Una nuova scoperta si accende sulla Sclerosi Multipla
Uno studio anglo-canadese, pubblicato sul giornale scientifico “Journal of Neuroinflammation”, condotto da un team dell’University of Exeter Medical School e dell'università dell'Alberta e co-finanziato dal Royal Devon & Exeter Nhs Foundation Trust ha portato a una nuova luce sui meccanismi della Sclerosi Multipla. Sarebbe la proteina chiamata Rab32, presente in grandi quantità solo nel cervello dei pazienti con sclerosi multipla, che andrebbe a “ostacolare” il lavoro delle centrali energetiche cellulari dei mitocondri che danneggia la glia, ossia la guaina protettiva nei neuroni. Tale proteina sarebbe assente nelle persone sane. Secondo quest’équipe di ricercatori la proteina Rab32 eserciterebbe la sua azione disturbatrice sui mitocondri inducendoli a funzionare male e a produrre un effetto tossico sulle cellule cerebrali dei pazienti con un troppo avvicinamento del reticolo endoplasmatico, una parte cellulare utile per immagazzinare il calcio, ai mitocondri. Gli scienziati già da qualche tempo sospettavano un possibile coinvolgimento dei mitocondri sulla sclerosi multipla, al di là della natura autoimmunitaria della patologia e sono arrivati a tale notizia analizzando campioni di tessuto cerebrale umano. In tali campioni i ricercatori hanno scoperto la presenza consistente della proteina soltanto nei malati di sclerosi multipla. Una svolta che arriva proprio nella Settimana per la consapevolezza sulla sclerosi multipla Ms Awareness Week, in programma dal 24 al 30 aprile 2017, che colpisce circa 2,5 milioni di persone nel mondo, soprattutto donne. Questa scoperta rappresenta un passo avanti cruciale che, nel tempo con l’idea di utilizzare la proteina Rab32 come bersaglio da colpire e cercando nel frattempo eventuali altre proteine influenzanti che possono “accendere” la patologia, possa portare a nuovi trattamenti efficaci contro la sclerosi multipla. La medicina finora ha saputo offrire solo la terapia dei sintomi della patologia, poiché non si conoscono ancora le cause precise, ma i nuovi entusiasmanti risultati scientifici indicano una nuova strada da esplorare. Un unico obiettivo di tutta la ricerca scientifica è quello di fermare tale patologia neurologica e offrire ai malati una vasta gamma di trattamenti terapeutici tra i quali poter scegliere.