Misure di sicurezza record per i cinquemila eventi a rischio dell’estate
Piazze, spiagge e stadi: uno spiegamento di polizia mai visto per blindare serate e spettacoli in tutto il Paese. Barriere mobili, prefiltraggio del pubblico, bonifica delle aree a rischio, piani di evacuazione. Così 19 volte al giorno, in tutta Italia. Sono 1700 i principali “eventi musicali aperti al pubblico” nell’estate della grande paura. “In realtà sono più del triplo”, spiegano i sindacati di polizia. “Da luglio a settembre, su ottomila comuni italiani, solo la metà organizza manifestazioni che richiedono la presenza delle forze dell’ordine”. Oggi, secondo l’indice internazionale Red 24, l’Italia è a rischio “medio” di attacco terroristico. Finora si è salvata per l’esperienza maturata negli anni di piombo, per l’uso delle intercettazioni e per la scarsità di immigrati di seconda e terza generazione. Dal comitato di analisi strategica del Viminale sono usciti gli standard di sicurezza che organizzatori e amministrazioni locali devono rispettare negli eventi di piazza.
Dal concerto di Vasco Rossi, a Modena sabato scorso, a quello dei Rolling Stones, a Lucca il 23 settembre, sono in cartellone date che raduneranno centinaia di migliaia di persone in piazze, spiagge e stadi, come il festival internazionale di musica Summer Jamboree a Senigallia, la Notte della Taranta a Melpignano e in altre 14 località turistiche del Salento. Negli Usa, in Gran Bretagna e in Germania, i costi per la forza pubblica sono a carico degli organizzatori dell’evento. In Italia l’ordine pubblico è gestito dallo Stato e i costi sono a carico della collettività. Tra le kermesse musicali, la circolare del Viminale indica 215 date a Milano, 174 a Roma (inclusi i concerti degli U2 all’Olimpico il 15 e 16 luglio), 43 a Verona, 42 a Firenze, 25 a Torino. “Negli ultimi sei mesi le Forze dell’Ordine hanno garantito la sicurezza in quasi seimila appuntamenti di rilevanza pubblica”, afferma Felice Romano, segretario Siulp, Sindacato dei Lavoratori di Polizia. “Per i concerti deve funzionare come per le partite di calcio: chi organizza, contribuisce alla sorveglianza”. Nelle Questure servono “black list” per negare l’autorizzazione ai promotori di eventi che hanno creato in precedenza disordini pubblici. Ma le ordinanze vanno applicate!. In media un concerto da trentamila spettatori vede schierati 200 poliziotti e carabinieri tra quelli locali e quelli dislocati dai reparti mobili delle principali città. Per gli agenti che arrivano da fuori raddoppiano l’indennità di ordine pubblico (18 euro l’ora) e gli straordinari (13 euro).
“Non dobbiamo aver paura della paura, osserva il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. È stata fissata una strategia complessiva: chi fa cosa, compiti precisi per la sicurezza. Cancellare eventi è una vittoria del terrorismo. Attuiamo iniziative per la fase preventiva e repressiva verso i malintenzionati”. Un modello di “safety, security, service” che coinvolge i privati nella vigilanza dell’evento che organizzano.
“D’estate Rimini ospita 500 iniziative piccole e grandi, una media di 5/6 al giorno. Di fronte a folle simili, facciamo sinergia con forze dell’ordine e prefettura. Ordinanze per controlli, steward, sorveglianza, pulizia delle piazze, transenne, vie di fuga”, continua il Sindaco. “Vanno controllati venditori abusivi di alcol e minimarket”, avverte Esmeralda Giampaoli, Presidente della Federazione Pubblici Esercizi e Turismo. “Non basta avere più polizia, vanno ridefiniti i criteri della capienza”, avverte Maurizio Pasca che presiede le associazioni, italiana ed europea, delle imprese di intrattenimento e spettacolo. “Ero all’ultimo carnevale di Venezia e ho verificato che, malgrado la massiccia presenza di forze dell’ordine, il sovraffollamento di piazza San Marco non avrebbe consentito un ordinato deflusso in caso di imprevisti, spiega. Sia nei locali che negli eventi all’aperto deve entrare solo il pubblico autorizzato dalla Commissione di Vigilanza. Se si sfora sui numeri la manifestazione diventa pericolosa”.
Invece, è risaputo, ai concerti con l’autorizzazione per cinquemila persone, ne entrano quindicimila. Anche per questo il Modena Park di Vasco Rossi è servito a cascata come parametro nei futuri eventi estivi, in termini di sicurezza, logistica, numero di addetti alla vigilanza per superficie occupata. Dal novembre 2015 la procedura prevede l’uso del metal detector per controllare tutto il pubblico. Ci sono più code, ma la gente si sta abituando. I costi della sicurezza, alla fine, sono sostenibili, purché ci sia connessione con forze dell’ordine, prefetture ed enti locali.
Sulle ordinanze dei sindaci dovranno sorvegliare i prefetti: divieto di vendita delle bevande in bottiglia di vetro, maggior personale per la sorveglianza, piani di evacuazione e vie di fuga. Chi organizza manifestazioni deve predisporre una vigilanza privata in coordinamento con le forze dell’ordine, come già accade per gli “steward” negli stadi e nei palazzetti dello sport. “Senza queste garanzie non si svolgeranno gli eventi”, chiarisce il Viminale. E così, più controlli all’ingresso e barriere mobili in zone chiave (come a Roma nell’area archeologica tra Colosseo e Fori). Nelle località turistiche, divieto d’accesso per i veicoli attraverso fioriere e jersey. L’imperativo è ”prevenire situazioni di allarme”.
Ma pesano i tagli ai comuni: l’uso della Polizia Locale è limitato dalla difficoltà di pagare gli straordinari.