchi del tunnel.
Nella buona sostanza, in scala infinitamente più grande, una astronave che si trovasse in prossimità di uno degli imbocchi di un tunnel spazio tempo nell'universo, potrebbe aprire il passaggio e, attraversandolo, riemergere pressoché istantaneamente in un altro punto del cosmo.
Ma come è possibile tutto ciò?
Tutti sanno che il tempo di percorrenza di un data distanza è funzione della velocità.
Dunque, se si devono coprire duecento chilometri e si procede a cento chilometri l'ora si impiegheranno due ore di tempo. Alla stessa velocità per coprire mille chilometri ci vorranno dieci ore e così via.
Ciò è coerente se pensiamo che il tessuto spazio tempo sia una sorta di striscia tenuta ben tesa.
Supponiamo invece che il tessuto dello spazio tempo sia deformabile a piacimento come una pagnotta di pasta per la pizza. Il pizzaiolo, come noto, può modellare l'impasto ben steso ottenendo una pizza o piegarlo ricavando il classico calzone.
Mentre nella pizza due punti opposti situati al margine della pizza distano tra loro il diametro del cerchio costituito dalla pizza stessa, nel calzone il pizzaiolo non fa altro che piegare la pasta sino a far combaciare i punti opposti del cornicione.
Per il tessuto dello spazio tempo è teorizzato possa accadere la stessa cosa per cui, in presenza di rilevanti masse o energie, esso può piegarsi di modo che punti normalmente molto distanti possano in effetti trovarsi molto vicini tra loro e, vista l'estrema vicinanza a cui si troverebbero detti punti, si possa passare da uno all'altro tramite brevi tunnel spaziali (detti in gergo "wormhole").
Dato che i calzoni fritti sono un piatto dello street food tipicamente partenopeo solo a Napoli, a ben vedere, poteva venire l'idea a questi fisici un po' pizzaioli di creare un calzone formato non da pasta di farina, acqua e lievito ma da foglietti di atomi di grafene.
Dunque se in futuro sarà davvero possibile viaggiare tra le stelle, in parte lo si dovrà al calzone napoletano che ha certamente ispirato questi nostri brillanti scienziati.

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