Precauzione per mangiare frutta e verdura anche se proveniente dalla “Terra dei fuochi”

Riportiamo un post pubblicato su FB da Vincenzo Russo, sindaco di Pastorano (CE): “Sono stati duri gli ultimi giorni del nostro territorio. Come parte della conurbazione casertana siamo stati esposti a molti incendi, spesso tossici. Si è diffusa nella popolazione un giustificato allarmismo circa le procedure alimentari da tenere in questo contesto, purtroppo si stanno facendo largo le "bufale" diffuse ad hoc e la cattiva informazione posta in essere da chi è incompetente in materia o in malafede perché magari ha secondi fini. Volendo fare qualcosa di utile per la mia gente ho fatto quello che secondo me in coscienza è la cosa migliore da fare: mi sono rivolto ad una esperta, nello specifico la ricercatrice italiana che lavora a Chicago Paola Dama, anima della Task Force Pandora che da anni lavora sulla problematica "Terra dei Fuochi". Di seguito alcune norme da seguire nel campo alimentare, della nutrizionista Michelina Petrazzuoli, che sconfessano i seguaci del "moriremo tutti avvelenati per quello che mangiamo" . Invito tutti quelli che sono interessati alla problematica di leggere attentamente le seguenti affermazioni”.
Tutti i protagonisti del Festival Intervento di Michelina Petrazzuoli, Best Practice in Cucina. “Da biologa nutrizionista, che tutti i giorni vive le ansie dei propri clienti/pazienti, mi sono trovata a dover tranquillizzare le persone in merito alla questione Terra dei Fuochi e, sopratutto in merito al consumo sicuro di frutta e verdura provenienti dalla nostra bella regione. Senza scendere in tecnicismi e senza dare nulla per scontato ho dovuto e devo, anche oggi, spiegare cosa è una diossina e come evitare di accumularla nel proprio corpo. innanzitutto precisiamo cosa sono le diossine.
Le diossine sono composti volatili che si originano durante la fase iniziale della combustione di rifiuti prevalentemente formati da materiali plastici quali il PVC a temperature comprese tra i 200 e i 400 gradi e ad un tasso di umidità piuttosto alto. Chimicamente la Molecola di diossina può essere spostata dal vento per qualche chilometro e durante il "volo" si appoggia su qualsiasi cosa incontri. Quindi si può dire che esistono oggetti e prodotti alimentari sulla cui superficie esterna si trovi attaccata della diossina.
Come possiamo mangiare in tutta sicurezza frutta e verdura? Risposta semplice e banale: lavando accuratamente i prodotti della terra!
Sarà sufficiente prendere una scodella e riempirla con 5 litri d'acqua, aggiungere 200ml di aceto di vino, il succo di un limone e porre frutta e verdura a bagno per circa 15 minuti, trascorsi i quali si aggiungerà un cucchiaio raso di bicarbonato di sodio (la soluzione diventerà effervescente, ma è la normale reazione dell'aceto e del succo di limone con il bicarbonato), si attenderanno alti 10 minuti, dopo i quali frutta e verdura, un pezzo alla volta verranno sciacquati sotto acqua corrente, e tutto sarà pulito, pulitissimo, perchè non solo le eventuali diossine saranno state allontanate, ma saranno stati uccisi tutti i virus e batteri (compreso il toxoplasma) e allontanati i residui di anticrittogamici, ormoni di sintesi e pesticidi di solito presenti sulla superficie dei prodotti.
Tengo a precisare che è impossibile che la diossina giunga nella polpa di frutta e verdura, dunque non esiste il "pomodoro alla diossina" (o meglio contenente diossina) per un motivo molto semplice. Immaginate le cellule dell'apparato radicale delle pianta che succhiano acqua e sostanze nutritive dalla terra. su queste cellule ci sono dei recettori, che sono come porticine che all'occorrenza si aprono per far entrare o uscire acqua e composti e che queste porticine siano grandi quanto il balcone della vostra camera da letto. Ora sappiate che la molecola di diossina è abbastanza grande e non capace di deformarsi, quindi rigida e rispetto a quella porticina ha le proporzione di un mammut o peggio ancora di un carrarmato, secondo voi potrebbe mai entrarci? assolutamente NO! Sarebbe come far passare un ippopotamo nella cruna di un ago: stericamente impossibile!
Il problema delle diossine, in realtà riguarda più le derrate alimentari date agli allevamenti (erba medica e foraggio vario o pascoli da brucatura), poiché questi prodotti, onde evitare che marciscano non vengono lavati prima di essere dati in pasto al bestiame, e la diossina resta adesa ad essi. Quindi l'animale mangia e accumula le diossine nel proprio organismo e di lì, se mangiamo le carni dell'animale ne assumiamo anche noi. Siamo spacciati allora? NO, per fortuna, perché possiamo, anche in questo caso abbassare il rischio di accumulo. La diossina nell'animale (e anche nel nostro corpo) si accumula a livello del tessuto adiposo, ed è una molecola che resiste alla cottura, dunque, se prendessimo l'abitudine di togliere il più possibile il grasso visibile dalla carne prima di cuocerlo, avremo colto due piccioni con una fava: avremmo ridotto l'eventuale accumulo di diossina nel nostro corpo e avremmo ridotto il consumo di grassi saturi che, a prescindere da tutto, se in eccesso fanno male! Buon appetito”!

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