Intervista a Eleonora Cimbro

1)-Vorrei che lei raccontasse ai nostri lettori come ha iniziato la sua attività politica. -Ho iniziato quando avevo 20 anni perché volevo fare qualcosa di concreto per il quartiere dove abitavo. Decisi così di candidarmi per il Consiglio di Circoscrizione e iniziai la mia attività, unica donna e giovane fra tutti i presenti. Inoltre, poiché amavo la cultura umanistica, mi impegnai per organizzare vari momenti e incontri culturali, questo perché ho sempre ritenuto che si possa essere materialmente poveri, ma il sapere rende davvero liberi.
2)-Come ha vissuto la sua fuoriuscita dal partito democratico in cui militava fino a poco tempo?
-È stato un momento molto difficile della mia vita perché nei primi anni in cui ho fatto politica ho sempre militato come indipendente e la tessera del Pd è stata la prima che ho fatto. Ho creduto nel progetto del Pd, sono stata Segretaria del circolo di Bollate per tanti anni, ma quando sono stata eletta sulla base del programma “Italia Bene Comune” ho preso un impegno con i miei elettori a prescindere  dal partito in cui militavo, pertanto quando il Pd ha preso una deriva completamente diversa, prima ho fatto un’opposizione interna, non votando anche una serie di provvedimenti importanti come la “Buona Scuola”, il “Jobs Act”, la Riforma elettorale, poi, a seguito del referendum, ho deciso a quel punto di uscire da un partito che ormai non era più il mio.
3)-Quali sono state le ragioni profonde che l’hanno spinta a un passo così importante per la sua carriera politica?
-Sicuramente non è stato opportunismo, dato che di fatto ho compiuto, assieme a tanti altri, un salto nel vuoto, ma credo che la coerenza sia un valore importante, superiore a qualsiasi calcolo sul proprio destino personale.
4)-Qual è la sua idea circa il sistema elettorale con cui si dovrebbe andare a votare alle prossime elezioni politiche di cui si sta discutendo in questo periodo in parlamento?
-Noi di Articolo Uno-Mdp abbiamo combattuto fino all’ultimo per avere un maggioritario che purtroppo non ci sarà. Pertanto si andrà con un proporzionale che di certo non garantirà la governabilità, se non attraverso le larghe intese.
5)-In quale partito milita attualmente? Pensa di candidarsi alle prossime elezioni politiche?
-Attualmente milito nel Partito di Articolo UNO-Movimento Democratico e Progressista, che ho contribuito anche a fondare, e che credo possa davvero mettere al centro quei valori che reputo assolutamente fondamentali, in netta discontinuità con quanto purtroppo fatto negli ultimi anni dal Pd. Cercherò in tutti i modi di rappresentare gli italiani che mi hanno dato fiducia, ripresentandomi anche alle prossime elezioni.
6)-Qual è secondo lei il primo e più urgente problema che il prossimo governo dovrebbe affrontare per migliorare la situazione generale della nostra nazione?
-Sicuramente quello che serve in questo momento è un Piano di investimenti pubblici importanti per far ripartire l’economia, perché il lavoro è la priorità. Questo assieme ad una vera riforma fiscale, che abbassi le tasse, ma allo stesso tempo imponga a tutti di pagarle. Naturalmente sempre tenendo conto che ci debba essere equità e progressività: chi ha di più paga di più, chi ha di meno paga di meno, ma tutti contribuiscono alla crescita del nostro Paese secondo le proprie capacità. Dico no all’assistenzialismo, ma è comunque necessario far uscire dalla situazione di povertà e indigenza le persone che purtroppo in questi anni si sono impoverite ulteriormente. Come insegnante poi va da sé che abrogherei immediatamente la pessima riforma, cosiddetta “Buona Scuola”, che di “buono” non ha assolutamente nulla!
Eleonora Cimbro: biografia
Nata a Bollate il 26 febbraio 1978, laureata in lettere classiche, insegnante, madre di quattro figli; impegnata in politica sul territorio da quando aveva vent’anni, nel dicembre 2012 ho partecipato alle primarie per la selezione  delle candidature al parlamento per il PD, diventando deputata nel febbraio 2013. Dal 28 febbraio 2017 faccio parte del gruppo di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista.
Eletta alla Camera dei Deputati, faccio parte della Commissione Affari esteri, dove sono capogruppo di Articolo 1 – Mdp; sono membro della Delegazione italiana al Consiglio d’Europa, lavorando nella Commissione Cultura e nella Commissione Affari sociali. Sono inoltre Vicepresidente del Comitato permanente sulla politica estera e relazioni esterne dell’Unione Europea, componente del Comitato permanente sui diritti umani e del Comitato permanente sulla riforma della struttura internazionale della politica estera dell’Italia, oltre che Presidente dell’Unione interparlamentare Italia-Marocco ; faccio parte dell’intergruppo per le donne e le pari opportunità alla Camera, e sono promotrice dell’intergruppo Camera-Senato per l’inserimento del diritto al cibo in Costituzione.
La mia attività verte, oltre che su questioni di politica estera ed europea, sulla valorizzazione e la salvaguardia del territorio che rappresento, sia per quanto riguarda agli aspetti legati al lavoro e all’impresa, che per quelli relativi alla cultura e all’ambiente.
Così come già fatto negli anni scorsi, ho redatto il resoconto di questa mia quarta annualità presso la Camera dei Deputati. Ritengo sia fondamentale rendere conto ai cittadini che rappresento della mia attività svolta in Parlamento. Vi riporto inoltre il dato di OpenPolis, uno degli osservatori politici più importanti in Italia, in merito alla mia produttività in Parlamento: sono tra i 25 parlamentari senza incarico più produttivi d’Italia (settima tra le parlamentari donne); terza nella mia circoscrizione e ventesima in Lombardia; infine, 15ma donna a livello nazionale su 630 deputati. Credo sia giusto spiegarvi anche le ragioni alla base del mio passaggio in Articolo 1 – Mdp. Non è stata una decisione per nulla facile, ma la conseguenza di tante battaglie per cercare di cambiare le cose. Tra queste innanzitutto quella sulla Riforma Costituzionale, nelal quale ho sostenuto convintamente il No in fase di campagna; ovvero il mio non voto di protesta per il Jobs Act, la “Buona Scuola” e la Legge elettorale. Proprio per una coerenza programmatica e valoriale, ho deciso dunque di lasciare il Pd prima delle congresso e di intraprendere in Mdp un nuovo inizio, sempre con i valori che ho sposato quando i cittadini mi hanno eletta.
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