L’Italia ha un nuovo mammifero: lo scoiattolo meridionale. Ma è già una “specie a rischio”

Un nuovo protagonista nella fauna selvatica italiana. E' un parente stretto degli scoiattoli comuni europei ed è stato scoperto in Calabria e in Basilicata. Parliamo dello “Scoiattolo Meridionale” (Sciurus meridionalis), di colore nero con ventre bianco, diverso quindi da quello europeo detto Scoiattolo Rosso (Sciurus vulgaris), per la colorazione che può variare dal rosso-arancione al bruno scuro, ed è presente in tutto il resto d'Italia, ad eccezione di Sicilia e Sardegna. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista “Hystrix the Italian Journl of Mammalogy”. Anche se appena scoperto, lo scoiattolo meridionale potrebbe essere già una specie a rischio, sia per la riduzione degli habitat, sia per la competizione con le specie di sciuridi alloctone, ossia introdotte artificialmente dall'uomo come lo “Scoiattolo Grigio” (Sciurus carolinensis) di provenienza nord americana e lo “Scoiattolo Variabile” (Callosciurus finlaysonii) dal sud est asiatico, delle vere e proprie forme di inquinamento biologico incentivate dall'uomo.
Grazie a un approfondito studio genetico, morfologico ed ecologico fatto da un team di ricercatori italiani, coordinato dall'Università degli Studi dell'Insubria (Varese), si è scoperto che le popolazioni di scoiattolo presenti in Calabria e in Basilicata – che già dal 1900 erano state riconosciute come "peculiari" al punto tale da considerarle come una sottospecie dello scoiattolo comune europeo – appartengono, a tutti gli effetti, ad una nuova specie di scoiattolo.
Oltre all'Università dell'Insubria, hanno partecipato al lavoro esperti dell’ Università di Milano “Bicocca”, dell’Università di Firenze e dell’Università della Calabria. Un grosso supporto dal CNR, attraverso l’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi e dalla Società Italiana per la Storia della Fauna.
"Il lavoro in gruppo, unendo diverse competenze, approcci e capacità", spiega il responsabile dell'Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell'Università degli Studi dell'Insubria, "è ormai un passaggio obbligato se si punta a ottenere risultati di buona qualità, garantendo inoltre il valore aggiunto di un continuo confronto e di fatto di un permanente controllo critico delle attività. La certezza di trovarsi di fronte a una nuova specie è giunta dopo aver analizzato un grande quantitativo di dati genetici e morfologici, che hanno consentito ai ricercatori del gruppo integrato e multidisciplinare di giungere alla pubblicazione del lavoro su una delle migliori riviste scientifiche del settore termologico. Con la scoperta del nuovo mammifero, l’Italia conferma il suo primato di Paese europeo con la maggior biodiversità, ospitando più di 58.000 specie animali note, tra i quali circa 1300 di vertebrati. Di questi il 5% sono esclusivi del nostro Paese, così come circa il 10% degli invertebrati.

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