Festival fantasiologico a Telese Terme

Tutto pronto per l'anteprima del festival di sabato e domenica prossima con il performer Antonio Rezza e l'artista Flavia Mastrella in Pitecus, il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese ed Elisa Regna con Alfabetario dei Luoghi, e il paesologo Franco Arminio con Cedi la strada agli alberi.
Il prossimo 16 luglio, la fotografa di Riardo, Elisa Regna, sarà ospite dell’anteprima del Festival fantasiologico di Telese Terme (ci saranno anche Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Franco Arminio).. « Obiettivo del festival – spiega il curatore Massimo Gerardo Carrese – con l’anteprima dei prossimi giorni ma soprattutto con il programma di settembre, in lavorazione, è aprire un confronto diretto, pratico e teorico, con il grande pubblico sui temi “fantasia, immaginazione, creatività” insieme ad artisti, scrittori, contadini, poeti, librai, musicisti, disoccupati, artigiani e tante altre figure e professionalità.» Con il fantasiologo Carrese, Elisa Regna presenterà l’Alfabetario dei Luoghi (Ngurzu Edizioni), come visitare un luogo con le 26 lettere dell’alfabeto, un’enciclopedia fantasiologica dedicata ai paesi della Campania e a come visitarli con le 26 lettere dell’alfabeto. Una guida euristica e non turistica che mette in risalto un nuovo modo di “spasseggiare” nei luoghi osservandoli con il gioco poetico e la fotografia in bianco e nero. L’organizzazione del festival ci fa conoscere meglio Elisa Regna attraverso questo documento intitolato "fragilità dell'essere".
Che cos’è la “fantasia”?
La Fantasia è la fragilità dell'essere quando si ripone su stesso e guarda oltre se stesso; prova a toccare qualcosa che nemmeno sa di conoscere ma lo desidera e così esplode in tanti piccoli frammenti di "io".
Che cosa vuol dire per te fotografare?
Fotografare è ciò che vedo nell’attimo in cui scatto, ciò che può mutare subito dopo; fotografare il dettaglio che nella realtà quotidiana non ci accorgiamo di vedere realmente o che abbiamo visto ma tralasciato in fretta, poiché “dato” per un dettaglio qualsiasi; tutto ciò può essere reso eterno attraverso uno scatto, ma soprattutto veduto attraverso di esso; i volti… credo che siano la più bella Fotografia, nei volti l’ho scoperta e l’ho ritrovata, in alcuni volti c’è un oceano profondissimo, in altri lagune.
Usi i social per condividere le tue fotografie?
La mia fotografia non amo condividerla molto sui social, in quanto li reputo poco professionali.  L’immagine sul social è vista sempre diversamente da un sito professionale, l’occhio dello spettatore è diventato commercialissimo e tende a snaturalizzare l’immagine. Le immagini sono continuamente modificate dai programmi, ci si dimentica del manuale e si ricorre alla fotografia del ritocco. La mia fotografia ha un ruolo completamente diverso.
Come decidi il soggetto di una fotografia?
Non decido mai, è una sensazione, un brivido sotto pelle, un’affinità diretta e indiretta, scelgo la nonchalance casuale; spesso non conosco i soggetti che fotografo e questo mi affascina maggiormente, sembra di scegliersi reciprocamente, sembra di conoscersi da abbastanza tempo, questo mi motiva a svelare dettagli di un enigma senza fine.
Sappiamo che sei appassionata di poesia. Che rapporto c’è tra poesia e fotografia?
Una foto racchiude la poesia, di un attimo vissuto nel tempo, la mutazione delle stagioni mi ricorda i mutamenti della nostra anima, l’oceano che si agita e si calma, ci regala tanta tristezza per nessuna ragione e tanta malinconia per qualcuna che è ancora ancorata per sempre al nostro vissuto; gli occhi di uno sconosciuto che passa e scompare e che ti regala la sua fragranza al passaggio e ti sfiora anche sbadatamente come farebbe un fiore; l’anziano che chiude i suoi occhi dinanzi al terrore dell’oggi, la sua tristezza nelle mani incrociate sulle gambe; il riso dei bimbi che ti risplende nell’anima e ti ravviva quando la tristezza vuole passare lentamente. Credo che la poesia e la fotografia si rispecchino a vicenda. Anche attraverso la poesia, mi avvicino ai dettagli più profondi dell’esistenza umana, e la fotografia la dipinge perfettamente.
Sei impegnata in un progetto enciclopedico dal titolo Alfabetario dei Luoghi (Ngurzu Edizioni 2016). Di che cosa si tratta?
L’Alfabetario dei Luoghi è un’enciclopedia euristica da non confondere con una guida turistica. Ritrae molti luoghi e soprattutto le sconfinate cose in questi luoghi. Anche le persone sono luoghi poiché appartengono a essi. L’Alfabetario ci parla principalmente di inimmaginabilità, ciò che non credevamo che esistesse, invece esiste da sempre nel luogo, un luogo che non abbiamo mai guardato attentamente. L’Alfabetario dei Luoghi nasce da un “dualismo” fisico-mente, scopriamo un posto reale e un posto chimerico, ossia qualcosa che non è visibile con il corpo ma con la mente.
Progetti, mostre future?
Per il momento sono entusiasta di continuare lo straordinario progetto attuale, l’Alfabetario dei Luoghi, con il fantasiologo Carrese. Per quanto riguarda le mostre, sì…molte sono in definizione, quest’anno ho in programma la mostra, credo tra le mie preferite, su Apice Vecchia, la Pompei del 900, scoperta attraverso il progetto dell’Alfabetario. Ci saranno altre mostre nel 2018, sul tema dell’Espressività, su cui mi sto concentrando moltissimo in questo periodo, e tra l’altro è  un tema che adoro fortemente.

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